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Mia (2023)

  • Immagine del redattore: michemar
    michemar
  • 18 nov 2023
  • Tempo di lettura: 5 min

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Mia

Italia 2023 dramma 1h48’


Regia: Ivano De Matteo

Sceneggiatura: Ivano De Matteo, Valentina Ferlan

Fotografia: Giuseppe Maio

Montaggio: Giuliana Sarli, Ivano De Matteo

Musiche: Stefano Lentini

Scenografia: Sonia Peng

Costumi: Olivia Bellini


Edoardo Leo: Sergio

Greta Gasbarri: Mia

Milena Mancini: Valeria

Riccardo Mandolini: Marco

Alessia Manicastri: Anna

Giorgia Faraoni: Veronica

Samuel Christian Franzese: Nico

Giorgio Montanini: Piero

Melinda De Matteo: Valentina

Vinicio Marchioni: il padre di Marco


TRAMA: Una famiglia piccola, semplice e felice in cui entra un ragazzo prepotente che stravolge la vita della sua meravigliosa figlia quindicenne e la trasforma quella in un incubo.


Voto 6

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Ivano De Matteo, ancora una volta con la sceneggiatura scritta assieme a Valentina Ferlan, torna come suo costume a parlare dei problemi che a volte esplodono nelle famiglie proprio quando si pensa che tutto vada liscio, magari nei momenti più delicati della vita sia delle famiglie stesse che, e forse soprattutto, quando i figli adolescenti cominciano ad affrontare il mondo difficile che è là fuori o affrontano le prime difficoltà nell’ambito del rapporto con i genitori. Quando si è giovani si crede di poter pretendere tutto, poi crescendo, diventati genitori a loro volta, scoprono che educare i figli non è semplice e, preoccupati per la loro salute fisica e comportamentale, si assumono atteggiamenti uguali a chi li ha tirati su. I nostri ragazzi, Gli equilibristi, ma perché no, anche se di sbieco, La vita possibile e La bella gente, quindi sempre coerentemente, nei film di questo regista c’è sempre in primo piano la problematica dei rapporti tra chi ha esperienza e chi, adolescente, vuole spaccare il mondo e sentirsi indipendente. Per giunta, anche in presenza di disaccordi nella coppia in crisi.

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Questa, per esempio, è la storia di una famiglia come tante: il papà Sergio (EdoardoLeo), la mamma Valeria (MilenaMancini) e la quindicenne Mia (l’esordiente Greta Gasbarri, scelta tra le studentesse colleghe della figlia del regista) che un giorno viene corteggiata, certamente non in modo molto elegante ma in maniere spicce come si usa oggi tra i giovani di periferia, da un ragazzo più grande e robusto, il ventenne Marco (Riccardo Mandolini), uno di quelli che si potrebbero definire manipolatori, il quale stravolge la vita di questa adolescente rendendola un vero incubo insopportabile. Mia è ancora giovanissima, è una ragazza dolce e spensierata come si dovrebbe essere alla sua età, ma quando incontra Marco e se ne innamora tutto inizia a cambiare. Se prima, da ribelle, si truccava troppo pesantemente per i gusti del padre, se stava sempre con le amiche e se sorrideva per la corte di un suo compagno di classe gentile e premuroso, ora cambia atteggiamento e trascura persino Anna, l’amica del cuore. Chi le vuole bene inizia ad accorgersi che questa sua prima storia d’amore è in realtà una relazione opprimente e soffocante, sbagliata e forse pericolosa. A cominciare innanzitutto da suo padre, che inizialmente, per paura di perdere la sua bambina che improvvisamente è diventata grande (come ogni papà), intuisce con preoccupazione crescente che in questa relazione c’è davvero qualcosa che non va, di morboso, di malato. Quando Mia, aiutata dal padre, riesce ad allontanarsi da lui e ricominciare a vivere, il ragazzo – dopo averne anche approfittato - decide di vendicarsi per lo “sgarbo” ricevuto e quindi di distruggerne la reputazione. Al padre rimane solo una cosa: la vendetta.

