On the Line (2022)
- michemar

- 3 nov 2022
- Tempo di lettura: 4 min
Aggiornamento: 11 giu 2023

On the Line
USA 2022 thriller 1h44’
Regia: Romuald Boulanger
Sceneggiatura: Romuald Boulanger
Fotografia: Xavier Castro
Montaggio: Pierre-Marie Croquet
Musiche: Clement Perin
Scenografia: Emmanuel Reveillere
Costumi: Johanna Mondon
Mel Gibson: Elvis Cooney
Kevin Dillon: Justin
William Moseley: Dylan
Nadia Farès: Sam Dubois
Alia Seror-O'Neill: Mary
Yoli Fuller: Steven
Paul Spera: Gary / James Steel
Enrique Arce: Tony
TRAMA: Un conduttore radiofonico riceve in diretta la telefonata di un ascoltatore anonimo che minaccia di uccidere tutta la sua famiglia. Per salvare i suoi cari non potrà fare altro che stare alle regole dell'uomo, cercare di identificarlo e scoprire perché lo sta ricattando.
Voto 5,5

Il film racconta la storia di un conduttore radiofonico (Mel Gibson) alle prese con un ascoltatore anonimo, che minaccia di uccidere tutta la sua famiglia e l’unico modo che il conduttore ha per salvare le persone che ama è di mettere in atto un articolato gioco per la sopravvivenza. Nel corso di una sola notte, dovrà riuscire a scoprire l’identità del criminale che lo tiene sotto scacco e salvare i suoi cari.
Il personaggio principale, messo al centro dell’obiettivo della camera da presa in maniera totalmente continuativa, è un uomo di nome Elvis Cooney, un conduttore radiofonico di Los Angeles di una rubrica notturna che inizia alla mezzanotte precisa, personaggio odiato e amato, perché sempre propenso a dire cose che normalmente non si possono dire alla radio. Elvis "dice le cose come stanno", per prendere in prestito un cliché, o come si dice anche “politicamente scorretto”. Personaggio che inevitabilmente divide gli ascoltatori, ma una cosa è certa: i suoi fans lo adorano anche per questo. La sua vita e la sua carriera vengono sconvolte una notte, appena dopo qualche minuto che è andato in onda, quando, come al solito, ha invitato i nottambuli a chiamare in trasmissione per raccontare ciò che li affligge, quale conforto cercano o qualsiasi cosa hanno voglia di dire. On the Line, appunto, sei in onda! Quella maledetta notte tutto sembra ripartire con i consueti e ripetuti riti, quando si affaccia sul monitor della collaboratrice Mary il nome di uno dei tanti sconosciuti, Gary, un ospite dal tono di voce alquanto sovraeccitato che, spavaldamente, afferma di essere entrato nella casa di Elvis e di aver preso la moglie e la piccola figlia come ostaggi.

Quale è il riscatto viene presto rivelato: deve confessare pubblicamente che lui ha offeso, maltrattato sul lavoro e abusato della collaboratrice precedente, che, licenziatasi, si è uccisa gettandosi da un terrazzo. Ora lui, che era il suo ragazzo, cerca vendetta con le ammissioni del conduttore in diretta radio altrimenti ucciderà moglie e figlioletta. Tensione altissima, inizio della trattativa, volontà di escludere la polizia per non peggiorare la situazione, mentre il viso del neoassunto, Dylan, è bianco come un cencio, spaventato e pentito di essere andato a lavorare in un posto del genere. Di notte, negli Stati Uniti la vita è attiva come di giorno, ma con l’aggravante dei tanti fuori di testa che scatenano la loro frustrazione in molte maniere. La voglia di protagonismo, poi, li eccita di più e li scaraventa nei posti dove vengono notati maggiormente.

Nulla di nuovo, verrebbe da pensare. Tanti film americani sulla vita notturna ci narrano delle disavventure più disparate che si srotolano nei bar, nei cinema, nelle strade sempre trafficate, nei piccoli hotel. Persino durante le trasmissioni radiofoniche notturne, come già celebrato in un tragico film di Oliver Stone, Talk Radio (1988). In Italia abbiamo avuto un esempio recente con Il talento del calabrone, di Giacomo Cimini del 2020 dove accadeva qualcosa di molto simile. Come in questi due film, lo sviluppo della vicenda è complesso e ha risvolti drammatici e quando il film comincia a diventare mosso ma anche monotono si verifica una svolta che va al di là delle ipotesi che fino ad allora si potevano immaginare. Ed è solo un primo passo.

Il film di Romuald Boulanger non ha intenzione, infatti, di essere un thriller basato su una scomoda situazione dove un matto insonne ha deciso di farsi giustizia nei confronti di un uomo indisponente e presuntuoso, prima ancora che personaggio radiofonico, che a sentire le accuse rivoltegli abusa della sua posizione per vessare i collaboratori, offendendoli, sfruttandoli e mortificandoli, oppure con scherzi cattivi come quello nei confronti del nuovo arrivato. Le accuse sono pesanti e Elvis faticosamente ammette le sue responsabilità, lasciando lo spettatore nel dubbio se lo stia facendo per mediare con lo sconosciuto ed evitare così conseguenze mortali per i suoi cari oppure se sia sincero e costretto a fare pubblica ammenda. Quando finalmente il film prende la vera direzione dove ci voleva condurre, si verifica la prima enorme sorpresa (ecco, allora, in cosa consiste il film!) e quando tutto è chiarito nella trama e per lo spettatore, ecco la contro-sorpresa, il controfinale, la doppia botta imprevista.

Se rivelando la prima svolta si potrebbe parlare di spoiler, figuriamoci con la seconda! Quindi è necessario essere vaghi e tenersi i segreti, altrimenti il film perderebbe interesse. Ammesso, poi, che ne abbia, perché - ciò va detto a priori - niente di speciale ci regala il film di Romuald Boulanger, tutto basato sulla possente verbosità di Elvis e di Mel Gibson, che ormai, dato il fisico e il tipo di cinema che si sta scegliendo ultimamente, non porta grande novità nella sua carriera, spiritato da quegli occhi chiari che brillano su un faccione contorniato dalla grigia barba. Se non ci fossero i due finali paralleli e contrapposti, il film sarebbe stato un comune thriller che invece non è. Neanche.
Semplice intrattenimento che non assolve neppure il suo compito in maniera sufficiente.
In ogni caso, buon compleanno Elvis!






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