Lawrence d'Arabia (1962)
- michemar

- 13 ago 2023
- Tempo di lettura: 4 min
Aggiornamento: 4 ott

Lawrence d'Arabia
(Lawrence of Arabia) UK 1962 biografico/avventura 3h38’
Regia: David Lean
Sceneggiatura: Robert Bolt, Michael Wilson
Fotografia: Freddie Young
Montaggio: Anne V. Coates
Effetti speciali Cliff Richardson
Musiche: Maurice Jarre
Scenografia: John Box
Costumi: Phyllis Dalton
Peter O'Toole: Thomas Edward Lawrence
Alec Guinness: Emiro Faysal (futuro Faysal I d'Iraq)
Anthony Quinn: Awda Abu Tayi
Jack Hawkins: gen. Lord Edmund Allenby
Omar Sharif: Sharīf ʿAlī ibn al-Kharīsh
José Ferrer: Bey turco, comandante di Dar'a
Anthony Quayle: col. Harry Brighton
Claude Rains: Mr. Dryden
Arthur Kennedy: Jackson Bentley
Donald Wolfit: gen. Sir Archibald Murray
TRAMA: Durante la guerra 1914/18 il tenente Thomas Edward Lawrence, agente del servizio segreto britannico, trasforma in guerriglia la rivolta degli arabi contro i turchi, guida i beduini alla conquista di Damasco e poi si ritira nell'anonimato.
Voto 8,5

Il tenente T.E. Lawrence, del Quartiere Generale Britannico al Cairo, viene mandato tra le tribù arabe in rivolta contro il governo turco con il compito di rinfocolare la rivolta. Dopo un'azione audacissima e la presa della piazzaforte di Aqaba, l'ufficiale, che ha assunto i costumi e la mentalità locali, diventa la guida carismatica degli arabi che ora vuole emancipare contro gli stessi interessi del governo inglese. Le sue imprese gli hanno creato attorno un'aura di invincibilità che lo condiziona psicologicamente spingendolo fino all'autolesionismo. Divenuto troppo ingombrante, Lawrence viene messo in disparte. Gli arabi però sono ormai coscienti della loro appartenenza nazionale e possono dar vita a uno stato unitario.

Il film, uno dei più grandi racconti epici di tutti i tempi, rappresenta l'essenza stessa del cinema. Poche opere reggono il confronto con l'ambizioso capolavoro di David Lean, vincitore di 7 premi Oscar. Liberamente tratto dalle memorie dell'eccentrico ufficiale britannico Thomas E. Lawrence sulla campagna contro i turchi nella Prima guerra mondiale, è stato fonte di ispirazione per innumerevoli cineasti, in particolare George Lucas e Steven Spielberg. Quest'ultimo ha collaborato al restauro della pellicola riportandola alla durata e alle qualità originali con l'aiuto di un altro grande appassionato, Martin Scorsese. L'impetuosa colonna sonora di Maurice Jarre, la scrittura dello sceneggiatore Robert Bolt, il deserto magnificamente fotografato da Freddie Young, un cast di migliaia di persone: si tratta di uno spettacolo da grande schermo che merita di essere visto e rivisto.
Il formato 70 mm. esalta anche i minimi dettagli, dai penetranti occhi azzurri di Peter O’Toole al sole che batte sulle dune in movimento. Immagini e scene del film ormai storiche, come Omar Sharif che esce da un miraggio, l'accensione di un fiammifero che diventa un'alba, l'impressionante assalto ad Aqaba, sono spettacolari e irripetibili. E pensate, senza effetti speciali digitali! Spielberg ha calcolato che oggi film costerebbe varie centinaia di milioni di dollari, ma nessuno osa replicare l'impresa di Lean, maestro della regia e del racconto nel suo momento di massimo splendore.
L'importanza della sontuosa opera e del suo autore si devono alla spettacolarità ma anche ai contenuti. Le follie del colonialismo e le ipocrisie della guerra vengono messe in primo piano, mentre il colonnello Lawrence, proclamatosi condottiero degli arabi contro i turchi, perde ogni inibizione, esaltato dai successi militari. Ma il suo ego smisurato non reggerà alla consapevolezza di un onore divenuto ferocia, di un coraggio sostituito dall'arroganza. La triste storia di un declino, mostrata con ingegno e cultura: un'opera epica all'altezza della grande letteratura.
Non compaiono figure femminili (a parte qualche breve apparizione), solo uomini. Quindi bando ai sentimenti umani, all’amore, al sesso, anche se, in diversi momenti, serpeggia un sottile filo di omosessualità e attrazione maschile in sequenze che possono dare questa impressione. Anzi, la grande maestria del regista sta proprio nell’accenno, senza mai dare adito a far credere che qualcosa possa succedere in quel senso.

