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Prime (2005)

  • Immagine del redattore: michemar
    michemar
  • 8 giu 2022
  • Tempo di lettura: 3 min

Aggiornamento: 8 ott

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Prime

USA 2005 commedia 1h45’


Regia: Ben Younger

Sceneggiatura: Ben Younger

Fotografia: William Rexer

Montaggio: Kristina Boden

Musiche: Ryan Shore

Scenografia: Mark Ricker

Costumi: Melissa Toth


Uma Thurman: Rafi Gardet

Meryl Streep: dr. Lisa Metzger

Bryan Greenberg: David Bloomberg

Jon Abrahams: Morris

Zak Orth: Randall

Annie Parisse: Katherine

Jerry Adler: Sam

Naomi Aborn: Dinah Bloomberg

John Rothman: Jack Bloomberg

Doris Belack: Blanche

Will McCormack: Palmer

David Costabile: Jason

Madhur Jaffrey: Rita

Mini Andén: Sue

Aubrey Dollar: Michelle


TRAMA: Rafi, produttrice cinematografica trentasettenne reduce da un divorzio, incontra David, un giovanotto ventitreenne appena uscito dal college. È amore a prima vista ma la situazione si complica quando la dottoressa Lisa Metzger, la terapista di Rafi, scopre che la nuova fiamma della donna è suo figlio.


Voto 7


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‎Nella colorata, vivace e moderna Manhattan, Rafi Gardet (Uma Thurman), una attraente produttrice di fotografia di modelle e sfilate di 37 anni reduce da un recente divorzio, incontra David Bloomberg (Bryan Greenberg), un bel ragazzone di 23 anni recentemente uscito dal college. La terapeuta di Rafi, la dottoressa Lisa Metzger (Meryl Streep), che sta lavorando per aiutare Rafi a superare le sue insicurezze dovute alla separazione, scopre con grande stupore ma soprattutto con forte perplessità che il suo nuovo amante è il suo unico figlio, David.


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Tra i due giovani innamorati esistono serie differenze di vario tipo. Tanto per iniziare devono fare i conti con il loro divario di età di 14 anni, a cui fanno finta di non badarci, pur se consapevoli. Semplicemente mentono a loro stessi mentre godono il momento felice e la sintonia che si va stabilendo. A parte la faccenda dell’età, è il background delle loro famiglie a distanziarli non poco, sono proprio di estrazione molto differente: lei cattolica lui ebreo, lei viaggia nel mondo dell’alta moda, lui si arrangia ancora con lavoretti e gli piace trascorrere il tempo giocando ai video games; lei è molto impegnata, lui ha tanto tempo libero. Per non parlare delle esigenze della madre tradizionale di David e quelle più liberal della terapeuta.


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Nonostante la loro intensa attrazione, la coppia incantata si rende presto conto che l’età e il retroterra molto diversi cominciano a creare non pochi conflitti e qualche discussione. In questi casi è il sentimento che copre le buche del percorso in cui camminare ma non sempre riesce, specialmente se i dissapori diventano più frequenti e nasce qualche incertezza, qualche dubbio sull’effettiva validità della relazione.


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Se questi sono i difetti della relazione tra Rafi e David, altrettanto si può dire che siano anche quelli del soggetto e della sceneggiatura del film, che invece – attenzione – l’allora giovane regista Ben Younger volge intelligentemente a suo favore, facendoli diventare gli elementi vincenti della narrazione. Prima di tutto perché, pur se nell’ambito di una commedia a tratti divertente, apre una seria discussione sulle differenze di età tra amanti (è davvero un ostacolo quando ci si vuol bene?) e sulla differente educazione religiosa (possono convivere due persone anche se di credo differente, sono conciliabili?), ma soprattutto sulla notevole distanza culturale e professionale tra i due partners.


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La bravura del regista e sceneggiatore è stata quella di sdrammatizzare tutto ciò (e forse anche altro) trasformando le discrepanze in occasioni di dialoghi simpaticissimi, in situazioni che echeggiano quasi (dico quasi) la screwball comedy con comiche ed imbarazzanti reazioni, cosa che riesce anche per la bravura del trio principale di attori e per una certa aria alleniana che si crea inevitabilmente quando ci si trova in ambienti newyorkesi ebraiche. Woody docet anche se è assente! Ci si mette anche la simpatia e l’attrazione che provocano i due innamorati, in quanto lo spettatore viene per forza coinvolto emotivamente e finisce per fare il tifo affinché la relazione tra i due non salti. Ma quando diventa inevitabile, dopo essersi sufficientemente divertiti, fa tenerezza infinita osservare David che guarda, dall’interno del ristorante, la sua bella Rafi passare allegra in compagnia di altre persone: il pensiero va a come era stato bello stare insieme e all’occasione persa perché non c’era modo di farla funzionare fino in fondo. Un po’ come la vita di tanti, che non va precisamente come si pensava e si sperava.


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Diverte e commuove, intrattiene e fa riflettere il film di Ben Younger, pur non essendo un’opera indimenticabile: la verità è che è un film che si fa voler bene e che è recitato da attori in ottima salute interpretativa. Se Meryl Streep è fuori classifica per la sua eccelsa bravura (anche in commedie di questo tipo), Uma Thurman è credibile e sincera ed è sempre bellissima e Bryan Greenberg si rivelò una bella sorpresa, perfetto giovanotto troppo giovane per una donna fatta come Rafi.

Non sarà piaciuto a tutti, ma chi scrive ama molto questo film.



 
 
 

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Il Cinema secondo me,

michemar

cinefilo da bambino

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