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Lunchbox (2013)

  • Immagine del redattore: michemar
    michemar
  • 13 gen 2023
  • Tempo di lettura: 3 min

Aggiornamento: 29 mag 2023


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Lunchbox

(The Lunchbox) India/Francia/Germania/USA/Canada 2013 dramma 1h44’


Regia: Ritesh Batra

Sceneggiatura: Ritesh Batra

Fotografia: Michael Simmonds

Montaggio: John F. Lions

Musiche: Max Richter

Scenografia: Shruti Gupte

Costumi: Niharika Bhasin


Irrfan Khan: Saajan Fernandes

Nimrat Kaur: Ila Singh

Nawazuddin Siddiqui: Shaikh

Denzil Smith: Sharoff

Bharati Achrekar: sig.ra Deshpande

Nakul Vaid: Rajiv

Lillete Dubey: madre di Ila


TRAMA: Una consegna sbagliata nel notoriamente efficiente sistema di consegna del lunchbox di Mumbai collega una giovane casalinga a un uomo più anziano, mentre costruiscono un mondo fantastico insieme attraverso le note nel cestino del pranzo.


Voto 6,5

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Ogni mattina a Mumbai 5 mila fattorini consegnano i cestini del pranzo che le mogli preparano per i mariti al lavoro. Sono i dabbawala (da dabba, il tipico contenitore per il cibo da asporto solitamente di acciaio composto da più scodelle messe una sull'altra e tenute insieme da un gancio metallico, e da wala, fattorino), sono garzoni efficienti (oggi abbiamo i riders), spesso analfabeti, che riescono a muoversi nei labirinti della megalopoli grazie a un complesso sistema di codifica fatto di colori e simboli. Il loro compito è assicurare che centinaia di migliaia di impiegati ricevano pasti caldi direttamente da casa consegnati loro direttamente alle loro scrivanie. Un giorno però una consegna sbagliata porta la casalinga Ila Singh, abitante del quartiere borghese indù di Dadar, in contatto con Saajan Fernandes, un uomo solitario nel crepuscolo della vita che vive a Bandra, vecchio quartiere cristiano minacciato dai grattacieli di moderna costruzione. Senza conoscersi, i due cominciano a scambiarsi messaggi attraverso i cestini, rischiando di perdere di vista le loro realtà.

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Film brulicante di una folla sterminata che ripete il suo verso quasi leopardiano ma in versione orientale, e lo replica quotidianamente esattamente come Ritesh Batra riprende ogni giorno la stessa scena, quasi con le stesse persone che a noi occidentali paiono tutte uguali. Il film può dare l’impressione che si ripeta monotono e lento ed invece ci porta per mano in un mondo che sembra fiabesco. Tanto monotono che un giorno succede quello che definiamo imprevedibile e quindi fuori dalla norma, perché “a volte anche il treno sbagliato ti porta alla destinazione giusta”.

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In questo riflessivo debutto cinematografico del regista di L'altra metà della storia, seguiamo Ila (Nimrat Kaur), una solitaria casalinga indiana, mentre cerca di venire a patti con un marito che la tradisce: la loro è ormai una relazione stantia e deve anche occuparsi di un padre morente, e nessuno capisce che lei cerca amore, attenzione e apprezzamento, anche attraverso la sua cucina. Un giorno manda un pranzo speciale a suo marito, un cibo piccante completato da una nota piccante, stimolante, con la speranza che qualcosa si riaccenda. Ma un banale errore, la decisione del fato, le coincidenze della vita (il treno sbagliato) e la consegna va all'indirizzo sbagliato. E così inizia una storia d'amore improbabile e unica, attraverso le piccole note che lei mette nel cestino del pranzo giorno dopo giorno e a cui lui risponde attratto e incuriosito, senza avere la minima idea di chi realmente sia la corrispondente. L'uomo che riceve è Saajan (interpretato dalla star che fu di Bollywood Irrfan Khan), un impiegato di mezza età, uomo solitario ormai in procinto del pensionamento. Il cibo può fare miracoli e infatti un pasto sta facendo incontrare due anime sole.

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Con i suoi personaggi deliziosi e la bella recitazione, il film mescola le sensazioni sensuali del cibo e il romanticismo vecchio stile con la speranza, equivoca, e il sogno e le attese del miglioramento della vita, mentre subiamo il fascino della cucina indiana così piena di odori che paiono uscire dallo schermo per inondare l’olfatto dello spettatore. Con una delicatezza tutta orientale. Fu un enorme successo in India, ma non c'è motivo di non credere che questa storia agrodolce, tutta basata sull’atmosfera di Mumbai, possa accadere un giorno a chiunque, almeno nella mente delle persone più romantiche. Magari sotto forma della celebre “schiscetta” milanese di tanti anni fa.

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Ritesh Batra ci fa viaggiare su binari di una delicatezza assoluta, grazie soprattutto alla bravura dei protagonisti e a una sceneggiatura ricca di momenti felici, perdonandolo se poi, una volta svelato l’arcano, il film prende una piega più tradizionale, più prevedibile.



 
 
 

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