Marnie (1964)
- michemar

- 30 ago 2020
- Tempo di lettura: 3 min
Aggiornamento: 6 ott 2022

Marnie
USA 1964 thriller 2h10'
Regia: Alfred Hitchcock
Soggetto: Winston Graham
Sceneggiatura: Jay Presson Allen
Fotografia: Robert Burks
Montaggio: George Tomasini
Musiche: Bernard Herrmann
Scenografia: Robert F. Boyle
Costumi: Vincent Dee, Edith Head
Tippi Hedren: Marnie Edgar/Margaret Edgar/Peggy Nicholson/Mary Taylor
Sean Connery: Mark Rutland
Diane Baker: Lil Mainwaring
Martin Gabel: Sidney Strutt
Louise Latham: Bernice Edgar
Bob Sweeney: Bob
Mariette Hartley: Susan Clabon
Alan Napier: Mr. Rutland
Bruce Dern: marinaio
TRAMA: Marnie è una ladra che dopo ogni furto cambia identità. Viene riconosciuta da Mark, che si innamora di lei, e la pone di fronte all'alternativa della prigione o del matrimonio. Lei accetta di sposarlo, ma è nevrotica, frigida, e soggetta a terribili incubi. Mark è deciso a scoprire cosa abbia provocato in Marnie questa serie di nevrosi.
Voto 8

Assieme ad un altro capolavoro, Vertigo, forse il migliore del maestro, è in assoluto l’opera in cui Alfred Hitchcock unisce al thriller il disagio e l’esplorazione psicologica del personaggio femminile, il “suo” personaggio femminile preferito: bionda (che misteriosamente e solo inizialmente si presenta bruna), fragilissima (dietro la solita corazza di apparente sicurezza) e bellissima, come sempre di grande stile ed eleganza. Dopo il suo debutto ne Gli uccelli, il regista sceglie nuovamente come protagonista Tippi Hedren, la più vulnerabile tra le bionde fatali dell’autore, questa volta nei panni di una cleptomane che prima incontriamo lungo i binari di una stazione, e in seguito in una stanza d’albergo quando si lava i capelli e la tintura nera scompare rivelando la vera capigliatura bionda.

Scopriamo che questa donna. Marnie, ha derubato il proprio datore di lavoro e scopriamo gradualmente che la ragazza ha qualcosa in sé che cerca di mascherare e nascondere: il colore rosso è il suo nemico e le provoca attacchi isterici e crolli mentali e fisici, mentre i contatti con la madre le provocano sempre reazioni psicologiche e quindi rivelano un rapporto oltremodo problematico. Questi sono i lati caratteriali e mentali di una donna non facile da avvicinare e quando un affascinante uomo d’affari la assumerà alle proprie dipendenze, scoprendo le particolarità della bella ragazza cercherà di aiutarla in ogni maniera, venendole incontro, mettendola alla prova e studiando la maniera di metterla davanti alle sue manie psicologiche per risolverle.

In questo film c’è una delle sequenze più celebri e più riuscite della corposa filmografia hitchcockiana e che rivelano la sua enorme e innata capacità di elevare la tensione alle stelle pur non facendo succedere nulla. È quando la ragazza svaligia la cassaforte di Mark Rutland mentre la donna delle pulizie sta lavando il pavimento. Marnie si sfila le scarpe e si muove in silenzio, ma una scarpa le sfugge lentamente da sotto al braccio, inquadrando il particolare come una fase determinate, e la scarpa cade a terra rivelando la sua presenza, ma… nulla, l’inserviente è sorda e non si accorge di niente.

Sebbene non manchi il tocco astuto e seducente di Hitchcock, il film procura uno strano disagio parzialmente dovuto al personaggio di Sean Connery, il quale sì professa un amore sincero e si prodiga per aiutare l’amata, ma fa trasparire un evidente sadismo di fondo. Infatti, il vero e proprio stupro durante la luna di miele causò un forte contrasto tra il regista e lo sceneggiatore Evan Hunter, che voleva eliminare la scena per non rendere il personaggio di Mark troppo sgradevole al pubblico. Sir Alfred rifiutò e la sceneggiatura venne terminata da Jay Presson Allen.

Basato sul romanzo di Winston Graham, il film avrebbe dovuto salutare il ritorno sullo schermo di Grace di Monaco, ma il ruolo fu ritenuto troppo estremo dal principe Ranieri. Da cogliere al volo la scena immancabile in cui il regista appare come comparsa, quando esce dalla camera di un albergo che ospita anche Marnie. Il backstage? Beh, ancora una volta su questo set i rapporti tra Alfred Hitchcock e l’attrice furono disastrosi. Ma il film venne benissimo!












































Commenti