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Patton, generale d’acciaio (1970)

  • Immagine del redattore: michemar
    michemar
  • 14 mag
  • Tempo di lettura: 3 min
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Patton, generale d’acciaio

(Patton) USA 1970 biografico/guerra 2h52’

 

Regia: Franklin J. Schaffner

Soggetto: Omar N. Bradley, Ladislas Farago (Patton: Ordeal and Triumph - A Soldier’s Story)

Sceneggiatura: Francis Ford Coppola, Edmund H. North

Fotografia: Fred J. Koenekamp

Montaggio: Hugh S. Fowler

Musiche: Jerry Goldsmith

Scenografia: Urie McCleary, Gil Parrondo

 

 

George C. Scott: George S. Patton

Karl Malden: Omar Bradley

Stephen Young: Chester B. Hansen

Michael Strong: Hobart Carver

Michael Bates: Bernard Law Montgomery

Frank Latimore: Henry Davenport

Morgan Paull: Richard N. Jenson

Karl Michael Vogler: F.M. Erwin Rommel

Siegfried Rauch: capitano Steiger

Richard Münch: Alfred Jodl

Paul Stevens: Charles R. Codman

John Doucette: Lucian K. Truscott

Jack Gwillim: generale Harold Alexander

Edward Binns: generale Walter Bedell Smith

 

TRAMA: Violento, vanitoso e fanatico fino a sfiorare il ridicolo, Patton è un uomo senza macchia e senza paura, una figura indimenticabile che mise a soqquadro l’esercito e che con la sua ossessione per la disciplina creò uno degli incidenti più discussi della Seconda Guerra Mondiale.

 

VOTO 7


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Il generale Patton (George C. Scott) è il generale celebre stratega americano della Seconda Guerra Mondiale. Tra le sue campagne più famose (e vittoriose) la battaglia di Tunisia al comando della VII armata e lo sbarco in Sicilia. In ognuna di queste occasioni, Patton si dimostra militare fino in fondo all’anima, tanto appassionato per la guerra quanto inorridito dall’idea della pace.


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Ovviamente è un biopic, che narra la vita e cerca di spiegare soprattutto il carattere del generale. La pellicola è celebre per la sua apertura con un monologo del generale interpretato da George C. Scott, davanti a una gigantesca bandiera americana, una scena divenuta iconica. Il film ha ricevuto un’acclamazione critica e si è aggiudicato sette premi Oscar, incluso quello per il miglior film. Tuttavia, George C. Scott rifiutò la statuetta come miglior attore in segno di protesta contro l’industria cinematografica.


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La regia di Franklin J. Schaffner, che due anni prima aveva firmato il bellissimo Il pianeta delle scimmie (poi seguirà Papillon), si distingue per la capacità di bilanciare spettacolarità (essenziale per avere successo al botteghino) e introspezione, mentre la sceneggiatura, che vedeva già all’opera l’insigne Francis Ford Coppola assieme a Edmund H. North, offre uno sguardo complesso sulle contraddizioni del forte personaggio.


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Ed infatti, il film non si limita a glorificarlo, ma ne esplora le sfaccettature evidenziando sia le sue abilità strategiche che i suoi difetti umani. La critica lo esaltò per la sua autenticità e per l’approccio critico nei confronti del suo protagonista, riconoscendolo come un’opera significativa dal punto di vista culturale, storico ed estetico. Motivo per cui fu selezionato per la conservazione nel National Film Registry della Biblioteca del Congresso degli Stati Uniti e in seguito, nel 1998, l’American Film Institute lo ha inserito nella lista dei migliori cento film statunitensi di tutti i tempi.



Classico esempio del cinema bellico, ma indubbiamente fatto ad arte, tanto anche negli aspetti tecnici. Davvero approfondito il personaggio e molto curate le scene di guerra.


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Riconoscimenti

Premio Oscar 1971

Miglior film

Migliore regia

Miglior attore protagonista a George C. Scott

Migliore sceneggiatura originale

Miglior montaggio

Migliore scenografia

Miglior sonoro

Candidatura migliore fotografia

Candidatura migliori effetti speciali

Candidatura miglior colonna sonora

Golden Globe 1971

Miglior attore in un film drammatico a George C. Scott

Candidatura miglior film drammatico

Candidatura migliore regia

Premio BAFTA 1971

Miglior attore protagonista a George C. Scott

Miglior colonna sonora



 
 
 

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