Mine (2016)
- michemar

- 18 feb 2022
- Tempo di lettura: 2 min
Aggiornamento: 29 ago

Mine
Usa, Spagna, Italia 2016 dramma 1h46’
Regia: Fabio Guaglione e Fabio Resinaro
Sceneggiatura: Fabio Guaglione e Fabio Resinaro
Fotografia: Sergi Vilanova
Montaggio: Matteo Santi, Fabio Guaglione, Filippo Mauro Boni
Musiche: Luca Balboni, Andrea Bonini
Scenografia: Mani Martínez
Costumi: Coro Mateo
Armie Hammer: Mike Stevens
Annabelle Wallis: Jenny
Tom Cullen: Tommy Madison
Clint Dyer: il berbero
Geoff Bell: padre di Mike
Juliet Aubrey: madre di Mike
TRAMA: Il soldato Mike Stevens sta tornando al campo base dopo una missione ma inavvertitamente poggia il piede su una mina antiuomo. Non può più muoversi, altrimenti salterà in aria. In attesa di soccorsi per due giorni e due notti, dovrà sopravvivere non solo ai pericoli del deserto ma anche alla terribile pressione psicologica della tutt'altro che semplice situazione.
Voto 6,5

Fabio Guaglione e Fabio Resinaro (si firmano infatti anche come Fabio & Fabio) sempre in coppia ma solo con due corti in carriera, prendono il coraggio a quattro mani (è il caso di dirlo) e firmano un film che si rifà alla lontana con il premiato No Man’s Land di Danis Tanovic. Pongono nel deserto un soldato solo e bloccato in quanto ha un piede su una mina: se si muove, salta in aria.

Il soldato, accaldato e assolato nel deserto, è costretto all’attesa disperata di aiuti che però paiono molto lontani e insperati. È un gioco al massacro psicologico che tiene sulla corda lo spettatore nonostante la solitudine del personaggio e l’immobilità forzata, per tutta la durata della pellicola e senza minimamente annoiarlo.

La tensione, anche senza apparente azione, è sempre alta e ci si sente sulle spine continuamente, partecipando psicologicamente alla sofferenza del soldato Mike, un bravissimo Armie Hammer, l’attore californiano appositamente arrivato sul set che evidentemente ha creduto nel progetto dei due giovani esordienti.

Coraggio quindi sia nel soggetto statico che nella narrazione. È come può capitare ad ognuno di noi: essere bloccati dalla paura, in una situazione in cui non si può essere aiutati e riflettendo sul presente e sul passato. È un’attesa spasmodica, sotto il sole cocente del deserto soffrendo fame, sete, caldo.

Una cosa è certa, l’esperimento cinematografico è riuscito, anche se in molti hanno mosso delle critiche, ma è un buon esordio nel lungo e adesso vedremo se il duo Fabio&Fabio saprà confermarsi o meno.
Film di guerra? No, più dramma psicologico.

Riconoscimenti
David di Donatello 2017:
Candidatura miglior regista esordiente
Candidatura migliori effetti digitali
Candidatura a 3 Future Award






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