Non essere cattivo (2015)
- michemar

- 2 ott 2021
- Tempo di lettura: 4 min
Aggiornamento: 25 mag 2024

Non essere cattivo
Italia 2015 dramma 1h40'
Regia: Claudio Caligari
Sceneggiatura: Claudio Caligari, Francesca Serafini, Giordano Meacci
Fotografia: Maurizio Calvesi
Montaggio: Mauro Bonanni
Musiche: Alessandro Sartini, Paolo Vivaldi
Scenografia: Giada Calabria
Costumi: Chiara Ferrantini
Luca Marinelli: Cesare
Alessandro Borghi: Vittorio
Silvia D'Amico: Viviana
Roberta Mattei: Linda
Valentino Campitelli: Grasso
Alessandro Bernardini: Brutto
Danilo Cappanelli: Lungo
Manuel Rulli: Corto
Elisabetta De Vito: madre di Cesare
TRAMA: Ostia, 1995. Vittorio e Cesare sono amici da una vita, praticamente fratelli. Cresciuti in un quartiere degradato campano di espedienti, si drogano, bevono e si azzuffano con altri sbandati come loro. A casa Cesare ha una madre precocemente invecchiata che accudisce una nipotina malata, la cui madre è morta di Aids. Vittorio invece sembra non avere nessuno al mondo, e quando incontra Linda vede in lei una possibilità di costruire una vita normale.
Voto 7

Cesare e Vittorio sono legati da una forte amicizia che resiste anche quando i loro destini si separano: Vittorio cerca di salvarsi e di integrarsi attraverso il lavoro, mentre Cesare affonda nell’inferno della droga e dello spaccio.
L'ultimo film di Claudio Caligari si riallaccia all'opera che lo fece conoscere, Amore tossico: stesso ambiente, stesse facce, stessi problemi esistenziali, ma con tanta maturità artistica in più, evidenziata da un film veramente toccante e drammatico. Impossibile non andare con la mente a Pasolini e ai suoi luoghi prediletti, fisici e mentali: un excursus negli spazi oscuri non solo dell'hinterland romano, delle sue borgate fatiscenti, ma anche dell'animo umano e della società contemporanea, raccontato attraverso due figure di confine, quasi estreme. D’altronde era ciò che lui stesso spiegava nella presentazione del film: “Dopo ‘Amore tossico’, sulla colonizzazione delle borgate pasoliniane a opera dell’eroina, questo racconta il mutato consumo e commercio di stupefacenti. Non è il semplice spaccato fenomenologico del nuovo mondo tossico, ma, più ambiziosamente, la fotografia dell’esito finale del mondo pasoliniano.” Compito di chi, evidentemente, ha assimilato con responsabilità il pensiero dello scrittore e ha cercato di rappresentarlo come fece lui.

Marcate sono le due figure che dominano la storia: l'una encomiabile per la sua volontà di tirarsi fuori dalle sabbie mobili della propria condizione, con tanta voglia di farcela e vivere almeno una vita degna di questo nome; l'altra patetica per l'incapacità intima e di volontà di attuare le stesse prerogative. Come dire, una resurrezione e una sconfitta letale. Due anime fotografate da vicinissimo, praticamente addosso da parte del regista. Ma oggi non avremmo visto il testamento artistico di Caligari senza il contributo enorme dell'amico fraterno Valerio Mastandrea che era sempre presente sul set e che, quando il regista scomparve, seguì l’ottimizzazione del film. Lui ci teneva tantissimo, questo film per lui era molto importante e per realizzarlo fece slittare la lavorazione del suo Ride (lo trovate qui). Si spese molto anche solo per far partire il progetto, che non è una cosa da dare sempre per scontata. Un film che merita tutti gli elogi raccolti da Venezia in poi, anche per l'impegno e la bravura degli attori, sia il sempre più bravo Alessandro Borghi che ci sorprende ogni volta, sia quell'attore straordinario di cui ancora (a mio parere) non conosciamo i limiti, l'eclettico Luca Marinelli.

Un attore super, quest’ultimo, che non ha mai nascosto le difficoltà del suo lavoro nel film in quanto Caligari gli disse che era “troppo in carne”, per cui per essere Cesare dovette ricreare una tensione nervosa, tipica della gente che vive coi nervi a fior di pelle; il personaggio di Cesare è sotto continuo stress, dorme poco, prende pasticche, cocaina. Luca Marinelli dovette dimagrire per perdere 8 chili e ancora oggi dichiara che lui è sempre contento quando succede (gli era già capitato per La solitudine dei numeri primi, lo trovate qui) perché è un fatto importante, aiuta l’interpretazione perché il corpo cambia, e sentirlo cambiato aiuta, secondo lui, la recitazione.

Esemplare ed esplicativa la definizione che l’attore ha fatto a proposito del suo personaggio e quindi dell’intera opera: “Cesare non ha padroni ma nello stesso tempo Cesare non ha certezze. Ha troppo dolore. Ha l’amore di Viviana e di Vittorio ma non ha braccia per stringerlo. Forse non ha fiducia in un cambiamento. Il film è per me in primis il ricordo di un uomo di grande coraggio e senza paura; e secondo, noi scherzosamente l'abbiamo definito l'undicesimo comandamento. Non essere cattivo verso te e verso gli altri. Tendi al bene, al bello. L'unica salvezza. Questo è quello che significa per me.” Quadro perfetto.

Riconoscimenti
2016 - David di Donatello
Miglior sonoro
Candidatura miglior film
Candidatura miglior regista
Candidatura migliore sceneggiatura
Candidatura miglior produttore
Candidatura migliore attore protagonista a Luca Marinelli
Candidatura migliore attore protagonista a Alessandro Borghi
Candidatura migliore attrice non protagonista a Elisabetta De Vito
Candidatura migliore fotografia
Candidatura miglior colonna sonora
Candidatura migliore canzone originale (A cuor leggero) a Riccardo Sinigallia
Candidatura migliore scenografia
Candidatura migliori costumi
Candidatura miglior trucco
Candidatura migliori acconciature
Candidatura a David Giovani
2016 - Nastro d'argento
Film dell'anno
Migliore fotografia
Miglior sonoro in presa diretta
Miglior produttore
Candidatura migliore canzone originale (A cuor leggero) a Riccardo Sinigallia
2015 - Festival di Venezia
Premio Pasinetti al miglior film
Premio Pasinetti al migliore attore a Luca Marinelli
Premio FEDIC
Premio “Gianni Astrei”
Premio Sorriso Diverso Venezia 2015 - Miglior film italiano
Premio Schermi di Qualità - Carlo Mazzacurati
Premio Premio Assomusica “Ho Visto una Canzone” (A cuor leggero) a Riccardo Sinigallia
Premio Gillo Pontecorvo
Premio NuovoImaie Talent Award - Miglior attore italiano esordiente a Alessandro Borghi
2016 - Bari International Film Festival
Premio Franco Cristaldi - Miglior produttore
Premio Vittorio Gassman - Miglior attore protagonista a Luca Marinelli
2016 - Ciak d'oro
Miglior produttore
Rivelazione dell’anno a Greta Scarano e Alessandro Borghi






Commenti