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Non ci resta che piangere (1984)

  • Immagine del redattore: michemar
    michemar
  • 2 gen 2023
  • Tempo di lettura: 2 min

Aggiornamento: 29 mag 2023


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Non ci resta che piangere

Italia 1984 commedia 1h53’


Regia: Massimo Troisi, Roberto Benigni

Sceneggiatura: Massimo Troisi, Roberto Benigni, Giuseppe Bertolucci

Fotografia: Giuseppe Rotunno

Montaggio: Nino Baragli

Musiche: Pino Donaggio

Scenografia: Francesco Frigeri

Costumi: Ezio Altieri


Massimo Troisi: Mario

Roberto Benigni: Saverio

Amanda Sandrelli: Pia

Iris Peynado: Astriaha

Carlo Monni: Vitellozzo

Livia Venturini: Parisina

Elisabetta Pozzi: locandiera

Paolo Bonacelli: Leonardo da Vinci


TRAMA: Il maestro Saverio e il bidello Mario, sorpresi da un temporale in campagna, trovano rifugio in una vecchia locanda. Quando il giorno seguente si risvegliano, scoprono di essere finiti nel 1492. Dopo un primo smarrimento, cercano di adeguarsi alla situazione, con prevedibili risultati. Poi, a Saverio viene la grande idea di andare in Spagna per fermare Cristoforo Colombo prima che scopra l'America.


Voto 7

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No, non mi sognerei mai di scrivere qualcosa di personale su questo film, che è la celebrazione di due grandi attori e autori dei nostri tempi, uniti in un film epico che è il matrimonio che tanti speravamo di vedere.

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E sappiamo anche bene tutti che è un film che non ha certo bisogno di presentazioni, basti immaginare la coppia travolgente che lo ha immaginato, sceneggiato, diretto e interpretato. Era scritto forse nel destino che Massimo Troisi e Roberto Benigni un giorno si sarebbero messi a lavorare assieme e questo film è la semplice dimostrazione della forza comica e surreale che riuscivano a sprigionare, con gags e battute che ci sono rimaste nel cuore.

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Non c’è critica o recensione che tenga: erano imbattibili. Erano al massimo della loro carriera e del loro umorismo e seppero coniugare due modi, due mondi, due comicità diverse ma uguali, due maniere di parlare ma con un unico linguaggio che funziona alla perfezione, all’unisono.

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Non so cosa teneva dint'a capa;

intelligente, generoso, scaltro,

per lui non vale il detto che è del Papa,

morto un Troisi non se ne fa un altro.

Morto Troisi muore la segreta

arte di quella dolce tarantella,

ciò che Moravia disse del Poeta

io lo ridico per un Pulcinella.

La gioia di bagnarsi in quel diluvio

di jamm, o' saccio, ‘naggia, oilloc, azz!;

era come parlare col Vesuvio, era come ascoltare del buon Jazz.

"Non si capisce", urlavano sicuri,

"questo Troisi se ne resti al Sud!"

Adesso lo capiscono i canguri,

gli Indiani e i miliardari di Hollywood!

Con lui ho capito tutta la bellezza

di Napoli, la gente, il suo destino,

e non m'ha mai parlato della pizza,

e non m'ha mai suonato il mandolino.

O Massimino io ti tengo in serbo

fra ciò che il mondo dona di più caro,

ha fatto più miracoli il tuo verbo

di quello dell'amato San Gennaro.



 
 
 

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Il Cinema secondo me,

michemar

cinefilo da bambino

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