Parlami di Lucy (2017)
- michemar

- 24 ott 2022
- Tempo di lettura: 2 min
Aggiornamento: 14 giu 2023

Parlami di Lucy
(Occhi chiusi) Italia/Svizzera/Slovenia 2017 dramma/thriller 1h24’
Regia: Giuseppe Petitto
Sceneggiatura: Giuseppe Petitto, Kim Gualino
Fotografia: Davide Manca
Montaggio: Giuseppe Petitto, Annalisa Forgione, Elio Gentile
Musiche: Teho Teardo
Scenografia: Tommaso Ferraresi, Giuliano Pannuti
Costumi: Daniela Ciancio, Stefania Corsetti
Antonia Liskova: Nicole
Michael Neuenschwander: Roman
Linda Mastrocola: Lucy
Mia Skrbinac: Helen
TRAMA: Nicole vive in una villa isolata di montagna con il marito e la figlia. È tormentata da sogni spaventosi ed inspiegabili ed oscure presenze si manifestano all'interno e nei pressi dell'abitazione dove vive.
Voto 6-

Nicole è una donna attenta a controllare la propria vita fin nei più insignificanti dettagli. La sua piccola Lucy è una bambina di otto anni solitaria e problematica. Roman, suo marito, è un uomo affascinante e più vecchio di lei, colpevole di aver in passato messo a repentaglio il loro matrimonio con un tradimento. Sogni inquietanti e inspiegabili tormentano Nicole. Oscure presenze si manifestano all’interno e nei dintorni della loro isolata villa di montagna. La ragione non è più sufficiente a spiegare gli angoscianti fenomeni che si palesano. Lucy è chiaramente in pericolo e Nicole deve trovare la forza di mettere in discussione tutte le proprie certezze per salvare la bambina. Ma più Nicole crede di avvicinarsi alla soluzione di quello che ormai è diventato un incubo, più il pericolo diventa incombente, reale, tangibile.

In realtà girato nel 2014 ma uscito solo anni dopo a causa della morte per incidente stradale del regista l’anno seguente, può indubbiamente dare l’idea di un film incompiuto, non completamente reso più comprensibile. Si ha, soprattutto prima del finale, l’impressione che Giuseppe Petitto abbia tralasciato qualche particolare che avrebbe dato peso specifico all’opera, che durante lo svolgimento sia mancata l’impennata, rimanendo a metà strada tra il dramma e l’horror, dando però giustamente più peso al primo come nucleo centrale del lento ritmo con cui avanza.

L’attenzione che il regista ci invita a porre è tutta sulla personalità della protagonista Nicole, studiata con precisi primi piani e illustrata dai dialoghi destabilizzanti tra madre e figlia, un po’ come accade nel bellissimo The Others di Alejandro Amenábar. Molte inquadrature sono rivolte all’oscuro non raccontato, al metafisico che si nasconde tra le pieghe della casa e dell’ambiente alpino, che molto incide a creare l’atmosfera del mistero. Troppe cose non dette, sottintese, da afferrare.
Ci si può sentire attratti dall’incantesimo abbozzato e imperfetto, ma molto curato (il lato più apprezzabile) o rifiutare tutto cestinando, salvando però la buona prova della bella e misteriosa Antonia Liskova.






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