Prospect (2018)
- michemar

- 6 giu 2023
- Tempo di lettura: 5 min
Aggiornamento: 25 nov 2024

Prospect
Canada/USA 2018 dramma fantascientifico 1h40’
Regia: Christopher Caldwell, Zeek Earl
Sceneggiatura: Christopher Caldwell, Zeek Earl
Fotografia: Zeek Earl
Montaggio: Paul Frank
Musiche: Daniel L.K. Caldwell
Scenografia: Matt Acosta
Costumi: Aidan Vitti
Sophie Thatcher: Cee
Jay Duplass: Damon
Pedro Pascal: Ezra
Luke Pitzrick: Numero Due
Arthur Deranleau: Fahr
Andre Royo: Oruf
Alex McCauley: Bahr
Doug Dawson: Heshir
Krista Johnson: Gali
Brian Gunter: Mesur
Sheila Vand: Inumon
Anwan Glover: Mikken
Trick Danneker: Jack
Christopher Morson: Zed
TRAMA: Una adolescente e il padre viaggiano su una remota luna aliena con l'obiettivo di agguantarne la ricchezza. Si sono assicurati un contratto per raccogliere le gemme che sono nascoste nelle profondità della tossica vegetazione del posto. Il loro lavoro si trasformerà presto in una lotta per la sopravvivenza: costretta a fare i conti con gli spietati abitanti della foresta e con l'avidità del genitore, la giovane dovrà ritagliarsi un proprio percorso per sfuggire.
Voto 6,5

I film di fantascienza hanno bisogno dello spettacolo pirotecnico degli effetti speciali e della magnifica e gigantesca scenografia per attirare lo spettatore e questa idea diffusa, non tutti se ne rendono conto, specialmente tra gli appassionati del genere, si ripresenta spesso drammaticamente esagerata. Ma bene e senza spendere una esagerazione si può fare anche in proporzioni molto minori e con meno pretenziosità, tanto è vero che abbiamo conosciuto ottimi film con piccoli budget ma dalla grande resa, soprattutto esistenziale. Prova ne è il bellissimo Moon dell’allor giovane Duncan Jones, che si è giocata la sua futura carriera con un abilissimo copione da camera, senza perdere lo spirito della buona opera. Questo è, grosso modo, ciò che ha ispirato i due registi sceneggiatori Christopher Caldwell e Zeek Earl, che si sono presentati in maniera altrettanto intelligente con questo primo lungometraggio, basato su un loro precedente corto omonimo. Nonostante le risorse ovviamente limitate, il duo dà il via ad una storia di sopravvivenza organizzata su un misterioso corpo celeste.

