Non sposate le mie figlie! (2014)
- michemar

- 15 feb 2022
- Tempo di lettura: 2 min
Aggiornamento: 2 giu 2023

Non sposate le mie figlie!
(Qu'est-ce qu'on a fait au Bon Dieu?) Francia 2014 commedia 1h37’
Regia: Philippe de Chauveron
Sceneggiatura: Philippe de Chauveron, Guy Laurent
Fotografia: Vincent Mathias
Montaggio: Sandro Lavezzi
Musiche: Marc Chouarain
Scenografia: François Emmanuelli
Costumi: Eve-Marie Arnault
Christian Clavier: Claude Verneuil
Chantal Lauby: Marie Verneuil
Ary Abittan: David Benichou
Frédéric Chau: Chao Ling
Frédérique Bel: Isabelle Verneuil
Élodie Fontan: Laure Verneuil
Medi Sadoun: Rachid Benassem
Noom Diawara: Charles Koffi
Pascal N'Zonzi: André Koffi
Julia Piaton: Odile Verneuil
Emilie Caen: Ségolène Verneuil
Salimata Kamate: Madeleine Koffi
Tatiana Rojo: Viviane Koffi
Élie Semoun: lo psicologo
TRAMA: Claude e Marie Verneuil, appartenenti alla grande borghesia di provincia, sono una coppia di genitori molto tradizionali, che si dichiarano di mentalità aperta. Le loro amate figlie si sono innamorate di uomini di origini e fedi differenti dalle loro e i due sono costretti a far buon viso a cattiva sorte. Senza voler sembrare razzisti, Claude e Marie hanno sempre desiderato che le loro ragazze si sposassero in chiesa seguendo i loro valori e ben presto la figlia minore sembra accontentare i loro desideri, incontrando un buon ragazzo cattolico, che però è di origine ivoriana.
Voto 6-

Christian Clavier e Chantal Lauby, che sono una coppia di brillanti attori, interpretano marito e moglie francesissimi, lui gollista, lei parrocchiana devota, alle prese con tre figlie già legate a un ragazzo ebreo, un cinese e un magrebino musulmano. Sperano nella quarta, la più giovane, che ama invece un nordafricano. La situazione è ideale per la commedia francese mai volgare o triviale. Se poi si aggiunge che il matrimonio tra questi due ultimi è addirittura malvisto dal padre dello sposo gli ingredienti per complicare la commedia ci sono tutti.

La bravura del regista e sceneggiatore Philippe de Chauveron si rivela nel fatto che la scrittura è nello stesso semplice e ben congegnata, accumulando gli stereotipi intuibili dalla trama che però non sono mai grevi o offensivi, sono solo le micce per far esplodere una comicità facile che intrattiene. Lo dimostra come ognuno dei fidanzati appella gli altri con soprannomi di personaggi famosi oppure come, per quieto vivere, accettano le tradizioni, anche religiose, della famiglia delle ragazze.


Commedia briosa sugli stereotipi culturali con legittimo tentativo di superamento, più di questo non si può trovare. Gli attori si dimostrano adatti e sono davvero simpatici e il film diverte quel giusto per sorridere un po’. L’importante è non aspettarsi granché.






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