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Le relazioni pericolose (1988)

  • Immagine del redattore: michemar
    michemar
  • 11 gen 2023
  • Tempo di lettura: 3 min

Aggiornamento: 29 mag 2023


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Le relazioni pericolose

(Dangerous Liaisons) USA/UK 1988 dramma 1h59’


Regia: Stephen Frears

Sceneggiatura: Christopher Hampton

Montaggio: Mick Audsley

Fotografia: Philippe Rousselot

Musica: George Fenton

Scenografia: Stuart Craig

Costumi: James Acheson


Glenn Close: marchesa Isabelle de Merteuil

John Malkovich: visconte Sébastien di Valmont

Michelle Pfeiffer: madame Marie de Tourvel

Uma Thurman: Cécile de Volanges

Keanu Reeves: Raphael Danceny

Swoosie Kurtz: madame de Volanges

Mildred Natwick: madame de Rosemonde

Peter Capaldi: Azolan


TRAMA: Il legame tra la marchesa di Merteuil e il visconte di Valmont è molto particolare. Ferita dal fatto di essere stata abbandonata, la marchesa insiste a sfidarlo sulle sue abilità di conquistatore. Dopo aver felicemente insidiato una quindicenne, Valmont - sempre su indicazione della marchesa - seduce anche madame de Tourvel, moglie di un austero magistrato. Ma proprio le reazioni della nobildonna, sedotta e abbandonata, inducono il libertino a riflettere sulla sua esistenza.


Voto 7

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Il film, come il romanzo, è ambientato nella Francia prerivoluzionaria, dove la decadenza della nobiltà ha raggiunto proporzioni epiche. In questo mondo, il visconte de Valmont (John Malkovich) e la marchesa de Mertueil (Glenn Close) sono ex amanti e stretti confidenti. Lui è conosciuto come il più famoso seduttore di donne e lei è nota come abile manipolatrice. Si godono la reciproca compagnia e si lanciano battute l'un l'altro come granate vere in un gioco perverso e divertente. Lei ha una richiesta per lui, assolutamente in tema per il loro rapporto: vuole che deflori Cécile de Volanges (Uma Thurman), la giovane figlia della sua amica, Madame de Volanges (Swoosie Kurtz) in quanto la attraente ragazza deve sposare il suo amante e non vuole che la nuova sposa vada al suo letto matrimoniale da vergine. Valmont rifiuta, sostenendo che sarebbe troppo facile. Inoltre, è impegnato in un altro gioco: deve sconfiggere le fortificate difese della notoriamente virtuosa Madame de Tourvel (Michelle Pfeiffer) e conquistarla. Mertueil è incuriosita da questa impresa e allora gli offre una scommessa: se riesce a sedurre Madame de Tourvel e fornire una prova scritta della sua indiscrezione, lei gli concederà ancora una notte per rivivere la loro precedente passione.

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La rovina di Valmont è, ovviamente, che riuscendo a sedurre Madame de Tourvel, se ne innamora e con l'amore arriva la più grande infelicità che abbia mai potuto provare. Quasi una sconfitta per lui! L'emozione gli è così estranea che non sa come domarla o controllarla. Gli intenti di Stephen Frears sono quelli di far provare sulla pelle dello spettatore gli intrighi e le emozioni perversamente sadiche di quella gente, ma da vicino. E per arrivare allo scopo cesella i caratteri, i movimenti, gli scatti d’ira, le reazioni emotive. Con grande efficacia.

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Importante l’opera dello sceneggiatore Christopher Hampton che adatta la sua opera teatrale Les liaisons dangereuses, a sua volta basata sul romanzo epistolare di Pierre Choderlos de Laclos, per questo film di Stephen Frears, dramma sontuoso e decadente di intrighi sessuali nella Francia del XVII secolo. Godibile come il regista ci conduca nel boudoir e nel salotto della facoltosa aristocrazia che grondano eleganza e crudeltà psicologica e lo fa con molta perizia.

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Il cast funziona a meraviglia nonostante sia totalmente americano (tranne qualche trascurabile eccezione) e non inglese o francese, con buona pace dell’accento: Glenn Close è perfetta nella parte della dama acida, viziosa e vendicativa marchesa Isabelle de Merteuil, il cui più grande divertimento in una vita annoiata è cospirare con l’altrettanto cinico visconte di Valmont; John Malkovich è seducente e viscido come solo lui sa fare, mentre le due donne prese di mira Michelle Pfeiffer e Uma Thurman, giovani e attraenti, sono irresistibili; Keanu Reeves completa il gruppo degli interpreti nell’insolito ruolo del Cavaliere Danceny, una delle vittime delle macchinazioni di Valmont, artefice – come il film - di una affascinante analisi sulla lussuria, il tradimento e i sensi di colpa.

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I tre premi Oscar meritati (per la sceneggiatura, la direzione artistica e i costumi) testimoniano la piacevolezza assoluta del film, che rappresenta anche la svolta nella carriera di direttore di Stephen Frears, fino a quel momento autore solo di piccoli ma apprezzabili film britannici.

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1989 - Premio Oscar

Migliore sceneggiatura non originale

Migliore scenografia

Migliori costumi

Candidatura miglior film

Candidatura miglior attrice protagonista a Glenn Close

Candidatura migliore attrice non protagonista a Michelle Pfeiffer

Candidatura miglior colonna sonora

1990 - Premio BAFTA

Migliore attrice non protagonista a Michelle Pfeiffer

Migliore sceneggiatura non originale



 
 
 

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