La spia che mi amava (1977)
- michemar

- 6 dic
- Tempo di lettura: 3 min

La spia che mi amava
(The Spy Who Loved Me) UK, USA, Svizzera, Bahamas, Canada, Italia, Egitto 1977 spionaggio 2h5’
Regia: Lewis Gilbert
Soggetto: Ian Fleming
Sceneggiatura: Richard Maibaum, Christopher Wood
Fotografia: Claude Renoir
Montaggio: John Glen
Musiche: Marvin Hamlisch
Scenografia: Ken Adam
Costumi: Rosemary Burrows
Roger Moore: James Bond
Barbara Bach: Anya Amasova
Curd Jürgens: Karl Stromberg
Richard Kiel: Squalo
Caroline Munro: Naomi
Geoffrey Keen: Frederick Gray
Walter Gotell: Anatol Gogol
Edward de Souza: sceicco Hosein
Vernon Dobtcheff: Max Kalba
George Baker: cap. Benson
Desmond Llewelyn: Q
Lois Maxwell: Miss Moneypenny
Michael Billington: Sergei Borzov
Bernard Lee: M
TRAMA: James Bond è incaricato di investigare sulla scomparsa di due sottomarini nucleari britannici e sovietici con l’aiuto di un’agente del KGB.
VOTO 7

James Bond (Roger Moore) ha recuperato al Cairo un importante microfilm battendo sul tempo la spia sovietica Anya Armasova (Barbara Bach), ma arriva la notizia della scomparsa di due sottomarini nucleari. Inghilterra e URSS lavorano insieme, visto che uno dei due sommergibili è sovietico. E così 007 si trova a lavorare proprio con la donna. Insieme scoprono che dietro la scomparsa c’è un armatore scandinavo, Karl Stromberg (Curd Jürgens): il suo obiettivo è di garantire all’umanità un futuro post nucleare sotto la superficie dei mari e si è costruito una base sottomarina e vuole distruggere New York e Mosca.


Tra i sette film di James Bond interpretati da Roger Moore, questo è spesso considerato il suo apice. È da sottolineare, infatti, come, dopo le leggerezze eccessive di L’uomo dalla pistola d’oro, qui la saga ritrovi stile, azione e spirito. Moore non cerca di imitare Sean Connery: costruisce un Bond più sofisticato, ironico, capace di battute fulminanti e di un carisma che si regge sulla consapevolezza dei propri limiti. Indubbiamente è elegante, ironico e spettacolare, senza scivolare nel ridicolo. È davvero una rinascita dopo qualche film al di sotto delle aspettative.


Il nemico di turno è Karl Stromberg, megalomane che sogna di distruggere la civiltà terrestre per fondare una città sottomarina. Il piano, degno delle paure nucleari dell’epoca, coinvolge sottomarini britannici e sovietici rubati, con l’intento di scatenare un olocausto atomico. È un villain classico per la saga: visionario, ossessionato da un progetto impossibile, ma perfettamente in linea con l’estetica che caratterizza la serie. Accanto a 007 troviamo la controparte russa, Anya Amasova, agente Triple X. Non è la solita Bond girl decorativa: è intelligente, seducente e pericolosa, con un conto personale da regolare con Bond. La loro dinamica, fatta di doppi sensi e schermaglie verbali, aggiunge una tensione insolita, quasi romantica ma sempre sul filo del conflitto.


Il film introduce uno dei personaggi più iconici della saga: Jaws (Richard Kiel), il gigante dai denti d’acciaio. Impossibile da affrontare fisicamente, diventa un antagonista memorabile, tanto da tornare in Moonraker. Le scene con lui sono puro spettacolo, un mix di suspense e divertimento che definisce l’anima pop del Bond anni ‘70.


Roger Moore ha la grande abilità di riuscire a bilanciare umorismo e azione, evitando la farsa che avrebbe minato i capitoli successivi. La sequenza iniziale con lo sci e il paracadute britannico è entrata nella leggenda, mentre la Lotus Esprit che si trasforma in sottomarino è un gadget che incarna perfettamente la fantasia tecnologica del franchise.

È il film che ha restituito dignità al Bond di Moore, portandolo vicino ai fasti di Connery senza imitarlo. È un capitolo che mescola avventura, glamour e ironia, con personaggi memorabili e un ritmo che ancora oggi lo rende uno dei più amati della saga. Un Bond che non si prende troppo sul serio, ma che sa ancora farci sognare.

Da notare che in totale l’attore, avendo recitato in ben sette film di 007, ha eguagliato Sean Connery come numero di apparizioni, ma è considerato il più longevo interprete del personaggio in termini di anni consecutivi: dal 1973 al 1985.

Riconoscimenti
Oscar 1978
Candidatura miglior scenografia
Candidatura miglior colonna sonora
Candidatura miglior brano musicale (“Nobody Does It Better” di Carly Simon)
Golden Globe 1978
Candidatura miglior colonna sonora
Candidatura miglior brano musicale (“Nobody Does It Better” di Carly Simon)
BAFTA 1978
Candidatura miglior scenografia
Candidatura miglior colonna sonora






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