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Noi due sconosciuti (2007)

  • Immagine del redattore: michemar
    michemar
  • 22 mar 2022
  • Tempo di lettura: 2 min

Aggiornamento: 11 giu 2023


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Noi due sconosciuti

(Things We Lost in the Fire) USA/UK/Canada 2007 dramma 1h58’


Regia: Susanne Bier

Sceneggiatura: Allan Loeb

Fotografia: Tom Stern

Montaggio: Pernille Bech Christensen, Bruce Cannon

Musiche: Johan Söderqvist

Scenografia: Richard Sherman

Costumi: Karen L. Matthews


Halle Berry: Audrey Burke

Benicio del Toro: Jerry Sunborne

David Duchovny: Brian Burke

Alison Lohman: Kelly

John Carroll Lynch: Howard Glassman

Alexis Llewellyn: Harper Burke

Micah Berry: Dory Burke

Robin Weigert: Brenda

Omar Benson Miller: Neal

Paula Newsome: Diane



TRAMA: Audrey e Jerry hanno la vita sconvolta dalla morte del marito di lei, che era anche il migliore amico di lui: forse l'unico rimastogli, dacché Jerry - ex avvocato - è finito nel gorgo della droga. Audrey, pur ritenendo Jerry in qualche modo colpevole della disgrazia, gli offre comunque ospitalità in casa, per permettergli di rimettersi ma anche per aiutare se stessa e i suoi figli.


Voto 6,5

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‎Dolore, recupero e contatto umano. L’acclamata regista e sceneggiatrice danese Susanne Bier è maestra, a volte pedante, nell’indagare i caratteri dei suoi personaggi e si compiace indugiare nel dramma delle difficoltà che la vita impone a gente che era felice solo qualche ora prima.

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Brian Burke è un brav’uomo, un padre dolce, il buon marito di Audrey e l’amico leale del suo compagno d'infanzia Jerry Sunborne, oggi avvocato ma da sempre tossicodipendente. Quando la tragedia colpisce la solida famiglia – Brian muore dopo aver tentato di difendere una donna da un'aggressione - Jerry cerca di aiutare la moglie e i figli a superare i momenti difficilissimi. Un po’ succede che lei lo tira dalla sua parte, un po’ è lui che si sente attratto e in debito per l’amicizia e l’aiuto che ha sempre avuto dal defunto.

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Ognuno dei due ha bisogno dell’altro e la solitudine ha il suo peso. Da solo Jerry non ce la farà mai, Audrey cerca la protezione giusta per sé e per crescere i due figli. Per adesso l’attrazione fisica è l’ultima cosa a cui pensano, le loro preoccupazioni sono altre, c’è di mezzo la sopravvivenza esistenziale. È l’obiettivo della macchina da presa che ci facilita il compito per studiare da vicino i lenti passi che li portano ad avvicinarsi, a capire le esigenze dell’altro. Non c’è idillio, c’è solo bisogno, per superare appunto il dolore e recuperarsi alla vita tramite il conforto umano.

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Un melodramma in cui Benicio del Toro comunica tramite gli occhi che emanano un fuoco emotivo che lui sa dare nei momenti speciali, nei film giusti. Dal canto suo, Halle Berry è come altre volte un’attrice nervosa e passionale che trasmette gli impulsi intimi con slancio carnale.

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Susanne Bier è al suo debutto in lingua inglese e porta il suo dramma gelido anche in America, dove ci pensano i due attori a riscaldarlo. In più, quasi come un fantasma, aleggia anche l’ottima interpretazione di David Duchovny. Molto meglio e più indicativo il titolo originale, le cose che abbiamo perso nel fuoco, in riferimento a una scena cuore del film e al tema centrale, la capacità di cambiare.



 
 
 

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