La ragazza con la valigia (1961)
- michemar

- 30 lug 2022
- Tempo di lettura: 3 min

La ragazza con la valigia
Italia/Francia 1961 dramma 2h1’
Regia: Valerio Zurlini
Sceneggiatura: Leonardo Benvenuti, Piero De Bernardi, Enrico Medioli, Giuseppe Patroni Griffi, Valerio Zurlini
Fotografia: Tino Santoni
Montaggio: Mario Serandrei
Musiche: Mario Nascimbene
Scenografia: Flavio Mogherini
Costumi: Gaia Romanini
Claudia Cardinale: Aida
Jacques Perrin: Lorenzo Fainardi
Luciana Angiolillo: la zia
Renato Baldini: Francia
Riccardo Garrone: Romolo
Elsa Albani: Lucia
Corrado Pani: Marcello Fainardi
Gian Maria Volonté: Piero
Romolo Valli: don Pietro Introna
TRAMA: Aida è una ballerina dal passato burrascoso. Lorenzo è uno studente serio e di buona famiglia. Nonostante tutto congiuri contro la possibilità di una loro unione, Lorenzo decide di invitare Aida a raggiungerlo a Parma, dove si accolla anche il suo mantenimento. Interviene a un certo punto il professore di matematica di Lorenzo, che convince Aida della rovina a cui questa unione porterà inevitabilmente il ragazzo. Aida suo malgrado capisce che il professore (nonché sacerdote) ha ragione e decide di andarsene.
Voto 7

Nel tourbillon frenetico delle uscite dei tanti film che vengono prodotti, spesso ci si dimentica dei piccoli capolavori dei maestri del nostro cinema, specialmente quelli degli anni ’60 e ’70 che tanto bene fecero raccontando la realtà quotidiana di un Paese in crescita sociale ed economica. Tante piccole storie di gente comune o di nuovi arricchiti dallo sviluppo industriale. A volte raccontati con ironia, altre con la mestizia della povertà che non è mai mancata. Personaggi passati con la velocità della luce ma che ben rappresentavano la vita quotidiana.

È stato merito anche della nostra TV di Stato quello di prolungare il ricordo di quelle storie e di quei registi, che traevano spunto sia dalla vita di tutti i giorni che dagli scrittori del tempo. Per esempio, ogni tanto la Rai si ricorda, nei palinsesti dei canali più dediti a questa operazione, del suo compito pluralistico nel miglior significato e quindi anche culturale e tira fuori dal cassetto opere importanti e significative della nostra storia cinematografica che sono in pratica dimenticate.

È proprio il caso di questo bellissimo film di Valerio Zurlini, autore mai sufficientemente ricordato e che meriterebbe ben altra considerazione da parte degli spettatori non solo cinefili. Ammiriamo così un film sui sentimenti, sull’amore e delle sue derivazioni/deviazioni, sulle paure e le incertezze che possono suscitare, sulle delusioni, in special modo nelle persone incaute come questa Aida, che venendo dalla provincia scopre la città e deve scontrarsi con la dura e non sempre ospitale realtà. Quella dura della vera vita, scegliendo se adattarsi oppure no e, quindi, tornare alle origini, che se da un lato rappresentava la sconfitta portava però la sicurezza dell’ambiente conosciuto.

Questo è un bel film sull’amore, che spesso deve fare i conti con il moralismo, coriaceo antibiotico alla malattia sentimentale: può perfino ucciderlo. Film a tratti lirico, anche nel senso musicale, quando le note della Aida ben più nota inondano la scena con la voce di Beniamino Gigli ma anche con le più celebri canzoni di quel momento con le voci di Mina, Celentano, Umberto Bindi, Peppino di Capri. O come le canzonette e i locali dove le si ascoltava potevano aiutare a sbarcare il lunario, anche quello di una bella ragazza che cerca la sua strada in un bosco pieno di trappole e lupi.

Aida rappresenta uno dei migliori personaggi della lunga carriera di Claudia Cardinale, qui doppiata (come spesso capitava in quegli anni anche alle attrici e agli attori già noti) da Adriana Asti: un peccato, dato che la voce roca della bellissima attrice è sempre stata particolare e distintiva, se non addirittura sensuale.






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