Le verità nascoste (2000)
- michemar

- 18 set
- Tempo di lettura: 2 min

Le verità nascoste
(What Lies Beneath) USA 2000 thriller 2h10’
Regia: Robert Zemeckis
Sceneggiatura: Clark Gregg
Fotografia: Don Burgess
Montaggio: Arthur Schmidt
Musiche: Alan Silvestri
Scenografia: Rick Carter, William James Teegarden
Costumi: Susie DeSanto
Michelle Pfeiffer: Claire Spencer
Harrison Ford: Norman Spencer
Diana Scarwid: Jody
Miranda Otto: Mary Feur
James Remar: Warren Feur
Joe Morton: dottor Drayton
Wendy Crewson: Elena
Amber Valletta: Madison Elizabeth Frank
Micole Mercurio: sig.ra Frank
TRAMA: La moglie di un ricercatore universitario ritiene che la sua casa sul lago del Vermont sia infestata da un fantasma, o che stia perdendo la testa.
VOTO 6,5

In seguito alla partenza di sua figlia per il college, la violoncellista Claire Spencer (Michelle Pfeiffer) si trasferisce nel Vermont con suo marito Norman (Harrison Ford), un famoso scienziato e professore universitario. Una volta nella nuova casa, la donna nota degli strani comportamenti nella sua vicina Mary Feur (Miranda Otto), la quale sembra vessata e sottomessa dal marito Warren (James Remar). Norman, tuttavia, minimizza le preoccupazioni della moglie, attribuendole allo stress per l’abbandono della figlia e a un trauma subito tempo prima: Claire si era schiantata contro un albero mentre guidava la sua auto, ma non ricorda nulla dell’incidente. D’improvviso Mary sembra svanire nel nulla, e contemporaneamente Claire inizia a percepire il fantasma di una donna che aleggia nel lago intorno alla sua casa.

Michelle Pfeiffer offre una performance intensa, riuscendo a trasmettere fragilità e determinazione. Harrison Ford, invece, appare meno incisivo, quasi anestetizzato, con una recitazione che manca di sfumature emotive. Il suo personaggio, pur centrale, non riesce a imporsi come figura davvero inquietante.

Il film si ispira chiaramente a classici del mistero e dell’horror psicologico, ma non riesce a trovare una propria voce originale. Gli elementi soprannaturali e i colpi di scena risultano prevedibili, e il climax finale, pur visivamente efficace, non lascia un impatto duraturo. L’impressione generale è quella di un prodotto ben confezionato, ma con alcuni cali di tensione qui e là. Nonostante questi miei piccoli rilievi, e gli alti e i bassi dell’opera, il film è in grado di interessare il pubblico sino al termine perché riuscita è la messa in scena.

Robert Zemeckis, attento regista di tante opere sempre vive e palpitanti, autore di storie di diverso genere, capace di farci emozionare o ridere oppure farci paura, attinge a piene mani dal maestro del brivido e riporta le tensioni dei film più importanti di Hitchcock, facendosi anche aiutare dalla efficace musica dell’esperto Alan Silvestri. I due attori protagonisti poi sono attraenti e formano una bella coppia e la loro vita, che non è mai veramente tranquilla dopo gli avvenimenti prima descritti, contribuisce al climax necessario.

È più che altro un thriller psicologico che mescola abbastanza bene elementi di suspense e paranormale: la tensione, infatti, cresce man mano che Claire scopre inquietanti segreti sul passato di Norman, portando a un livello avvincente e ricco di colpi di scena. Magari si potrebbe accusare il film per una certa prevedibilità del finale, ma, nonostante ciò, il regista riesce a mantenere alta la tensione e a offrire momenti di autentica ansia.






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