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Notorious - L'amante perduta (1946)

  • Immagine del redattore: michemar
    michemar
  • 14 nov 2019
  • Tempo di lettura: 3 min

Aggiornamento: 10 set

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Notorious - L'amante perduta

(Notorious) USA 1946 thriller 1h41'


Regia: Alfred Hitchcock

Soggetto: John Taintor Foote (The Song of the Dragon")

Sceneggiatura: Ben Hecht

Fotografia: Ted Tetzlaff

Montaggio: Theron Warth

Musiche: Roy Webb

Scenografia: Carroll Clark, Albert S. D'Agostino

Costumi: Edith Head


Cary Grant: T.R. Devlin

Ingrid Bergman: Elena Huberman Sebastian

Claude Rains: Alessio Sebastian

Louis Calhern: Paul Prescott

Leopoldine Konstantin: madame Anna Sebastian

Reinhold Schünzel: dr. Otto Anderson

Moroni Olsen: Walter Beardsley


TRAMA: Elena Huberman è figlia di un tedesco stabilito negli Stati Uniti e di un'americana. Suo padre viene condannato a 20 anni di reclusione per spionaggio a favore della Germania, e s'avvelena in carcere. La figlia, che ha sempre manifestato i suoi sentimenti di buona americana, viene arruolata nel servizio segreto americano di controspionaggio ed inviata a Rio de Janeiro, dove dovrà introdursi nei circoli degli agenti nazisti e raccogliere utili informazioni. Benché ami, riamata, un agente americano, essa, per assolvere il suo compito, sposa Sebastian, un suo antico adoratore, precedentemente da lei respinto, che è il capo degli agenti nazisti. In tal modo riesce a carpire un geloso segreto.


Voto 9,5


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Spionaggio, dramma psicologico, storia d’amore: sono gli ingredienti della formula magica che ha reso questo film mitico nel panorama storico del Cinema, formula scritta con elementi che possono anche sembrare banali tanto sono frequenti nel suo genere, ma quando un maestro li sa amalgamare alla perfezione il risultato è appunto pura magia narrativa. Volendo, anche l’intrigo in sé per sé è un classico visto più volte (la spia che è sempre sul punto di essere scoperta, l’amore per la bellissima donna, i sotterfugi, le fughe precipitose, le menzogne, ecc.) e non lo si può definire particolarmente eccitante. Eppure, eppure… il tocco magico del maestro Alfred Hitchcock lo ha fatto diventare un vero capolavoro.


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È un continuo rincorrersi tra la regia geniale e lo script avvincente, in cui due uomini si innamorano della stessa donna ed entrambi la vogliono portar via, anche se in maniera diversa. Si respira ancora, dopo anni, la stessa aria di Rebecca – La prima moglie, ma l’elemento dello spionaggio ne fa un film diverso e appassionante. Questo aspetto spionistico, va ricordato, creò al grande regista non pochi problemi da parte dell’FBI, facendo interessare al caso perfino il temibile J. Edgar Hoover, sempre sul piede di guerra verso tutto ciò che accadeva in giro se allusivo o pericoloso per la sicurezza nazionale statunitense. E ciò ne fece un caso a sé.


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Dal punto di vista tecnico Alfred Hitchcock fece meraviglie: l’utilizzo, per esempio, della cinepresa in alcune scene è ancora una volta memorabile. Basti osservare il veloce piano-sequenza che, partendo dall'alto di una scalinata (uno degli elementi adorati, essendo la scala spesso al centro di moltissime scene madri dei suoi film), con un vertiginoso movimento arriva scendendo in mezzo alla affollata stanza dove ci sono gli ospiti della festa, fino ad inquadrare in primo piano una chiave, quella stretta nelle mani di Ingrid Bergman. Da brividi!


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Il cast è composto dai migliori attori che il regista potesse avere ed è quasi superfluo giudicarlo straordinario: oltre all’ineffabile Claude Rains, attore indispensabile nel panorama mondiale per le storie intricate come questa, la coppia formata da Cary Grant e Ingrid Bergman dà l’impressione che nessun altro avrebbe potuto essere al loro posto. Per l’attrice svedese, inoltre, questo film costituirà per sempre, assieme a Casablanca, uno dei ruoli scolpiti nella Storia del Cinema, così come rimarrà nella memoria collettiva il loro lungo, lunghissimo bacio che, si racconta, fu perfino parzialmente censurato.


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Come ogni memorabile film, ogni volta che capita di incrociarlo non si riesce a distaccarsene, affascina sempre, tutte le volte. Come si fa a non riguardare – come fosse la prima volta - la scena della bottiglia rotta e dei vetri spinti frettolosamente sotto il ripiano, o quando T.R. Devlin porta via in braccio la semincosciente Elena passando tra i nemici? Non tratteniamo ogni volta il fiato come se non lo sapessimo?

Diabolico Hitchcock!


Riconoscimenti

1947 - Premio Oscar

Candidatura per il miglior attore non protagonista a Claude Rains

Candidatura per la migliore sceneggiatura non originale



Commenti


Il Cinema secondo me,

michemar

cinefilo da bambino

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