Nella valle di Elah (2007)
- michemar

- 6 ott 2019
- Tempo di lettura: 3 min
Aggiornamento: 8 mar 2024

Nella valle di Elah
(In the Valley of Elah) USA 2007 dramma 2h1’
Regia: Paul Haggis
Sceneggiatura: Paul Haggis
Fotografia: Roger Deakins
Montaggio: Jo Francis
Musiche: Mark Isham
Scenografia: Laurence Bennett
Costumi: Lisa Jensen
Tommy Lee Jones: Hank Deerfield
Charlize Theron: det. Emily Sanders
Susan Sarandon: Joan Deerfield
Jason Patric: ten. Kirklander
Jonathan Tucker: Mike Deerfield
Josh Brolin: com. Buchwald
Frances Fisher: Evie
Barry Corbin: Arnold Bickman
James Franco: serg. Dan Carnelli
Wes Chatham: Steve Penning
Jake McLaughlin: Gordon Bonner
Devin Brochu: David Sanders
Mehcad Brooks: Ennis Long
TRAMA: Mike Deerfield, soldato modello di stanza in Iraq, torna a casa per una settimana di licenza e scompare misteriosamente. Ricevuta l'inquietante notizia, il padre - un veterano ed ex membro della polizia militare - si dà subito da fare per ritrovarlo, con la collaborazione dell'ispettore di polizia Emily Sanders.
Voto 7

Il ritorno di Paul Haggis alla regia - Oscar alla sceneggiatura per il toccante Crash - Contatto fisico, è di quelli che non passano inosservati: intreccio, pathos, commozione, citazioni bibliche (il titolo riprende l'epico episodio fra Davide e Golia consumatosi nella valle di Elah), sono determinanti e rendono il film privo di qualsivoglia smagliatura. Anche se è l'ennesimo film sulle guerre americane nel mondo (d’altronde, con tanti uomini stanziati in tutto il mondo, come fa il cinema ad ignorare le mille storie che ne derivano?), l'argomento principale trattato in questo film non è assolutamente la guerra perché la storia è impregnata dal dolore quasi inespresso di un padre che cerca disperatamente la verità su suo figlio, ancora di un padre che viene scosso dall’amaro destino familiare. Non è un film di guerra tant'è che è tra i pochi o forse l'unico tra le pellicole che parlano di guerra ma che si svolge interamente nel territorio statunitense.

Il merito dell'opera scritta dallo stesso regista (suo punto di forza) sta nella potenza emotiva e di indagine e forse paradossalmente nei suoi limiti, in cui la sceneggiatura compatta e sapiente, lenta e meditata, riesce a mettere in discussione con un'analisi impietosa l'ideologia militarista e il patriottismo fanatico. È lì che si svolge il vero scontro psicologico dei protagonisti, i quali indagano brancolando nel buio ma sono attoniti davanti alle deduzioni a cui riescono a giungere. Con tanta fatica e con parecchie resistenze.

Emblematiche due scene: all'inizio, la bandiera che sventola capovolta e, alla fine del racconto, l'arrivo nel campo militare di un soldato così giovane che sembra un ragazzino, ovviamente già pronto per partire e per poi tornare rovinato completamente nel fisico e soprattutto nello spirito. Che è quindi il vero obiettivo del regista.

Se come al solito Charlize Theron è bravissima e bella anche senza trucco (la bellezza non è acquisibile, lo sappiamo bene), incisiva ed efficace come poche volte, l'esibizione di Tommy Lee Jones è a dir poco esemplare, più sottotono del solito, con il levare tutto ciò che si può sottrarre alla recitazione essenziale, con gli sguardi dolorosi che parlano da soli, cioè quella di un padre che cerca in tutti i modi di schiacciare dentro di sé il dolore. Prestazione giustamente premiata con la nomination agli Oscar. E fa bene secondo me Paul Haggis ad intervenire il meno possibile con una regia leggera e far scorrere nel corso prestabilito sia i due attori che la dura storia.
Riconoscimenti
2008 - Premio Oscar
Candidatura miglior attore protagonista a Tommy Lee Jones






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