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Mission (1986)

  • Immagine del redattore: michemar
    michemar
  • 9 lug 2023
  • Tempo di lettura: 4 min

Aggiornamento: 12 set

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Mission

(The Mission) UK, Francia 1986 dramma storico 2h5’


Regia: Roland Joffé

Sceneggiatura: Robert Bolt

Fotografia: Chris Menges

Montaggio: Jim Clark

Musiche: Ennio Morricone

Scenografia: Stuart Craig

Costumi: Enrico Sabbatini


Robert De Niro: Rodrigo Mendoza

Jeremy Irons: padre Gabriel

Ray McAnally: cardinale Altamirano

Liam Neeson: Fielding

Aidan Quinn: Felipe Mendoza

Cherie Lunghi: Carlotta

Ronald Pickup: don Hontar

Chuck Low: don Cabeza

Rolf Gray: padre Ralph


TRAMA: I gesuiti spagnoli del diciottesimo secolo tentano di proteggere una remota tribù sudamericana che rischia di cadere vittima della schiavitù del Portogallo.


Voto 8


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Dopo il debutto alla regia con un film profondamente inquietante, Urla del silenzio (The Killing Fields) ispirato alla vicenda della guerra civile in Cambogia e alla susseguente presa del potere da parte dei khmer rossi e del loro leader Pol Pot, Roland Joffé ci porta in un’altra parte del mondo lontana dall’occidente europeo, nelle profondità delle foreste pluviali sudamericane. È un’opera senza dubbio più ambiziosa, anche se il modo sobrio in cui la storia viene portata sullo schermo limita il suo potere emotivo, ma nello stesso tempo trova la forza proveniente dalla caratteristica distintiva della produzione. Proprio come nel Fitzcarraldo di Werner Herzog, siamo scaraventati nel profondo della giungla insieme ai personaggi, lì abbandonati al loro difficile destino. Basato su eventi reali, rappresenta soprattutto una critica feroce della politica religiosa e persino la consueta domanda che un credente si pone quando si trova di fronte alle grandi tragedie e diventa un atto d'accusa contro l'inazione di Dio anche di fronte ad un genocidio.


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Siamo ne1750 e il potere della Chiesa Cattolica sta calando. In Sud America, nei territori appartenenti alla Spagna, che non consente il traffico di schiavi, l’alto clero sta decidendo di cedere quelle terre al Portogallo, che invece lo fa. In quel luogo ci sono le comunità religiose istituite dai missionari gesuiti per convertire e proteggere gli indiani Guarani. La Chiesa deve decidere se a queste organizzazioni sarà permesso di rimanere oppure se saranno abbandonate al controllo secolare. Però, decretare ciò permetterebbe ai cristiani convertiti di essere venduti come schiavi, ma prendere posizione a loro favore costringerebbe il Portogallo ad abbandonare la Chiesa, indebolendo così la sua posizione non solo nel Nuovo Mondo ma anche in Europa. Questo è lo sfondo storico-politico in cui si svolgono gli eventi.



La trama si concentra su tre personaggi. Il primo, padre Gabriel (Jeremy Irons), è il capo gesuita di una missione costruita in cima a un altopiano nella giungla. Il secondo, Rodrigo Mendoza (Robert De Niro), è un ex mercante di schiavi che diventa gesuita nella sua ricerca di redenzione per aver ucciso suo fratello. Il terzo, il cardinale Altamirano (Ray McAnally), è il rappresentante del Papa in Sud America, inviato nel paese apparentemente per determinare se la missione debba rimanere un luogo di preghiera e lavoro per il popolo indigeno. In realtà, è arrivato per approvare la decisione che non fa felici i gesuiti, che saranno obbligati a ritirarsi dall'area. Per quanto questo possa contrastare la sua coscienza, egli considera suo dovere proteggere la Chiesa, e i funzionari spagnoli e portoghesi coinvolti sanno già che questa è la decisione finale E non importa quanto i padri Gabriel, Fielding (Liam Neeson) e Mendoza facciano pressioni contro di essa.



Il film è più avvincente se visto in una prospettiva d'insieme rispetto ad una visione scaturita dalle storie individuali dei personaggi. L'intrigo politico alla base della storia è affascinante e il ritratto senza risparmio di ciò che accade ai Guarani, che oggi sono praticamente estinti, è un duro promemoria del peso delle responsabilità che gravano sui coloni europei per questo tipo di atrocità. Padre Gabriel ha una figura esclusivamente elaborata dalla sua fede: è un uomo paziente e gentile con una profonda fiducia nella protezione divina. Rodrigo è un personaggio più complesso e interessante, soprattutto perché la sua decisione finale – presa dal suo carattere impetuoso - lo costringe a disubbidire ai voti di non violenza e prendere le armi per difendere la missione quando i soldati attaccano, ma la sua motivazione per diventare gesuita è debole. La sua storia – che lo ha portato ad uccidere suo fratello Felipe (Aidan Quinn) in un impeto di rabbia per una donna - è presentata in modo sommario e probabilmente il regista avrebbe dovuto dedicare più tempo per spiegare meglio la personalità dell’uomo che cerca ora redenzione. Uno degli aspetti più complicati ed interessanti è senz’altro la figura del cardinale Altamirano nel suo conflitto interno, anche se poi non cambierà mai la sua decisione, a cui ovviamente deve obbedire.



La storia è appassionante, commovente, tragicamente vera e gli attori sono encomiabili anche per l’impegno fisico estenuante. Su tutti emerge la potenza interpretativa di Robert De Niro, i cui occhi fiammeggianti lanciano dardi anche quando si impone di essere calmo ed obbediente. Fino però al momento che capisce che qualcosa bisognerà pur fare per difendere quel popolo oppresso, votato senza scampo alla fine della sua esistenza. I riconoscimenti invece andranno agli altri attori. Peccato solo che dopo questi due film Roland Joffé non abbia saputo ripetersi, affrontando pellicole certamente non all’altezza delle precedenti.

Drammatico ma spettacolare, con ottimi momenti di cinema emozionante, accentuati dalla meravigliosa musica di Ennio Morricone.



Riconoscimenti

1987 - Premio Oscar

Migliore fotografia

Candidatura miglior film

Candidatura migliore regia

Candidatura migliore scenografia

Candidatura migliori costumi

Candidatura miglior montaggio

Candidatura miglior colonna sonora

1987 - Golden Globe

Migliore sceneggiatura

Miglior colonna sonora

Candidatura miglior film drammatico

Candidatura migliore regia

Candidatura miglior attore in un film drammatico a Jeremy Irons

1987 - Premio BAFTA

Miglior attore non protagonista

Miglior montaggio

Miglior colonna sonora

1986 - Festival di Cannes

Palma d'oro a Roland Joffé

Grand Prix Tecnico a Roland Joffé



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