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Nel mondo libero (2016)

  • Immagine del redattore: michemar
    michemar
  • 25 gen 2021
  • Tempo di lettura: 3 min

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Nel mondo libero

(The Free World) USA 2016 dramma 1h40’


Regia: Jason Lew

Sceneggiatura: Jason Lew

Fotografia: Bérénice Eveno

Montaggio: Dominic LaPerriere

Musiche: Tim Hecker

Scenografia: Bernardo Trujillo

Costumi: Johnny Curtis Harris


Boyd Holbrook: Martin "Mohamed" Lundy

Elisabeth Moss: Doris Lamb

Octavia Spencer: Linda Workman

Sung Kang: detective Shin

Frederick Weller: Ryan

Waleed Zuaiter: Khalil

James Moses Black: Smith


TRAMA: Dopo essere stato rilasciato da un brutale trattenimento in carcere per crimini che non ha commesso, Mo lotta per riadattarsi al mondo esterno. Ben presto, la sua strada incrocia quella di Doris, una misteriosa donna dal violento passato per cui Mo decide di rischiare la sua ritrovata libertà.


Voto 7


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Anime perse, esistenze sprecate per errori altrui, sfiducia e nessuna speranza di vita migliore. Mo e Doris sono due persone che non si conoscono e sono entrambi alla deriva. E come è giusto che sia, cercano solo un appiglio per tornare a respirare l’aria di un mondo migliore, che dia un pur minimo di speranza. Essendo su due zattere senza vela, è il destino che viene loro incontro e che li fa incrociare quando non se lo aspettavano più.


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Martin Mohamed detto “Mo”, ha dovuto scontare ben 17 anni di carcere per un reato mai commesso e questo basterebbe a chiunque per restare scosso e senza fiducia per la società, a maggior ragione dopo aver subito angherie e violenze gratuite nella prigione. 17 anni! Una volta finalmente rilasciato, anche per merito di “Progetto Innocence”, un'organizzazione legale senza scopo di lucro che si impegna a scagionare le persone che sostiene essere state condannate ingiustamente, ha trovato lavoro presso un rifugio per animali, dove accudisce con scrupolo esseri maltrattati o abbandonati dai loro padroni. Animali chiusi in gabbie in cui soffrono solitudine, malattie e vecchie ferite, come Mo stesso conosce bene sulla sua pelle. Il centro è gestito da Linda, che ha gli occhioni buoni di Octavia Spencer, una brava donna che ha intuito il dramma dell’uomo e che cerca continuamente di ridargli quella fiducia nel prossimo che ha perso.


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Doris è una giovane donna da sempre maltrattata dal violento marito, un poliziotto antipatico e insopportabile. I due si conoscono il giorno in cui lei porta il suo cane gravemente ferito: Mo cerca di fare il possibile ma i due capiscono che per non farlo soffrire lo devono abbattere. È un dolore che si somma ai precedenti, è la sintesi di ciò che entrambi stanno vivendo. Gabbie come carceri ma un microcosmo dove almeno non si incontra gente cattiva, dove è possibile respirare e vivere in santa pace, nell’attesa di un evento positivo. Quando il marito di Doris viene trovato ucciso, lei si rifugia da quel giovane in cui vede un barlume di affetto, umanità e comprensione. La loro alleanza diventa un’ancora spirituale di salvezza, un’intesa affettiva che li lega fortemente: l’uno si aggrappa all’altra e viceversa. È fuori il nemico della loro esistenza ma devono affrontare il mondo ostile e decidono di fuggire assieme. Unendo il dolore, il passato, il futuro, forse il mondo li saprà accettare.


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Basato su una buonissima sceneggiatura scritta dallo stesso giovane regista Jason Lew, il film mette alla prova due ottimi interpreti: Boyd Holbrook ed Elisabeth Moss formano una coppia ben assortita e l’intensità del dramma e delle assurde situazioni createsi fornisce loro l’occasione per una prestazione eccellente, che aumenta la qualità di questo piccolo film fattosi notare nell’ambiente ideale, quello del Sundance Festival, biglietto di presentazione che rappresenta molto per un pubblico esigente e pronto alle novità. Anche se purtroppo lascia il sapore amarissimo delle opere drammatiche che non fanno sperare molto sul futuro dei protagonisti, è un film che lascia un segno profondo e non si fa dimenticare facilmente: un film sulla seconda opportunità.

Da parte mia solo un grande apprezzamento.



 
 
 

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