Il magnifico Peter O’Toole si presta al ruolo con enorme efficacia e il suo sguardo penetrante diventa quasi un ruolo a sé, e si confronta con un altro che invece è caratterizzato degli occhi scuri altrettanto espressivi, quelli dell’esotico Omar Sharif. Il tutto nell’ambito di un cast notevolissimo che vede anche Alec Guinness, Anthony Quinn, José Ferrer, Anthony Quayle, Claude Rains.

Personaggi scritti con forte personalità e carattere: (fonte Wikipedia)
Thomas Edward Lawrence: interpretato dall'allora poco conosciuto (per il cinema, ma non per il teatro) Peter O'Toole. Enigmatico e dotato di grande carisma, vede frustrato il suo sogno di un regno arabo unito.
Principe Faysal: interpretato da Alec Guinness. Dotato di grande lungimiranza politica e di una moderna visione dei media, che utilizza per i suoi scopi.
Sceriffo ʿAlī: interpretato da Omar Sharif. Profondamente legato alla sua terra ed alle sue tradizioni, ma desideroso di conoscere il mondo moderno; segue Lawrence in tutta la sua epopea diventandone amico e condividendone il successo militare e la frustrazione politica.
Awda Abu Tayy: interpretato da Anthony Quinn. Guerriero beduino di grande valore, segue Lawrence, ma si rifiuta di imparare la politica preferendo, dopo la conquista di Damasco, tornare alla sua tribù per continuare a vivere come ha sempre fatto.
Generale Allenby: interpretato da Jack Hawkins. Pragmatico e dotato di grande intelligenza strategica, capace di trovare una sintesi tra l'illusione del mondo arabo ed il progetto politico che vede la luce dopo la conquista di Damasco.
Colonnello Brighton: interpretato da Anthony Quayle. Ligio al dovere, esegue fedelmente tutti gli ordini provenienti dal suo Stato Maggiore, ma non rimane indifferente al trattamento subito da Lawrence.
Mr. Dryden: interpretato da Claude Rains. Politico e diplomatico che svolge la sua missione utilizzando e muovendo le persone in un disegno prestabilito che lui e pochi altri conoscono e che si rivela solo alla fine delle ostilità.
Jackson Bentley: interpretato da Arthur Kennedy. Giornalista americano, ambizioso ma allo stesso tempo ingenuo; fa conoscere al mondo le gesta di Lawrence, creandone il personaggio ma non condividendone, non riuscendo a comprenderli, la crudeltà e l'istrionismo di cui è testimone.

Riconoscimenti:
1963 - Premio Oscar
Miglior film
Migliore regia
Migliore fotografia
Migliore scenografia
Miglior montaggio
Miglior sonoro
Miglior colonna sonora
Candidatura miglior attore protagonista a Peter O'Toole
Candidatura miglior attore non protagonista a Omar Sharif
Candidatura migliore sceneggiatura non originale
1963 - Golden Globe
Miglior film drammatico
Migliore regia
Miglior attore non protagonista a Omar Sharif
Miglior attore debuttante a Peter O'Toole e Omar Sharif
Migliore fotografia
Candidatura miglior attore in un film drammatico a Peter O'Toole
Candidatura miglior attore in un film drammatico a Anthony Quinn
Candidatura miglior colonna sonora
1963 - Premio BAFTA
Miglior film
Miglior film britannico
Miglior attore britannico a Peter O'Toole
Migliore sceneggiatura britannica
Candidatura miglior attore straniero a Anthony Quinn


















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