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Payback - La rivincita di Porter (1999)

  • Immagine del redattore: michemar
    michemar
  • 20 apr 2023
  • Tempo di lettura: 2 min

Aggiornamento: 11 mag 2023


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Payback - La rivincita di Porter

(Payback) USA 1999 thriller 1h40'


Regia: Brian Helgeland

Soggetto: Donald E. Westlake (The Hunter)

Sceneggiatura: Brian Helgeland, Terry Hayes

Fotografia: Ericson Core

Montaggio: Kevin Stitt

Musiche: Chris Boardman

Scenografia: Richard Hoover

Costumi: Ha Nguyen


Mel Gibson: Porter

Gregg Henry: Val Resnick

Maria Bello: Rosie

David Paymer: Arthur Stegman

Bill Duke: det. Hicks

Jack Conley: det. Leary

Deborah Kara Unger: Lynn Porter

Lucy Liu: Pearl

John Glover: Phil

William Devane: Carter

James Coburn: Fairfax

Kris Kristofferson: Bronson


TRAMA: Dopo una rapina riuscita, Porter viene raggirato dal suo socio, che gli spara e lo considera morto. Quando si riprende, cerca vendetta e la sua parte di denaro.


Voto 6,5

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Diretta da Brian Helgeland (lo sceneggiatore di L.A. Confidential e di alcuni film di Clint Eastwood, come Debito di sangue e Mystic River) al suo debutto cinematografico come regista, la pellicola è il remake di Senza un attimo di tregua (Point Blank) di John Boorman del 1967, entrambi basati sul romanzo Anonima carogne di Donald E. Westlake. Una storia di azione e vendetta.

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Porter (Mel Gibson) è un criminale che opera in compagnia del sadico Val Resnick (Gregg Henry). Insieme, con l’aiuto della moglie di Porter, Lynn, (Deborah Kara Unger), mettono a segno una rapina da140.000 dollari ai danni di una banda cinese. Il socio però non è leale e, una volta portato a segno il colpo, spara a Porter due volte e prende tutto il malloppo, commettendo due gravi errori: non assicurarsi che Porter sia morto e rapisce la moglie, sua complice nel tradimento e nel tentato omicidio. Cinque mesi dopo, rimessosi in piedi, Porter è in cerca di vendetta. Con un solo alleato - la sua nuova ragazza, Rosie (Maria Bello) - decide di distruggere la potente organizzazione criminale di cui Resnick è membro.

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La scelta come protagonista dell’attore si rivela indovinata, anche se alquanto scontata dal fatto che una delle società produttrici è proprio di Mel Gibson. Il suo Porter è violento e istintivamente antipatico ma non si può fare a meno di essere dalla sua parte per il grave torto subito, ma anche perché è solo così che il film funziona a dovere. Belle donne (e pericolose) e brutti ceffi.

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La storia, che come da canone fila dritto verso il finale pirotecnico, offre una galleria di personaggi duri e pericolosi, ben rappresentati dal buon cast: Gregg Henry interpreta il partner traditore, Deborah Kara Unger è la moglie inaffidabile, Maria Bello è una prostituta d’alto bordo della Organizzazione, David Paymer è uno spacciatore di basso livello, James Coburn e William Devane come luogotenenti in quella “ditta”, e Kris Kristofferson nel ruolo del boss. Immancabilmente ci sono anche poliziotti corrotti e Pearl, una donna asiatica (Lucy Liu) con grinta e carattere da vendere. Il mattatore assoluto è ovviamente Mel Gibson, che si atteggia, in un noir come questo, ad una sorta di Humphrey Bogart, soprattutto quando dice, con la durezza dell’uomo che sa sempre il fatto suo: “Le vecchie abitudini sono dure a morire: se non le elimini tu, ti eliminano loro.”



 
 
 

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