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Matrimonio all'italiana (1964)

  • Immagine del redattore: michemar
    michemar
  • 6 dic 2022
  • Tempo di lettura: 3 min

Aggiornamento: 3 giu 2023


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Matrimonio all'italiana

Italia/Francia 1964 dramma 1h42'


Regia: Vittorio De Sica

Soggetto: Eduardo De Filippo (Filumena Marturano)

Sceneggiatura: Renato Castellani, Tonino Guerra, Leonardo Benvenuti, Piero De Bernardi

Fotografia: Roberto Gerardi

Montaggio: Adriana Novelli

Musiche: Armando Trovajoli

Scenografia: Carlo Egidi

Costumi: Piero Tosi, Vera Marzot


Sophia Loren: Filumena Marturano

Marcello Mastroianni: Domenico Soriano

Aldo Puglisi: Alfredo

Tecla Scarano: Rosalia

Marilù Tolo: Diana

Enzo Aita: il sacerdote

Gianni Ridolfi: Umberto

Generoso Cortini: Michele

Vito Moricone: Riccardo

Rita Piccione: Teresina


TRAMA: Domenico soriano è un ricco sciupafemmine, Filumena è un’ex prostituta, che ha tre figli illegittimi. Fingendosi in fin di vita si fa sposare in extremis da Domenico convincendolo che uno dei tre figli è il suo. Visto che "i fiji so’ piezz ’e core" non gli dice di quale sia padre, in modo che tutti godano dello stesso favore e affetto.


Voto 7,5

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Filumena, una donna matura con un passato da prostituta, è stata per venticinque anni la mantenuta di don Domenico (detto Mimì) Soriano, ricco pasticciere napoletano e suo cliente di vecchia data. Di fatto Filumena amministra i beni e la casa di lui come una vera e propria moglie. Per costringere don Mimì al matrimonio e ad abbandonare la sua condotta dissoluta, lei si finge morente, coinvolgendo nell'inganno un medico e il prete che celebrerà il matrimonio in articulo mortis con l’uomo che, credendola in fin di vita, la sposa con la prospettiva di un breve legame. La scoperta dell'inganno sconvolge l'uomo che, avendo un’altra amante, cerca in ogni maniera di far annullare il sacramento.

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La commedia teatrale in tre atti scritta nel 1946 da Eduardo De Filippo e inserita dall'autore nella raccolta Cantata dei giorni dispari è uno dei suoi lavori più conosciuti e apprezzati dal pubblico. Scritta originariamente per la sorella Titina, è un classico del palcoscenico partenopeo e tante altre attrici hanno voluto interpretare quel personaggio impetuoso e forte di carattere, protagonista di un ampio discorso che il grande autore ha sempre fatto sulla crisi della famiglia patriarcale borghese. Filumena è la figura femminile per eccellenza del suo teatro, è una donna colma di fierezza, esilarante, intraprendente, passionale e intelligente. È un personaggio che non sbiadisce mai, non conosce dissoluzione, sembra non risentire mai delle pieghe del tempo, dei cambiamenti, delle circostanze, dei mutamenti della nostra società. Per questo, in teatro, ha avuto sempre bisogno di un’attrice vigorosa e di temperamento.

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Per il grande schermo ci ha pensato, adattando opportunamente le situazioni e i tagli adatti, Vittorio De Sica con i due attori migliori del nostro cinema in quegli anni. Adattamento che ha portato alla perdita di importanti aspetti della pièce (prima di tutto la forte carica drammatica) ma che in questa maniera si è plasmato alle esigenze del mezzo, avendo scelto il regista una strada più da commedia e meno impegnata nel lato sociale, con artifizi tipici del cinema, come per esempio il frequente uso del flashback.

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È Sophia Loren la Filumena Marturano di De Sica e lo fa con la passione e la forza che sa mettere solo lei nei ruoli così congeniali alla sua recitazione anche sfruttando (e ciò il regista lo sapeva bene) la sua avvenenza fisica e la sua enorme capacità di saper mescolare toni brillanti e momenti di dramma: straordinaria! Marcello Mastroianni è il partner ideale e non è da meno nel completare un duo fantastico, pur restando forse (solo) un passo indietro alla debordante protagonista. Dialoghi simpaticissimi, situazioni tragicomiche, espressioni teatrali di grande effetto. Si sorride e ci si commuove per i momenti che entrambi sanno costruire sia per l’efficace sceneggiatura dei vari scrittori che l’hanno confezionata, sia per la grande sintonia tra i due attori. Confesso che ho indicato, per l’indagine di una rivista, il film come quello che mi commuove davvero tutte le volte, quando nella scena finale sussurra, tra le lacrime, che è tanto bello piangere. Lei, Filomena, che in tutta la vita non si era mai potuto permettere questo lusso.

Bravissimi tutti i comprimari.


"Nun more, dotto', nun more: chi non c'ha cuore, non gli può venire l'infarto."

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Riconoscimenti

1966 - Premio Oscar

Candidatura miglior film straniero

Candidatura migliore attrice protagonista a Sophia Loren

1965 - Golden Globe

Samuel Goldwyn International Award

Candidatura miglior attore in un film commedia o musicale a Marcello Mastroianni

Candidatura migliore attrice in un film commedia o musicale a Sophia Loren

1965 - David di Donatello

Miglior regista

Miglior produttore

Migliore attrice protagonista a Sophia Loren

Miglior attore protagonista a Marcello Mastroianni

Candidatura miglior film



 
 
 

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