Minority Report (2002)
- michemar

- 27 mar
- Tempo di lettura: 4 min
Aggiornamento: 5 set

Minority Report
USA 2002 thriller/sci-fi 2h25’
Regia: Steven Spielberg
Soggetto: Philip K. Dick (racconto)
Sceneggiatura: Scott Frank, Jon Cohen
Fotografia: Janusz Kaminski
Montaggio: Michael Kahn
Musiche: John Williams
Scenografia: Alex McDowell
Costumi: Deborah L. Scott
Tom Cruise: John Anderton
Colin Farrell: Danny Witwer
Samantha Morton: Agatha
Max von Sydow: Lamar Burgess
Patrick Kilpatrick: Knott
Lois Smith: Iris Hineman
Peter Stormare: Solomon Eddie
Tim Blake Nelson: Gideon
Steve Harris: Jad
Kathryn Morris: Lara Anderton
Mike Binder: Leo F. Crow
Neal McDonough: Gordon Fletcher
Daniel London: Wally
Jessica Harper: Ann Lively
Arye Gross: Howard Marks
TRAMA: In un futuro in cui uno speciale corpo di polizia è in grado di arrestare gli assassini prima che commettano il crimine, un agente viene accusato di un futuro omicidio e deve fuggire per dimostrare la propria innocenza.
VOTO 7

Siamo nel futuro distopico della città di Washington del 2054 in cui la scienza del campo investigativo della polizia è in grado, mediante una sofisticata prevenzione computerizzata, di anticipare gli eventi delittuosi ed arrestare in anticipo il previsto omicida. Applicando, infatti, questa nuova tecnologia, l’omicidio è stato eliminato: la polizia (grazie a tre giovani veggenti ritenuti infallibili detti Precogs, che sono in grado di vedere immagini che svelano il tempo, il luogo e altri dettagli dei reati che stanno per accadere) può prevedere il futuro e punire i colpevoli prima che i delitti vengano commessi. Il capitano John Anderton (Tom Cruise) fa parte del reparto di intervento incaricato di arrestare i potenziali malviventi: ma quando anche per lui scatta l’allarme e l’ordine di arresto (quella tecnologia ha pre-visto che ucciderà un perfetto sconosciuto nelle prossime 36 ore), è costretto a provare la propria innocenza.

Come succede tipicamente in questo tipo di thriller, dove un potenziale assassino deve dimostrare di essere innocente, il protagonista deve forzatamente sparire dalla circolazione e soprattutto sfuggire al suo stesso dipartimento capitanato dall’eterno rivale Danny Witwer (Colin Farrell), intenzionato ad eliminarlo. Muovendosi di nascosto dagli efficienti radar sparsi nella città dove ogni individuo è controllato 24 ore su 24, John deve dimostrare che i Precogs possono sbagliare.

Come si evince dalla trama, il film è principalmente visto e giudicato come fantascienza, anche e specialmente perché il soggetto è un racconto di Philip K. Dick, autore che ha ispirato film come Blade Runner e Total Recall. Tuttavia, come altri noir futuristici, può essere considerato anche un thriller d’azione o poliziesco, riuscendo, per via delle vicende parecchio movimentate, ad offrire piacere di visione sia per chi cerca l’azione da intrattenimento, sia per chi preferisce un approccio più riflessivo sui misteri e i paradossi presentati.

L’azione del protagonista è così spericolata e avventuriera che l’attore non poteva che essere Tom Cruise, che è quello adatto. Chi meglio di lui? Tanto per provare un’ipotesi, con Harrison Ford ci saremmo ritrovato con la sua faccia preoccupata e indecisa, invece il buon Tom stringe i denti e agisce prima di pensare, come sempre. Ma il contenuto del film di Steven Spielberg non è un semplicistico thriller e necessita andare a fondo su questioni ben più moralistiche e profonde.

Predestinazione o libero arbitrio? Questa è la domanda di base! Questo è il quesito che ha ossessionato filosofi e studiosi di religione nel corso degli anni. Ora, è chiaro che spesso il materiale di base di un grande film di successo è fatto per un pubblico di massa e quindi per capire dove sta andando il film, bisogna chiedersi se il futuro è stabilito e non può essere modificato o se il libero arbitrio rende quel futuro una possibilità piuttosto che una certezza. In questo caso, c’è un’ulteriore complicazione: la visione dei Precog è accurata o è stata in qualche modo manomessa? Forse Anderton in realtà non ha intenzione di uccidere, ma è stato incastrato da un criminale intelligente e ben informato che vuole toglierlo di mezzo. Ecco dove risiede il bello e il mistero di questa pellicola che affascina per i risvolti sociali ed umani. O tecnologici. Immaginiamo queste riflessioni nel XXI secolo con l’avvento dell’AI: c’è d’aver paura!

Tornando alle vicende del film, però, sono i risvolti etici che mettono inquietudine. Val la pena mantenere in schiavitù tre esseri umani per via delle loro doti? E le persone sono disposte a rinunciare a una parte della loro libertà pur di essere al sicuro dagli assassini? E che dire del sistema stesso: è davvero infallibile, o uomini innocenti vengono mandati in prigione? In realtà, non sono tutte queste persone innocenti, perché vengono catturate e processate quando non è stato (ancora) commesso alcun crimine? Certo, queste non sono situazioni del mondo reale, ma è quello che è scaturito nell’era post 11 settembre, quando il compromesso tra sicurezza e libertà è diventato un argomento spesso discusso. Ed allora il discorso si allarga e va oltre quel mezzo di intrattenimento chiamato cinema.

La scelta di Tom Cruise (nell’ambito di un buonissimo cast che vede, tra gli altri Colin Farrell, Max von Sydow, la sempre eccellente Samantha Morton) nei panni di Anderton è un caso di casting perfetto: come ha ampiamente dimostrato nella sua carriera negli ultimi decenni, ha dimostrato di essere sempre abile nell’interpretare l’eroe d’azione e nel gestire ruoli più piccoli e drammatici. Il suo Anderton è un individuo attivo, ma non è un superuomo, soprattutto non è l’alter ego della saga Mission, tutt’altro. E qui è pure meglio sviluppato come carattere. Anche perché alla regia non c’è il solito buon regista per i film d’azione, ma c’è un grande autore che ha interesse e veduta molto più ampie: Steven Spielberg.

Riconoscimenti
Oscar 2003
Candidatura per il miglior montaggio sonoro






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