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Lettere da Berlino (2016)

  • Immagine del redattore: michemar
    michemar
  • 5 ott 2022
  • Tempo di lettura: 3 min

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Lettere da Berlino

(Alone in Berlin) UK/Francia/Germania 2016 dramma 1h43’


Regia: Vincent Pérez

Soggetto: Hans Fallada

Sceneggiatura: Vincent Pérez, Achim von Borries, Bettine von Borries

Fotografia: Christophe Beaucarne

Montaggio: François Gédigier

Musiche: Alexandre Desplat

Scenografia: Jean-Vincent Puzos

Costumi: Nicole Fischnaller


Emma Thompson: Anna Quangel

Brendan Gleeson: Otto Quangel

Daniel Brühl: ispettore Escherich

Louis Hofmann: Hans Quangel

Katharina Schüttler: Claire Gehreich

Lars Rudolph: Enno Kluge

Katrin Pollitt: Eva Kluge

Ernst Stötzner: Walter

Uwe Preuss: Persicke

Joshua Grothe: Auguste Persicke

Mikael Persbrandt: agente SS Prall

Godehard Giese: col. Kruger

Jacob Matschenz: Dietrich Necker

Jürgen Tarrach: Richard Schopf

Hildegard Schroedter: Ida Kuhn


TRAMA: Berlino, 1940. Otto e Anna Quangel, una coppia della classe operaia tedesca, ricevono una terribile notizia: il loro unico figlio ha perso la vita in battaglia. I due decidono allora di combattere il regime nazista iniziando una campagna di resistenza basata su delle cartoline contro Hitler. Ben presto, la Gestapo inizierà a dar loro la caccia.


Voto 6

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Nel 1940, il soldato tedesco Hans Quangel (Louis Hofmann) viene ucciso in azione durante la campagna di Francia. I suoi genitori, Otto (Brendan Gleeson) e Anna (Emma Thompson), sono devastati dalla perdita e il loro lutto non è placato dalla gioiosa isteria per la vittoria della Germania. Decidendo che il Führer Adolf Hitler e il suo regime nazista sono responsabili di questa tragedia e molto altro, Otto non può più resistere. In queste condizioni mentali, inizia a scrivere documenti che denunciano gli abusi e le bugie del regime, che deposita segretamente in tutta Berlino mentre, anche se disillusa, Anna insiste per aiutarlo. Mentre le carte sovversive si accumulano nel corso del tempo, il detective di polizia Escherich (Daniel Brühl) ha il compito di rintracciare gli autori dei volantini, mentre è sotto pressione dal superiore delle SS sempre più impaziente per un arresto che sia di esempio, indipendentemente dalla reale colpevolezza. Mentre la posta in gioco aumenta anche con l'avvicinarsi del giorno della resa dei conti della Germania nazista, Otto e Anna sono determinati a diffondere la verità indipendentemente dalle probabilità, anche se la loro opposizione attende l'errore fatale che potrebbe condannarli.

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“Il libro più importante che sia mai stato scritto sulla resistenza tedesca al nazismo” diceva Primo Levi a proposito del soggetto del film, basato sul romanzo ‘Ognuno muore solo’ di Hans Fallada, a sua volta tratto dalla vera storia di Otto ed Elise Hampel. Libro così sconvolgente e sincero, che l’autore, che si era ispirato a fatti molto simili realmente accaduti, morì per overdose di morfina. Il regista, da parte sua, ha cercato di essere incisivo, fino ad affermare che voleva che il film fosse intriso di paura, sensazione che pervade nei cittadini, una volta letti i volantini lasciati negli androni dei palazzi e degli uffici, nelle cassette delle lettere, ovunque si potesse insomma, i quali, invece di reagire come i coniugi speravano, collaboravano con la polizia e con la Gestapo consegnando i fogli, convinti (spinti appunto dalla paura) e fiduciosi in Hitler e in una vittoria rapida della guerra. Facile immaginare quanto la Gestapo fosse determinata a far terminare il fenomeno ed arrestare i colpevoli.

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Al centro della riflessione di Fallada c’era il dubbio sul valore reale delle azioni degli Hampel (cognome dei protagonisti del romanzo), la sonnolenza di un popolo e, attraverso la figura di un riluttante ufficiale delle SS, l’assuefazione a un’obbedienza coatta e cieca. Questa operazione da parte del regista (Pérez, noto più come attore, è di padre spagnolo e madre tedesca e ha un legame personale con la storia: suo nonno fu fucilato dai franchisti e uno dei suoi prozii è morto nelle camere a gas) viene condotta con l’utilizzo di una fotografia plumbea per trasmettere l’oppressione della Germania in guerra. A ciò si aggiunge una misurata e drammatica interpretazione di Brendan Gleeson ed Emma Thompson, trattenuti e minimalisti, seppure siano nello stesso tempo due protagonisti rabbiosi e terrorizzati. Nel complesso risulta più riuscito il lavoro degli esperti attori (a cui va aggiunto Daniel Brühl nel personaggio dell’ispettore che indaga e che incarna il fallimento di una classe dirigente condannata dal senso del dovere) che quello di Vincent Pérez in qualità di regista, evidentemente ancora non pronto per il grande salto, mitigando forse troppo il dolore della vicenda e dell’aria che si respirava in Germania.



 
 
 

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