La signora ammazzatutti(1994)
- michemar

- 20 dic 2022
- Tempo di lettura: 2 min
Aggiornamento: 19 dic

La signora ammazzatutti
(Serial Mom) USA 1994 commedia grottesca 1h35’
Regia: John Waters
Sceneggiatura: John Waters
Fotografia: Robert M. Stevens
Montaggio: Janice Hampton, Erica Huggins
Musiche: Basil Poledouris
Scenografia: Vincent Peranio
Costumi: Van Smith
Kathleen Turner: Beverly R. Sutphin
Sam Waterston: Eugene Sutphin
Ricki Lake: Misty Sutphin
Matthew Lillard: Chip Sutphin
Scott Morgan: det. Pike
Walt MacPherson: det. Gracey
Justin Whalin: Scotty Barnhill
Patricia Dunnock: Birdie
Lonnie Horsey: Carl Pageant
Mink Stole: Dottie Hinkle
Mary Jo Catlett: Rosemary Ackerman
TRAMA: Quando la figlia di Beverly R. Sutphin si lamenta delle scarse attenzioni del suo fidanzato e un professore consiglia per il figlio Chip le cure di uno psichiatra, la signora decide di diventare una provetta serial killer.
Voto 6

Chi può essere più pericolosa di una persona tanto maniacale da non sopportare assolutamente un oggetto fuori posto o che trovi il suo parcheggio preferito già occupato da un altro oppure da pensare che il miglior sistema per mettere ordine nella sua vita è quello di eliminare fisicamente chi gli dà fastidio e più esattamente “quei” fastidi?

Ecco, Beverly R. Sutphin, madre affettuosa e casalinga perfetta che cucina il miglior polpettone che si possa mangiare, è quel tipo e se John Waters l’ha definita nel titolo del film così perentoriamente ‘Serial Mom’, parafrasando quindi gli assassini seriali, i buoni motivi li avrà avuti.

Osserviamo la famiglia Suthpin, per esempio. Possiede tutto e la felicità familiare è difesa con i denti da mamma Suthpin affinché nulla incrini la perfezione del focolare domestico. A parte questo Beverly coltiva due bizzarri hobbies: farsi mandare cassette con la voce del famoso serial killer Ted Bundy e tormentare con telefonate oscene Dottie Hinkle, rea di averle inflitto uno sgarbo al supermarket.

Allontanandosi da ciò che aveva sempre girato, il regista firma un film più facile e molto divertente, seguendo i pensieri e le azioni di una donna che tanto spaventa quanto fa ridere per le decisioni che assume. Kathleen Turner veste i panni di quella donna disturbata e psicopatica con una nonchalance che lascia interdetti e se il suo personaggio è pienamente riuscito è merito sì dell’idea di partenza ma anche per la sua trascinante interpretazione.
Dimostrazione che anche con il delitto si può ridere, a patto, ovviamente, che sia tutto assurdo e grottesco.






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