Prigionieri dell’oceano (1944)
- michemar

- 27 ago
- Tempo di lettura: 3 min

Prigionieri dell’oceano
(Lifeboat) USA 1944 dramma 1h37’
Regia: Alfred Hitchcock
Soggetto: John Steinbeck (romanzo)
Sceneggiatura: Jo Swerling
Fotografia: Glen MacWilliams
Montaggio: Dorothy Spencer
Musiche: Hugo W. Friedhofer
Scenografia: James Basevi, Maurice Ransford
Costumi: René Hubert
Tallulah Bankhead: Constance “Connie” Porter
William Bendix: Gus Smith
Walter Slezak: Willy
Mary Anderson: Alice MacKenzie
John Hodiak: John Kovac
Henry Hull: Sergio “Ritt” Rittenhouse
Heather Angel: signora Higley
Hume Cronyn: Stanley “Sparks” Garrett
Canada Lee: George “Joe” Spencer
TRAMA: Alcuni sopravvissuti di una nave silurata durante la II guerra mondiale si ritrovano nella stessa scialuppa di salvataggio con uno dei membri dell’equipaggio dell’U-Boat che ha affondato l’imbarcazione.
VOTO 7

Film drammatico e di sopravvivenza del 1944 diretto da Alfred Hitchcock e tratto da una storia di John Steinbeck, ambientato interamente su una scialuppa lanciata a mare da una nave che stava affondando dopo un attacco nella Seconda guerra mondiale. La stesura del soggetto e della sceneggiatura furono complicate: il primo scrittore contattato fu John Steinbeck ma la sceneggiatura da lui presentata fu giudicata insoddisfacente; fu affidata successivamente a MacKinlay Kantor il quale a sua volta fu messo in libertà due settimane dopo. Venne chiamato infine Jo Swerling, esperto professionista che riuscì a dare al materiale già raccolto una forma accettabile anche se poi Hitchcock ci lavorò lui stesso prima di iniziare le riprese. Il film fu girato tutto in studio: un canotto galleggiava in una enorme vasca e cielo e mare erano ottenuti con i trasparenti.

La trama racconta di quando, durante la Seconda Guerra Mondiale, una nave passeggeri viene colpita e affondata in pieno oceano. Un gruppo di superstiti si ritrova su una scialuppa di salvataggio in compagnia di un soldato tedesco: come ci si poteva attendere, nonostante la scomoda e pericolosa situazione quasi estrema, l’isolamento e la presenza di una persona che viene considerata come un nemico scateneranno il nervosismo dei protagonisti. Il film punta tutto sull’aspetto psicologico che diventa la fase dominante per tutta la durata.
Diventa in tal modo una straordinaria occasione per il regista per creare suspense e tensione narrativa. Hitchcock gioca magistralmente con la psicologia dei personaggi, ognuno rappresentante una diversa estrazione sociale e ideologica, costretti a confrontarsi per sopravvivere in un ambiente ostile e limitato. La regia è innovativa, con inquadrature che si adattano e sfruttano lo spazio ristretto per aumentare la sensazione di claustrofobia, anche se all’aperto, e l’isolamento. La “scomodità” mentale si accentua quando l’unico a bordo che abbia una vaga idea di dove si possano dirigere è proprio l’indesiderato: il tedesco. Ma possono fidarsi di lui?

La sceneggiatura, come detto tratta da un soggetto di John Steinbeck, che probabilmente ha anche collaborato, è incisiva e ricca di dialoghi significativi che esplorano la natura umana sotto stress estremo. Per questi motivi l’opera è senz’altro significativa ed espone con intelligenza, che al maestro ci certo non mancava, le dinamiche di potere e sulla resilienza dello spirito umano.

Domina la grande abilità di un gran regista che sa creare tensione in un unico ambiente, come saprà ricreare anni dopo in un paio dei pilastri della sua produzione, Nodo alla gola e La finestra sul cortile, entrambi memorabili. Da non sottovalutare un altro particolare: il film in realtà ebbe problemi con alcuni critici e commentatori alla sua uscita per non aver reso il suo nazista un cattivo ringhiante, il Male rappresentato. Hitchcock certamente non fa di lui un bravo ragazzo ma, si narra, non aveva assolutamente intenzione di demonizzare l’intera popolazione tedesca, oltre a dimostrare che le idee delle persone possano cambiare in situazioni stressanti.

Piccola nota divertente: poteva mancare la sua presenza (per giunta di profilo con la sua pancia prominente) in qualche fotogramma? No: compare in una pubblicità di un foglio di giornale che un passeggero ha a bordo!

Riconoscimenti
Oscar 1945
Candidatura miglior regia
Candidatura miglior soggetto
Candidatura miglior fotografia












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