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Promised Land (2012)

  • Immagine del redattore: michemar
    michemar
  • 1 mag 2022
  • Tempo di lettura: 3 min

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Promised Land

USA/Emirati Arabi Uniti 2012 dramma 1h46’


Regia: Gus Van Sant

Soggetto: Dave Eggers

Sceneggiatura: Matt Damon, John Krasinski

Fotografia: Linus Sandgren

Montaggio: Billy Rich

Musiche: Danny Elfman

Scenografia: Daniel B. Clancy

Costumi: Juliet Polcsa


Matt Damon: Steve Butler

John Krasinski: Dustin Noble

Frances McDormand: Sue Thomason

Rosemarie DeWitt: Alice

Lucas Black: Paul Geary

Titus Welliver: Rob

Hal Holbrook: Frank Yates

Ken Strunk: Gerry Richards

Tim Guinee: Drew

Scoot McNairy: Jeff Dennon

Terry Kinney: David Stonehill


TRAMA: Steve Butler, rappresentante aziendale della Global Energy, arriva in una cittadina rurale insieme alla collega Sue Thomason. Approfittando del declino economico che ha colpito la zona negli ultimi anni, i due cercano di convincere gli abitanti a concedere all'azienda per cui lavorano, in cambio di una somma di denaro, i diritti di perforazione sui loro terreni. Quello che dovrebbe essere un semplice lavoro di routine ben presto si trasforma in una accesa lotta.


Voto 6,5

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La tecnica della fratturazione idraulica, universalmente conosciuta con il termine di fracking, è sempre stata giustamente al centro delle polemiche e delle discussioni a proposito della ricerca di idrocarburi e gas naturali dal sottosuolo, un sistema che certamente non fa bene alla Terra e che viene osteggiata coraggiosamente dai naturalisti. Ma si sa come le grandi imprese americane non vadano tanto per il sottile quando sono convinte che un luogo sia adatto alle loro ricerche. Questa è una storia che fa riflettere, anche perché la crisi economica ha indebolito gli agricoltori, che messi alle strette spesso cedono alle pressanti richieste delle compagnie energetiche. Oltre a fornire un'abbondante fornitura di gas naturale, il fracking può anche essere infatti un vantaggio finanziario per coloro che affittano la terra delle loro fattorie alle compagnie del gas. Vi sono, tuttavia, preoccupazioni ambientali legate alla possibile contaminazione delle fonti d'acqua e alla resa del suolo che diventa inadatto alla semina.

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La trama del film segue gli sforzi di due operatori inviati da una compagnia, la Global Energy, Steve Butler (Matt Damon) e Sue Thomason (Frances McDormand), per stipulare contratti di locazione sulle proprietà in una comunità rurale che è stata adocchiata come avente significativi giacimenti di gas. Il duo arriva con promesse di ottimi accordi in un momento di difficoltà economiche, offerte che parlano fino a 2000 dollari per acro più una percentuale degli eventuali profitti. Sebbene la reazione iniziale all'arrivo di Steve e Sue sia positiva, lo diventa meno quando un insegnante di scienze delle scuole superiori locali, Frank Yates (Hal Holbrook), si oppone e cerca con vigore di mettere in guardia la comunità locale. Inoltre interviene anche l'attivista ambientale Dustin Noble (John Krasinski). La maggior parte del film segue le mosse e le contromosse di Steve e Dustin per conquistare il consenso e la maggioranza della comunità, fase che arriverà con il voto dopo le assemblee che vengono organizzate con la gente del posto.

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Inevitabilmente la discussione è una battaglia tra l’abilità oratoria di Steve e gli argomenti ecologici di Dustin e se il primo è furbo nel far intendere che il gas naturale è l’alternativa al petrolio inquinante ed è soprattutto la rata del college dei figli degli agricoltori, il secondo li mette al corrente dei rischi geologici e dei futuri raccolti. La comunità si dividerà, a seconda delle proprie esigenze e sensibilità naturalistiche.

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Quello che conta molto nel comportamento dei due avversari è farsi cittadino tra i cittadini, far intendere che è uno di loro: il film dà il suo meglio quando si concentra sulle strategie impiegate nei loro tentativi di conquistare i cuori e le menti della gente di quelle piccole città affiggendo manifesti, concedendo tangenti o organizzando fiere di campagna, offrendo uno sguardo su quanto lontano si spingeranno le grandi aziende. Il discorso del rappresentante del settore energetico punta a domande semplici che toccano da vicino gli interessi di quella gente: cosa importa se l'integrità dell'acqua e del suolo rimangono intatti se poi banca pignora la proprietà e la ricchezza della comunità crolla a causa della mancanza dei sussidi agricoli? La domanda del mondo reale è se gli innegabili benefici economici del fracking superino i potenziali problemi ecologici e il film di Gus Van Sant tenta di affrontare il quesito in maniera drammatica.

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La risposta coinvolgerà il protagonista in crisi di coscienza quando si risveglieranno i sentimenti di chi, come lui, è nato proprio nel mondo rurale. Inizialmente convinto di fare del bene, di aiutare i contadini a ricavare guadagno e quindi benessere, crede negli individui e nella terra promessa e non si accorge che lavora per chi, in quella terra, non vede alcuna promessa da rispettare, ma solo la legge del capitale.

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Il regista presta il suo sguardo all’ottimo sodale Matt Damon, anche sceneggiatore insieme a John Krasinski: abbandonato il progetto di dirigerlo in prima persona, l’attore lascia comunque il suo segno sull’opera con una bella e convinta interpretazione. Anche per merito della sua sceneggiatura che riesce nell'arduo ritratto di una comunità devota alla terra eppure percorsa dalla tensione delle differenze.

Ancora, come è successo altre volte al bravissimo Gus Van Sant, un viaggio intenso nel cuore dell’America rurale.


 
 
 

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