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Dati quindi i nuovi tempi in cui viviamo e le gravi malattie sociali che si sono permeate nella vita moderna e tecnologica, ecco affacciarsi nuovi temi nei film di De Matteo: prima un atteggiamento che si potrebbe definire stalkeraggio e poi, peggio ancora, il serissimo problema del revenge porn, che finalmente oggi è divenuto reato. Succede infatti che quando Sergio è riuscito a convincere la figlia, che lui nota abbattuta e sfiduciata (pur ignorando che ha subito un rapporto sessuale cadendo nel tranello del giovanotto), a tornare vivace e dolcemente ribelle come tutte le ragazze della sua età (quella che gli ripete “Scialla!”) e farla riconciliare con l’amica prediletta, ecco che quel Marco, respinto ora più volte da Mia, dopo aver insistito con decine di telefonate e messaggi (quindi un comportamento tipico da stalker, aspetto qui tenuto decisamente in secondo piano), decide di vendicarsi e pubblicare immagini e video sui social che ritraggono la povera ragazza nuda e soggiogata alla prepotenza del maschio.

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Leggiamo tante volte, ormai e purtroppo, notizie di cronaca in cui le adolescenti restano vittime di questo tanto insopportabile comportamento di mascolinità malata che crede di trarre giovamento e superiorità postando nella rete ciò che per loro è un trofeo ma che invece è per le vittime solo una amara sconfitta della fiducia riposta. O per vendetta o per puro divertimento, la cattiveria viene commessa con la convinzione dell’impunità, svergognando la povera ragazza di turno di fronte alle amicizie, alla scuola, agli ambienti che frequenta ed infine alla famiglia. Ma ogni volta diventa imprevedibile la reazione che può scatenarsi di conseguenza nella persona ferita. La più logica e anche legale è quella della denuncia alle autorità che devono indagare e procedere ma non sempre succede questo, tanto che spesso le povere donne tacciono per vergogna o perché non hanno fiducia nelle Istituzioni, oppure succede che un familiare pensa (male) di provvedere in prima persona e vendicarsi con la violenza. Ed è proprio ciò che capita al papà Sergio di questo film: uomo tranquillo, buon padre di famiglia, innamoratissimo della moglie e, come normalmente avviene, preoccupato della sana crescita educativa della figlia adorata. Non potendo resistere alla vista delle condizioni della sua Mia, prende una decisione sbagliata e passa, in modo incauto e dilettantesco, all’azione.

La regia è apprezzabile sebbene non siano perdonabili alcune scorciatoie della sceneggiatura: la coincidenza dei due giovani che si baciano appassionatamente in una strada da dove passa, guarda caso, il padre di lei proprio in quel frangente; oppure il computer della ragazza sempre acceso e funzionante (cribbio, non si spegna mai lo schermo?) su cui arrivano i video vendicativi nel momento in cui Sergio entra nella cameretta; un finale forse troppo frettoloso. In ogni caso il film svolge la sua funzione di dramma attuale che si era imposto inizialmente e il voto di sufficienza lo raggiunge perlomeno per i buoni intenti.

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La recitazione degli attori marca qualche perplessità: Milena Mancini è sicuramente la migliore sul set e fornisce una prestazione convincente e Greta Gasbarri fa indubbiamente un buon debutto, tenuta presente la sua inesperienza. Chi mi ha deluso è stato Edoardo Leo che non trovo ancora pronto per un personaggio da dramma forte: lui è simpatico e nelle scene ordinarie si trova a suo agio ma quando deve esternare la disperazione e la tragicità non mi è parso l’attore più adatto. D’altronde è proprio nei frangenti più drammatici che il lavoro della recitazione diventa difficile e non a tutti riesce al meglio. Come ho sempre detto nel mio piccolo, saper ridere o piangere o, peggio ancora, manifestare disperazione estrema non è affatto facile: è quello il confine che contraddistingue un bravo da un grande attore.

Discreto film, rispettabile, ammirevole per i propositi, ma nulla di eclatante. Sicuramente l’argomento colpisce e fa riflettere ancora una volta su questa piaga di rapporti interpersonali malati, divenendo un problema sociale.


 
 
 

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