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Out of Time (2003)

  • Immagine del redattore: michemar
    michemar
  • 3 feb 2024
  • Tempo di lettura: 4 min

Aggiornamento: 1 dic

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Out of Time

USA 2003 thriller 1h45’

 

Regia: Carl Franklin

Sceneggiatura: David Collard

Fotografia: Theo van de Sande

Montaggio: Carole Kravetz Aykanian

Musiche: Graeme Revell

Scenografia: Paul Peters

Costumi: Sharen Davis

 

Denzel Washington: Matthias Lee Whitlock

Eva Mendes: Alex Diaz-Whitlock

Robert Baker: Tony Dalton

John Billingsley: Chae

Dean Cain: Chris Harrison

Alex Carter: Paul Cabot

Sanaa Lathan: Ann Merai Harrison

Terry Loughlin: ag. Stark

Parris Buckner: dr. Schider

 

TRAMA: Matt Lee Whitlock, comandante della polizia di una cittadina della Florida, è rispettato dai colleghi e benvoluto dai cittadini. Fino a quando una serie di indizi lo indicano come l’autore di un efferato duplice omicidio. Matt dovrà affrontare una corsa contro il tempo per scoprire la verità ed evitare che il suo nome finisca nella lista degli indagati.

 

Voto 6


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Chissà quante volte il grande Denzel Washington ha indossato i panni del poliziotto ma se facciamo caso i suoi agenti hanno una particolarità costante e in comune: si trovano sempre nei guai. Ed inoltre, raramente è un uomo corretto al cento per cento, ha sempre qualche scheletro nell’armadio e quindi è quasi sempre nei guai. Qui più che mai, anche se stavolta gli tocca essere addirittura il capo della stazione di polizia di un posto dove è costantemente attorniato da colleghi collusi, corrotti, sospettati di vari crimini. Le variazioni nei suoi tanti personaggi di agenti consistono un po’ nel plot (a volte ripetuto, ma questo è inevitabile), nel regista di turno (negli ultimi anni è divenuto il punto di riferimento di Antoine Fuqua) e nelle diverse tonalità che l’attore riesce imprimere nel ruolo di turno.


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Stavolta è Matthias Whitlock, il capo della polizia locale di Banyan Key, piccola cittadina della Florida, che durante un’operazione antidroga sequestra denaro e altro materiale determinante per la condanna del boss malavitoso. Nel frattempo ha alcuni problemi familiari, dato che si sta separando dalla moglie Alex (Eva Mendes), anche lei poliziotta, e ha una relazione con Ann Merai Harrison (Sanaa Lathan), vittima di un marito violento. Di conseguenza c’è tanto materiale per il regista Carl Franklin per sviluppare una trama pieni di colpi di scena, perché, principalmente, il protagonista si trova al centro dei sospetti di due gravi reati: due omicidi!


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L’introduzione è nello stile classico dei thriller polizieschi americani: il nostro uomo passeggia tranquillamente lungo la costa della cittadina, con quella sua camminata rilassata che ben conosciamo, con l’atteggiamento e la sicurezza di quelli che non si lasciano disturbare. Conosce il suo mondo, conosce se stesso, sa tutte le cose che potrebbero accadere e sa di poterle gestire tutte. E, naturalmente, non sa nulla, perché quel comodo senso di sicurezza è esattamente ciò che sta per passare attraverso un tritacarne. Il nostro eroe non è esattamente innocente, non è del tutto candido, però al massimo gli si può imputare qualche piccolo reato, ma colpevole di omicidio proprio no. E neanche viene accusato subito di quel crimine: la sua esperienza ed il fiuto di segugio stanno notando qualcosa nell’aria e comincia a capire che stanno sorgendo prove compromettenti e, siccome il tempo stringe, sa che ha solo poche ore per risolvere l’indagine per poter scagionarsi.


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Intanto la vita non sta andando per il meglio. Il regista Carl Franklin e lo sceneggiatore esordiente Dave Collard sfruttano ogni occasione per alzare il livello di tensione in modo che anche prima che la trama del thriller abbia preso il via, il pubblico si senta nella morsa del film. Piccoli espedienti conosciuti che funzionano sempre. Il rapporto tra Matt e Ann non è una questione di passaggio o una relazione tiepida, è qualcosa di consistente e appassionato ed entrambi sanno che il marito è l’ovvio ostacolo alla storia d’amore. E subito veniamo a conoscenza che esistono anche altri problemi, molto seri: Ann apprende in uno studio medico che è affetta da un cancro molto grave in stadio avanzato e che le restano solo sei mesi di vita. Ecco allora gli ingredienti che, come si diceva, sono seminati lungo solo i primi minuti, ancor prima di entrare nel vivo della trama: amore, sesso, passione, affari loschi, oggetto di fortissimi sospetti, sentenza medica che non lascia scampo.


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Non si sfugge, abbiamo a che fare con il più tipico del thriller, con la classica corsa contro il tempo per dimostrare l’innocenza, con il ritmo che incalza in progressione, mentre il poliziotto deve trovare assolutamente il modo di scrollarsi di dosso i sospetti che gravano su di lui prima che ne rimanga incastrato. Il che vuol dire, nella pratica, essere nel suo ufficio per eliminare le prove a suo carico ma anche uscire nelle strade per risolvere i due casi di omicidio: come conciliare le due situazioni?


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Ansia, indagini, tempo che stringe, caldo afoso della Florida, sudore. Tutto serve per tenerci ancorati. Film passabile con due interpreti importanti: Denzel Washington sa destreggiarsi come solito e Eva Mendes è l’altro nome di rilievo, mentre Sanaa Lathan ha modo di farsi conoscere, tanto da poter entrare dopo in un giro più importante di realizzazioni sia cinematografiche che serial.

Film che si fa seguire bene, pur potendo immaginare che, come sempre, tutto finisce secondo logica.



 
 
 

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michemar

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