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Ladies in Black (2018)

  • Immagine del redattore: michemar
    michemar
  • 20 nov 2022
  • Tempo di lettura: 3 min

Aggiornamento: 8 giu

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Ladies in Black

Australia 2018 commedia 1h49’


Regia: Bruce Beresford

Soggetto: Madeleine St John (The Women in Black)

Sceneggiatura: Sue Milliken, Bruce Beresford

Fotografia: Peter James

Montaggio: Mark Warner

Musiche: Christopher Gordon

Scenografia: Felicity Abbott

Costumi: Wendy Cork


Julia Ormond: Magda

Angourie Rice: Lisa

Rachael Taylor: Fay

Alison McGirr: Patty

Ryan Corr: Rudi

Vincent Pérez: Stefan

Susie Porter: Mrs. Miles

Shane Jacobson: Mr. Miles

Noni Hazlehurst: Miss Cartwright

Nicholas Hammond: Mr. Ryder

Luke Pegler: Frank

Celia Massingham: Myra

Geneviève Lemon: Mrs. Wentworth


TRAMA: A Sidney, nell'estate del 1959, Lisa aspetta di sostenere gli esami della scuola superiore e sogna di frequentare l'università. Nel frattempo, lavora come commessa in un grande magazzino, dove la presenza di colleghe più adulte le farà aprire gli occhi sul mondo e favorirà la sua metamorfosi da ragazzina a donna.


Voto 6,5

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Il film è ambientato nella capitale australiana nell'estate del 1959 sullo sfondo del risveglio culturale della nazione, del crollo della società divisa in classi e della liberazione delle donne, quindi in piena rivoluzione sociale e culturale e racconta la storia di formazione di una studentessa, Lisa, che mentre aspetta i risultati dell'esame finale di scuola superiore con il sogno di andare all'Università di Sydney, accetta un lavoro estivo in un grande magazzino. Qui lavora fianco a fianco con un gruppo di commesse che le aprono gli occhi sul mondo al di là della sua esistenza fino a quel momento così provinciale e favoriscono la sua metamorfosi. È il periodo quando l'Australia era stata sotto l'influenza di un governo conservatore per oltre un decennio e il boom del dopoguerra stava volgendo al termine, ma c'era una sensazione di cambiamento causata dall'immigrazione e dal ruolo delle donne sul posto di lavoro. Epoca in cui le donne stavano venendo alla ribalta, dove l'intolleranza verso immigrati e rifugiati era parte della società, a livello globale, e se il libro fu pubblicato nel 1993 risulta incredibilmente ancora attuale.


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La trama si sviluppa tra le donne che lavorano nel grande magazzino Goode, in cui le commesse devono vestirsi uniformemente tutte di nero. Fay (Rachael Taylor), un'ex barista, e Patty (Alison McGirr), sposata con difficoltà ad avere figli, entrambe dipendenti del reparto abbigliamento, fanno conoscenza con la 16enne Lisa (Angourie Rice), assunta per il periodo estivo in attesa dei risultati di ammissione all'università. Ben presto, però, la giovane viene presa sotto l'ala di Magda (Julia Ormond), una immigrata slovena responsabile di Model Gowns, la boutique di alta moda del negozio. Quest’ultima considera le ragazze australiane ancora ruvide, prive del fascino europeo, ed è intenzionata ad insegnare alla neoassunta i canoni dello stile e della grazia. A casa di Lisa però le cose non vanno molto bene, perché se la madre repressa incoraggia la figlia a guardare lontano e spera che l'università le dia un buon futuro, il padre, tipico uomo australiano dell'epoca, che passa il tempo libero al pub, dichiara che "nessuna mia figlia andrà mai all'università". Tempi difficili, insomma.


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In questo quadro degli anni ’50 la ragazza comincerà a maturare e a capire le difficoltà della vita, entrando, grazie alla guida e all’amicizia delle donne più grandi, anche se inizialmente diffidenti, nel mondo adulto. A dirigere il cast per la maggioranza femminile, a maggior ragione dello sguardo che la scrittrice rivolge nelle pagine del romanzo, è Bruce Beresford, che diversi anni prima aveva descritto con cura un mondo parallelo ma ambientato in America, A spasso con Daisy, vincendo quattro Oscar. Se in quel film i personaggi principali erano due, questo invece è un film corale con molti personaggi a metà strada tra la commedia e il drammatico, come spesso succede con i romanzi di formazione. Il parto dell’opera è durato parecchi anni, dato che il regista e l’altra sceneggiatrice, Sue Milliken, hanno impiegato più di due decenni per adattare il soggetto letterario, ottenendo un buon risultato.


Razzia di premi in patria.



 
 
 

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