Miracolo a Le Havre (2011)
- michemar

- 14 giu 2019
- Tempo di lettura: 2 min
Aggiornamento: 16 feb 2024

Miracolo a Le Havre (Le Havre) Finlandia/Francia/Germania 2011 dramma 1h33'
Regia: Aki Kaurismäki Sceneggiatura: Aki Kaurismäki Fotografia: Timo Salminen Montaggio: Timo Linnasalo Scenografia: Wouter Zoon Costumi: Frédéric Cambier
André Wilms: Marcel Marx Kati Outinen: Arletty Jean-Pierre Darroussin: Monet Blondin Miguel: Idrissa Elina Salo: Claire Evelyne Didi: Yvette Quoc Dung Nguyen: Chang Laïka: il cane François Monniè: Grocer Roberto Piazza : Little Bob Pierre Étaix: dott. Becker Jean-Pierre Léaud: l'informatore
TRAMA: Marcel Marx un calzolaio di Le Havre, trascorre una esistenza modesta ma tranquilla al fianco di sua moglie. Non sa però che la donna cova una malattia grave che fino a quel momento gli ha nascosto. Quando la donna capisce di non poter più mentire, per Marcel il colpo è durissimo. Così, mentre vaga sconvolto per il porto di Le Havre, incontra un ragazzino africano, un immigrato clandestino che in ogni istante è minacciato di essere allontanato. Marcel si affeziona al ragazzo e si mette così in testa di proteggerlo.
Voto 8

Il cinema di Aki Kaurismäki è molto particolare e straniato e ha la grande dote di stimolare emozioni, con i suoi strani personaggi, i colori della fotografia, i dialoghi spiazzanti. I suoi personaggi solo apparentemente bislacchi che invece sono pieni di umanità, capaci di grandi gesti ma soprattutto di smuovere gli animi e direi quasi le montagne. Eccone un altro bellissimo esempio.

Accadono ancora i miracoli? Nella magia del cinema a volte sì, e anche doppi o tripli come in questo caso. Il primo è realizzare sullo schermo una fiaba che parla di generosità, accoglienza, disponibilità a condividere il poco che si ha con altre persone anche se hanno un colore di pelle diverso dal tuo. Il secondo miracolo lo compie il protagonista aiutando un ragazzino che da solo combatte come un eroe per realizzare il suo sogno. Il terzo miracolo lo lascio scoprire allo spettatore.

Aki Kaurismäki svolge la trama utilizzando la sua sceneggiatura come al solito asciutta ed essenziale, con battute secche ed ironiche che fanno sorridere, a volte amaramente. Lo sguardo triste e il comportamento educato e silenzioso del piccolo Idrissa portano lo spettatore a fare il tifo per lui, uno dei tanti fuggiaschi delle zone martoriate dalle guerre e dalla fame di questa terra. Troppa retorica? Ma la realtà è questa, ed è dura per tanti uomini. Come per il protagonista Marcel Marx, personaggio tipico dei film del regista finlandese.

Battute al fulmicotone, simpatiche ed attuali tipo:
(la paziente al dottore) “Non dica subito la verità, la legge la obbliga a dirla ma non dice quando”
ed il dottore “Va bene, farò come fanno i ministri”.
Riconoscimenti
2011 Festival di Cannes
Premio FIPRESCI
Menzione speciale della Giuria Ecumenica






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