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Prima ti sposo, poi ti rovino (2003)

  • Immagine del redattore: michemar
    michemar
  • 12 set 2023
  • Tempo di lettura: 3 min

Aggiornamento: 9 ago

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Prima ti sposo, poi ti rovino

(Intolerable Cruelty) USA 2003 commedia 1h40’


Regia: Joel e Ethan Coen

Sceneggiatura: Joel e Ethan Coen, Robert Ramsey, Matthew Stone

Fotografia: Roger Deakins

Montaggio: Roderick Jaynes (Joel e Ethan Coen)

Musiche: Carter Burwell

Scenografia: Leslie McDonald

Costumi: Mary Zophres


George Clooney: Miles Massey

Catherine Zeta-Jones: Marylin Rexroth

Geoffrey Rush: Donovan Donnelly

Cedric the Entertainer: Gus Petch

Edward Herrmann: Rex Rexroth

Paul Adelstein: Wrigley

Richard Jenkins: Freddy Bender

Billy Bob Thornton: Howard Doyle


TRAMA: Stanco del solito tran-tran, Miles Massey - abile avvocato divorzista di Los Angeles - trova nell’incontro fortuito con Marylin Rexroth l’occasione per dare una svolta alla sua esistenza. Ma la donna è ambiziosa ed arrivista e cerca l'indipendenza economica attraverso un matrimonio conveniente.


Voto 6,5


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Per chissà per quale ragione, le commedie dei fratelli Coen (come Arizona Junior, Mister Hula Hoop, Fratello, dove sei?, Ladykillers, ed altri ancora) hanno sempre attirato meno attenzione critica rispetto ai film più seri. Tuttavia, per coloro che amano i film intelligenti e bizzarri pieni di trovate comiche, arguzia e altri piccoli piaceri, è difficile battere le loro uscite umoristiche. Questo fa parte appunto della prima categoria, un film che prende la tradizionale commedia romantica e la modifica attraverso spiazzanti e assurde situazioni, quasi prendendo esempio dal divertente La guerra dei Roses. E difatti, raramente i conflitti tra i sessi sono stati così spietati e così divertenti come in questa occasione.



I duellanti del caso sono l'avvocato Miles Massey (George Clooney) e la cacciatrice di fortuna Marylin Rexroth (Catherine Zeta-Jones). L'unica cosa più forte della loro attrazione reciproca è il loro bisogno di vincere. Il primo, che è già ricco, è guidato dal desiderio di assaporare la distruzione finale del suo avversario, mentre la seconda, d'altra parte, è semplicemente alla ricerca di ricchezza, indipendenza e libertà. La loro prima scaramuccia si verifica quando Miles rappresenta il marito filantropo di Marylin, Rex (Edward Herrmann), in un'azione di divorzio. Non è destinata ad essere l'ultima volta che questi due si incontreranno, dentro o fuori l’aula di tribunale e la camera da letto.



Le strade di Joel e Ethan Coen registi e sceneggiatori – almeno nella prima parte della loro carriera (oggi girano film più seri e impegnati e anche da soli, vedi il bellissimo ed impegnativo Macbeth, del solitario Joel – e di George Clooney si sono incrociate diverse volte e l’attore si è sempre dimostrato perfetto per l’idea della commedia che hanno gli autori: giocherellone, tipizzato, infido, debole, fintamente furbo, insomma adeguato a seconda delle esigenze.



Questa è, per esempio, una storia di matrimoni e divorzi, della proverbiale “crudeltà mentale”, come dice il titolo originale, che segna la società americana ma anche un fiume di film hollywoodiani. Ma in mano ai due terribili fratelli Coen diventa facilmente il materiale per una commedia divertente, agile e acida, come piace a loro, con battute fulminanti e personaggi che entrano ed escono, in una situazione che spesso ha dell’assurdo con equivoci che si susseguono.


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Stavolta a loro serviva un cast dalle facce da schiaffi, iniziando appunto da George Clooney che si atteggia alla Clark Gable, per finire alla grazia abbacinante di Catherine Zeta-Jones che morde come un cobra. Può sembrare un film minore del duo registico, ma sarebbe un errore sottovalutarlo: al tempo non ce n’erano tanti a saper fare commedie così.



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michemar

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