Lady in the Water (2006)
- michemar

- 16 nov 2022
- Tempo di lettura: 4 min
Aggiornamento: 11 giu 2023

Lady in the Water
USA 2006 fantasy 1h50’
Regia: M. Night Shyamalan
Sceneggiatura: M. Night Shyamalan
Fotografia: Christopher Doyle
Montaggio: Barbara Tulliver
Musiche: James Newton Howard
Scenografia: Martin Childs, Larry Dias
Costumi: Betsy Heimann
Bryce Dallas Howard: Story
Paul Giamatti: Cleveland Heep
Jeffrey Wright: Mr. Dury
Bob Balaban: Harry Farber
Sarita Choudhury: Anna Ran
Cindy Cheung: Young-Soon Choi
M. Night Shyamalan: Vick Ran
Freddy Rodríguez: Reggie
Noah Gray-Cabey: Joey Dury
TRAMA: Cleveland Heep, custode di un complesso residenziale, salva dalla piscina quella che ritiene essere una giovane donna. A poco a poco si rende conto che la fanciulla è in realtà una creatura fiabesca che sta cercando di ritornare nel suo mondo. Cleveland, con l'aiuto di alcuni inquilini, fa di tutto per proteggere la sua nuova amica dalle creature malvagie che vogliono impedirglielo.
Voto 6

Per capire in quale mondo racchiuso in un microcosmo ci porta stavolta M. Night Shyamalan è necessario inquadrare una buona porzione della prima parte del film, così, per immergersi nell’atmosfera di questo che è un film fiabesco e misterioso.
Cleveland è il solitario custode del residence "The Cove" di Filadelfia: ha un passato di medico alle spalle ma, dopo che la moglie e i figli sono stati massacrati da un delinquente introdottosi nella loro abitazione, ha deciso di chiudersi in sé stesso riversando i propri pensieri, incentrati sullo sconvolgente episodio, in un diario personale. Una balbuzie costante accompagna i suoi discorsi con gli inquilini del residence, con i quali ha un rapporto esclusivamente professionale pur conoscendone le abitudini. Insospettito dal continuo utilizzo della piscina condominiale nelle ore notturne da parte di sconosciuti che nessuno riesce mai a vedere, si apposta nottetempo nei pressi dello specchio d'acqua insospettito da un rumore, ma finisce con il cadervi dentro privo di sensi per aver corso sul bordo bagnato. Viene salvato da una misteriosa ragazza con la pelle diafana e i capelli rossi: il suo nome è Story ed è una narf, una creatura acquatica proveniente dal misterioso Mondo Azzurro. Story è emersa dalle acque della piscina con uno scopo: portare un messaggio a uno scrittore per permettergli di terminare la sua opera, che sarà di primaria importanza per la futura formazione della coscienza di un giovane il cui operato è destinato a cambiare, in meglio, il destino dell'umanità. Il suo scopo, però, non è semplice: uno scrunt, una malvagia belva dalle sembianze di lupo dal manto mimetico simile ad erba, cerca di impedirglielo.

Che elementi si ricava da questa introduzione è presto detto: c’è un grande centro condominiale popolato da tanta gente di vario tipo da sembrare una piccola Babele, la sorprendente ospite si chiama Story (emblema dell’eroina di una favola da raccontare ai bimbi per farli addormentare), questa ha come nemici creature alquanto naïf dai nomi non tanto strani quanto onomatopeici (narf, scrunt, tartutic), lo stesso regista veste i panni di uno scrittore che ha un ruolo importante per la ragazza, alcuni personaggi paiono arrivati da chissà dove. Con tanta legna sul fuoco e con la fantasia che non è mai mancata a questo regista, ci si trova davanti ad un film corale che inevitabilmente, come è tipico nella sua cinematografia, assume i contorni del giallo ma solo a causa del mistery che ammanta l’atmosfera di quel piccolo mondo, senza evitare, come suo solito, di dare un senso moralistico alla storia, di parlare di collettività, della necessità di quel bene primario che si chiama acqua, di dare ad ognuno un posto sulla Terra. Ma soprattutto apre alla speranza che tra la gente ci sia uno scrittore le cui idee ispireranno un futuro leader che salverà il mondo, un artista il cui lavoro non sarà pienamente compreso nel suo tempo, ma solo molti anni dopo e che è disposto a sacrificare la propria vita per il bene di tutta l'umanità.

Chissà, forse temendo in anticipo i giudizi negativi sul film, M. Night Shyamalan piazza tra i personaggi un critico cinematografico (Harry Farber) che incarna il più cattivo tra tutti i presenti, una piccola vendetta preventiva, probabilmente consapevole di non aver scritto una sceneggiatura memorabile. In effetti, l’opera non ha avuto consensi molto positivi, anche a causa delle sempre alte attese che il pubblico e la critica ufficiale riserva a tutti i film dell’autore di origine indiana: se pensiamo che veniva dal bellissimo The Village e da tanti altri successi degli anni precedenti, questo non è certamente tra i suoi migliori. Ma ciò non toglie nulla, a mio parere, alla dolcezza e alla fanciullesca attrazione che il film porta in sé e neanche alla fiduciosa speranza di un mondo migliorato da un insignificante eroe nascosto in un grande e popoloso palazzo, dove tra gli inquilini ci sono creature mitologiche che conducono a mondi magici. Un incontro celestiale in un mondo di cemento.

M. Night Shyamalan si affida ancora una volta, come nel film precedente, alla bellezza rossa e diafana di Bryce Dallas Howard, che si rivela davvero come una creatura più acquatica che terrestre, mentre fa tanta tenerezza il personaggio del custode magnificamente interpretato da Paul Giamatti e non gli è da meno la grande esperienza di Bob Balaban, che quando vuole sa fare bene anche il cattivo. Ed infine un invito a osservare gli appartamenti del "The Cove", ognuno dei quali con delle ben definite caratteristiche che rispecchiano gli inquilini. Un mondo a sé, si diceva.






Commenti