Il freelance Damon (Jay Duplass) e la figlia adolescente Cee (Sophie Thatcher) stanno vagando come nomadi nello spazio alla ricerca di risorse minerarie importanti per l’umanità, materie che – tema ricorrente nelle opere fantascientifiche – stanno terminando molto velocemente. Trovarle (forse è lo scopo principale?) vuol dire anche e soprattutto arricchirsi, data la loro importanza a seconda pure della grandezza. Finalmente un giorno, viaggiando con una grande nave spaziale nei pressi della luna prefissata, giungono mediante la capsula noleggiata a caro prezzo e, seppure con qualche problema tecnico, presso la meta e i due atterrano sulla luna remota per la quale l’uomo, con un prestito aggiuntivo, ha acquisito i diritti minerari. La destinazione del loro viaggio, per la precisione, è un sito particolarmente produttivo della sostanza che cercano, la Aurelan. Perlustrando il paesaggio alla ricerca dei luoghi giusti, hanno la sfortuna di incrociare il losco Ezra (Pedro Pascal) e il suo taciturno compagno Numero Due (Luke Pitzrick) nelle profondità della foresta tossica che copre tutta la superficie, motivo per il quale le persone si muovono bardati come astronauti nello spazio, con tanto di tuta e casco. Tutti vogliono raccogliere le gemme su larga scala e a questo punto il confronto del duo iniziale con gli estranei diventa inevitabile e ciò mette la giovanissima Cee in una posizione precaria. Con grande rammarico, devono trovare un accordo, rimpiangendo l’occasione che avrebbe potuto concedere a Damon di ripagare i debiti: le gemme trovate in quel giacimento, detto “la regina”, sono davvero tante e grosse, avvolte in un baccello carnoso. Ma loro non sono soli, ci sono anche altri abitanti di passaggio molto minacciosi e violenti, costretti lì dalle circostanze, tutti attratti dal prezioso prodotto della terra inospitale.
Il talento della coppia di autori si rivela con la scelta di non essere né didascalici né faciloni, costringendo lo spettatore ad acuire l’attenzione per comprendere la situazione e i rischi che i protagonisti corrono continuamente. Ma ad un tratto, improvvisamente, ci lanciano nell'azione e spargono riferimenti alla missione di Cee e di suo padre. Dove si trovano esattamente, cosa stanno cercando e da dove vengono, viene svelato solo gradualmente, e neanche proprio del tutto. Solo in seguito il film si sbilancia anche con spiegazioni dettagliate e amplia solo sporadicamente la visione dello strano mondo che ci hanno offerto alla visione. Senza però, tuttavia, nulla togliere all'intenso effetto della storia di fantascienza. Nello stesso tempo, pur con poche sequenze di azione e suspense, ma mantenendo quest’ultima sempre ad alto livello, i registi ci conducono sul rapporto tra i protagonisti, caratterizzato da sfiducia e paura. Le esperienze vissute e le difficoltà che supereranno faranno cambiare loro le prospettive. Intanto, il vero problema sarà riagganciare la nave che ripasserà per l’ultima volta nel cielo sopra la luna: o si rispetta l’appuntamento o resteranno abbandonati per sempre.
La trama si svolge in un mondo lontanissimo, remoto, eppure, stante la presenza di umani, vi ritroviamo gli elementi della nostra natura e quindi cattiveria e avidità, sentimenti che si scatenano puntualmente davanti alle occasioni di arricchimento personale, ma anche di sopravvivenza, sempre vista difficile. Anzi, alla fine, sarà questa il vero scopo desiderato. Ecco che allora si prova l’impressione di assistere ad un vero western ambientato nello spazio infinito, ecco che allora il titolo rivela la prospettiva (che chiamano prospezione) di mettere le mani su un filone minerario alla pari dei cercatori d’oro della fine del XIX secolo del West americano. Ed invece siamo in una sorta di pianeta paludoso invivibile che assomiglia alla Louisiana, dove necessita, una volta trovato il tesoro, adottare un meticoloso e difficilissimo processo per praticare un buco nel terreno, estrarre la sostanza e lavorarla subito con estrema precisione pena vederla liquefare e perdere le proprietà ed il valore Rivalità, compromessi, sfiducia, confronto, attenzione reciproca, pericolo: c’è di tutto, soprattutto a livello psicologico. E alla fine, inaspettatamente, un’alleanza prima impensabile.
Sono tutti questi i motivi validi per dare credito alla buona coppia di autori, che hanno saputo usare con intelligenza e ben indirizzati i fondi finanziari messi a disposizione, senza enormi espedienti come fanno solitamente le grandi produzioni, ma ottenendo indubbiamente un buon risultato. Forse l’unico punto debole è stata una mancata ed adeguata configurazione dei personaggi, a cui i registi avrebbero dovuto dare più sostanza, ma la figura della coraggiosa Cee viene elaborata molto bene e progressivamente ha ricevuto la maggiore attenzione, fino a risultare la vera protagonista. A dare una concreta mano, per il resto, ci hanno pensato i due attori ben noti, Jay Duplass e Pedro Pascal, a cui vanno aggiunti i meriti della sorprendente Sophie Thatcher, che poi si è affermata sia nel cinema che nelle diffuse serie TV. È lei la vera sorpresa: la sua Cee ci inganna facendoci credere che sia solo un'adolescente inesperta, quando in realtà dimostra essere il personaggio più tosto del film. Bravissima!
E buonissimo film, ben differente dai soliti di fantascienza.












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