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Land of Mine - Sotto la sabbia (2014)

  • Immagine del redattore: michemar
    michemar
  • 10 feb 2019
  • Tempo di lettura: 2 min

Land of Mine - Sotto la sabbia (Under sandet) Danimarca/Germania 2014, drammatico/guerra, 1h40'


Regia: Martin Zandvliet Sceneggiatura: Martin Zandvliet Fotografia: Camilla Hjelm Montaggio: Per Sandholt, Molly Malene Stensgaard Musiche: Sune Martin Scenografia: Gitte Malling, Seth Turner Costumi: Stefanie Bieker, Claudia Maria Braun


Roland Møller: serg. Rasmussen Mikkel Følsgaard: ten. Ebbe Laura Bro: Karin Louis Hofmann: Sebastian Schumann Joel Basman: Helmut Morbach Oskar Bökelmann: Ludwig Haffke Emil Buschow: Werner Lessner Leon Seidel: Wilhelm Hahn Karl Alexander Seider: Manfred Maximilian Beck: August Kluger August Carter: Rodolf Selke Tim Bulow: Hermann Marklein Alexander Rasch: Friedrich Schnurr Julius Kochinke: Johann Wolff


TRAMA: Nei giorni che seguirono la resa della Germania alla fine della seconda guerra mondiale, gli alleati deportarono migliaia di soldati tedeschi con l'onere di sacrificarsi per riparare al danno inferto al mondo dal regime nazista. Molti di quei soldati non erano addestrati, ragazzi costretti a percorrere in lungo e in largo le coste occidentali danesi per disinnescare più di due milioni di mine; quelle che l'esercito di Hitler aveva posizionato in previsione di un ipotetico sbarco degli alleati.


Voto 7


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Un terribile racconto, purtroppo poco narrato dalla letteratura ufficiale, che vede il drammatico sviluppo al termine della sanguinosa Seconda Guerra Mondiale sulle spiagge della Danimarca. Quattordici ragazzi che pensavano che finalmente le storture e le devastazioni anche mentali della guerra fossero terminati affrontano una tremenda esperienza di sopravvivenza in un lembo di Danimarca, dove non si riesce ancora a scorgere i limiti della disumanità. Assistiamo alle tappe di una storia carica di tensione emotiva, che costringe lo spettatore all'apnea dei primissimi piani di fronte al cuore di un esercito di bombe pronte ad esplodere: i volti puliti dei giovani prigionieri sono i caratteri di un intero popolo che non ha finito di soffrire.


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Disposti a sacrificarsi l'uno per l'altro, ma anche spaventati e pronti a scappare quando il primo compagno resta mutilato da una deflagrazione, i ragazzi appaiono in tutta la loro fragilità di fronte alla disumanità della guerra. Come disumano è il freddo comportamento con cui il sergente danese Rasmussen fa marciare la sua squadra sulle dune ogni giorno. La tragedia però nel finale apre il cuore alla speranza, quando, sbocciata la umana empatia tra quel sergente e i sopravvissuti, si riesce a vedere la luce in fondo al tunnel.


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Bellissimo e candidato all'Oscar 2017 come film straniero.



 
 
 

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