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Mona Lisa (1986)

  • Immagine del redattore: michemar
    michemar
  • 19 nov 2020
  • Tempo di lettura: 2 min

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Mona Lisa

UK 1986 noir 1h44'


Regia: Neil Jordan

Sceneggiatura: Neil Jordan, David Leland

Fotografia: Roger Pratt

Montaggio: Lesley Walker

Musiche: Michael Kamen

Scenografia: Jamie Leonard

Costumi: Louise Frogley


Bob Hoskins: George

Cathy Tyson: Simone

Robbie Coltrane: Thomas

Michael Caine: Mortwell

Clarke Peters: Anderson

Sammi Davis: May

Kate Hardie: Cathy

Zoë Nathenson: Jeannie

Rob Bedall: Terry

Joe Brown: Dudley


TRAMA: Uscito di galera, George si deve arrangiare per vivere. L'amico gli offre un lavoro come autista di Simone, una splendida prostituta di colore di cui finisce per entrare in simpatia. Lei gli chiede di rintracciare una ragazza quindicenne, Cathy, di cui non sa più nulla; George per compiere la missione rischia la vita. Si ritrova solo, ma contento per aver ritrovato l'affetto della figlia.


Voto 7,5


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Come uscito dal guizzo di coda della new wave del cinema britannico negli anni Cinquanta e Sessanta, il Free Cinema, che tanto bene ha fatto al il cinema internazionale con una ventata di freschezza, novità e perfino rinnovamento, diretta conseguenza della rivoluzione portata da registi come Tony Richardson, Karel Reisz e Lindsay Anderson e con il contributo della nostra Lorenza Mazzetti emigrata in UK, anche un regista irlandese come Neil Jordan riesce a dare un notevole sviluppo con alcuni film di pregio un po’ fuori dal coro rispetto al resto del panorama.


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Ancora prima di ottenere il pieno riconoscimento e affermazione definitiva con il bellissimo La moglie del soldato, ecco un altro esempio altrettanto eclatante e molto poco conosciuto ma meritevole di tutta l’attenzione possibile. È, nello stesso tempo e in un certo qual modo, un noir che rientra dell’ambiente cinematografico anglosassone, con tutte le caratteristiche di personaggi loschi e perdenti del sottobosco criminale di piccolo cabotaggio, stritolati ovviamente dalle organizzazioni più potenti. La differenza rispetto a quello che si girava in quegli anni è che abbandonava la rigidità e lo schema classico, oltre che per una sceneggiatura sempre viva ed un linguaggio sfrontato, che caratterizza personaggi inattesi.


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Oltre alla bella storia e alla trama tessuta da ottimi spunti, risalta come una stella l’interpretazione del miglior Bob Hoskins mai visto, perfino superiore a quella che poi gli dette maggior gloria, Chi ha incastrato Roger Rabbit, altra pellicola innovativa, stavolta merito delle capacità creative di Robert Zemeckis. Il George dell’attore britannico è un loser perfetto, candido ma con un cuore grande così, che fa la faccia del killer ma che si intenerisce facilmente. È un uomo sfortunato, a cui la vita ha concesso poco ed allora non gli rimane che combattere con tutte le forze e con i pochi mezzi e le scarse conoscenze di cui dispone. La sua vita cambia quando conosce una prostituta d’alto bordo, Simone, una ragazza che lui vuole aiutare, magari fiutando qualche affaruccio. Tutto ciò gli porterà improvvisamente avventura, amore, amicizia, delusioni ma lo fortificherà di più e gli donerà quello che aspettava da tempo, l’affetto della figlia Cathy che non riusciva più ad avvicinare.


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Se Neil Jordan dirige da par suo, se una volta tanto Michael Caine rimane in seconda linea, Bob Hoskins vince meritatamente il premio come miglior attore a Cannes 1986 e il BAFTA e riceve anche le candidature per l’Oscar e il Golden Globe.


È sempre un peccato quando film così belli diventano praticamente invisibili!



 
 
 

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