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Little Forest (2018)

  • Immagine del redattore: michemar
    michemar
  • 5 mag 2023
  • Tempo di lettura: 3 min

Aggiornamento: 11 mag 2023


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Little Forest

(Liteul poleseuteu) Corea del Sud 2018 dramma 1h43’


Regia: Yim Soon-rye

Soggetto: Daisuke Igarashi

Sceneggiatura: Hwang Seong-gu

Fotografia: Lee Seung-hoon

Montaggio: Kim Seon-min

Musiche: Lee Jun-oh


Kim Tae-ri: Song Hye-won

Moon So-ri: madre di Hye-won

Ryu Jun-yeol: Lee Jae-ha

Jin Ki-joo: Joo Eun-sook

Park Won-sang: postino

Guk-Hyang Jun: zia Book-soon

Jung Jun-won: Hoon-yi


TRAMA: La giovane Song, dopo essere stata bocciata a un esame, torna dalla città nel suo antico villaggio. Una volta giunta si accorge che sua madre è andata via, forse con qualcuno e, quindi, non ha altro modo che restare sola in casa. Le sue vecchie amiche la accolgono felici per farla sentire a suo agio. Fa uso del giardino della mamma, che è soprattutto un orto, e così ha modo di scoprire il segreto della sua cucina e di godere tutte le stagioni dell'anno e i suoi frutti genuini per la deliziosa cucina tradizionale.


Voto 6,5

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Song Hye-won decide di abbandonare Seul per tornare nel piccolo villaggio agricolo in cui ha passato l'infanzia, lontano dai frenetici ritmi urbani. Per una ventenne come lei, il posto non sembra offrire molto al di là della possibilità di coltivare il terreno e cucinare con gli ingredienti che possono essere raccolti. Nella nuova realtà non è però del tutto sola: ci sono un'anziana zia che vive dall'altra parte del villaggio, un cane che ha adottato e due amici d'infanzia, Jae-ha e Eun-sook. Con loro, Song condivide le pietanze che prepara: per lei, la cucina è più che una necessità dal momento che è lì che si rifugia per superare i sentimenti conflittuali nei confronti della madre che l'ha abbandonata quando lei era all'ultimo anno di liceo. La dolce ragazza ha provato sulla pelle il senso del fallimento della sua vita in città, che non è andata secondo i piani e gli esami, il lavoro, il fidanzato, tutto si è sgretolato intorno a lei e a questo punto della sua giovane vita deve capire prima di ogni altra cosa quale futuro scegliere e in un nevoso giorno d'inverno, sull'impulso del momento, ha sentito il forte richiamo della casa materna in campagna, dove tutto è quiete e pace della natura, dove può cucinare tutto ciò che ha imparato dalla madre, dove, come continua a ripetersi, ha vissuto solo pochi giorni.

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Anche i suoi amici sono delusi di ciò che hanno combinato e il richiamo della tradizione e della terra natia li ha riportati indietro: chi ha odiato il lavoro di impiegato di banca e chi ha sentito il bisogno di tornare a lavorare la terra. Metaforizzando le vecchie e le nuove scelte, ma soprattutto le antiche abitudini del villaggio, ecco che il cibo, la cucina e il mangiare stesso diventano un culto che appaga l’anima, esaltando i sensi del gusto. Ritrovando una gioia quasi infantile, l’amore che la protagonista riversa su quei gesti e la pratica della preparazione meticolosa e precisa delle pietanze diventa un rito propiziatorio e appagante, fino a dar l’errata idea che la giovane sia continuamente affamata. Ed invece è solo il culto del bello da vedere e del buono di cui cibarsi.

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Da un manga giapponese di Daisuke Igarashi, una delle registe di punta del cinema coreano, Yim Soon-rye, ricava un affresco bucolico, naturalistico e soprattutto gastronomico che diventa una lezione di vita e di cucina orientale. Le ricette che la giovane ragazza a cui si dedica in ogni momento della giornata, descrivendone ogni particolare – che è poi la dorsale principale della sceneggiatura, specialmente nella scrupolosa e accurata descrizione dei passaggi culinari -, gustando ogni sapore fino a farlo arrivare allo spettatore anche più distratto, sono il leitmotiv dell’intero film. Si viene inevitabilmente coinvolti nei gesti e nei sapori, pur restando solo a guardare lo schermo.

La ricompensa all’attenzione che gli si presta è l’appagamento sensoriale e di animo che si provano, perché la delicatezza e la dolcezza della narrazione risultano alla fine il senso totale del film. E questo accade nonostante si sappia che la brava Kim Tae-ri sia la stessa sorprendente interprete della terribile (e indimenticabile) Mademoiselle di Park Chan-wook.

Un consiglio: alla fine della visione è inutile dare uno sguardo al frigorifero o nei pensili della cucina: non ci sono gli stessi ingredienti del film.



 
 
 

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