Quando tutto cambia (2007)
- michemar

- 17 giu 2024
- Tempo di lettura: 3 min

Quando tutto cambia
(Then She Found Me) USA/UK 2007 commedia 1h40’
Regia: Helen Hunt
Soggetto: Elinor Lipman (romanzo)
Sceneggiatura: Helen Hunt, Victor Levin, Alice Arlen
Fotografia: Peter Donahue
Montaggio: Pam Wise
Musiche: David Mansfield
Scenografia: Stephen Beatrice
Costumi: Donna Zakowska
Helen Hunt: April Epner
Colin Firth: Frank
Bette Midler: Bernice Graves
Matthew Broderick: Ben
Ben Shenkman: Freddy
Lynn Cohen: Trudy Epner
Salman Rushdie: dr. Masani
TRAMA: April, una insegnante di asilo, vede la sua vita attraversata di colpo da sconvolgenti cambiamenti: la madre adottiva muore e il marito l’abbandona. Come se non bastasse la vera madre, mai conosciuta, riappare: è la conduttrice di un programma televisivo, decisa a farsi perdonare di averla abbandonata. E, nel frattempo, il padre separato di uno dei suoi piccoli alunni, entra nella sua vita.
Voto 7

Ritratto di donna che richiederebbe un trattato di sociologia e psicologia, oltre forse all’intervento di un esperto di riti propiziatori, affinché il destino smetta di accanirsi contro. Perché, se in una vita tranquilla e apparentemente piatta ad un tratto succede di tutto, c’è sicuramente qualcosa di sistemare e chissà se basta pure. Il ritratto da esaminare e quasi quasi da aiutare è quello di April Epner (Helen Hunt), 39 anni, diciamo di quella età a metà strada tra la giovinezza e l’inizio della maturità, così come il suo nome di battesimo, quello di un mese che vuole essere primavera ma che spesso ha i ritorni del rigore invernale: è un’insegnante di scuola e Ben (Matthew Broderick) è suo marito e collega, ma soprattutto è un uomo forse mai cresciuto, caratterizzato dal suo temperamento ancora infantile. Cosa sta succedendo alla vita della povera April?
Presto detto: tanto per iniziare il marito inaspettatamente la lascia e lei, oltre a rimanerne delusa (a ben vedere!), avverte che sta perdendo il treno per diventare mamma, dal momento che il suo orologio biologico avanza sempre più veloce. Nel frattempo, la sua prepotente madre adottiva è morente ed è molto esplicita riguardo alla sua delusione, mentre il figlio naturale di questa, Freddy (Ben Shenkman), un medico, le si mostra molto comprensivo. Inutile osservare che la vita di April è peggiorata dal punto di vista familiare, sociale e mentale, sentendosi vuota e senza grandi scopi da porsi davanti.
Tutto negativo, pare. No, c’è anche uno scossone di quelli che possono ancora stravolgere la vita. Quando meno te lo aspetti, si fa viva la persona che avresti mai immaginato di trovare. Si riaffaccia una donna tutta all’opposto della madre deceduta e delle sue conoscenze, vivace e invasiva e soprattutto si presenta dicendo che è la madre biologica e ora, pentita, vuole riallacciare quel legame di cui avverte il peso della mancanza. April è più smarrita che mai e non riesce ad orientarsi. Ok, finite le novità? Macché, abbiamo appena iniziato!
Finalmente il destino, infatti, le sta riservando una bella sorpresa, essendo venuta a contatto con un timido ma affascinante scrittore britannico, Frank, che sembra proprio innamorato di lei. Una luce, un barlume di positività? Perché no? Il film d’esordio alla regia per la gentile Helen Hunt è un’opera sentimentale, sussurrata e delicata come la protagonista e come lei, con quella leggera malinconia che è poi la caratteristica della personalità della brava attrice. Mai bellissima, sa conquistare sempre l’attenzione dello spettatore, sicuramente catturato dalla semplicità e dalla sincerità delle sue interpretazioni. Anzi, quel Frank (Colin Firth) pare l’esatta riproduzione maschile della sua sensibilità di donna, della sua emotività. Da contraltare è l’irruenza simpatica della donna che si presenta come madre, Bernice (Bette Midler), travolgente conduttrice di talk show: rotondetta, abiti sexy, chiassosa, proprio l’opposto di April, che invece è smunta e malinconica.
Film fatto di sorrisi tristi ma pieni di speranza, appena stravolti dal ritorno dell’immaturo e pentito Ben. Opera prima dolce e anche divertente in alcuni frangenti. Con la regia attenta e un bravo cast. Tratto dall’omonimo romanzo del 1990 di Elinor Lipman, il titolo italiano non dice nulla ma quello originale (come sempre) dice tutto: Then She Found Me (E poi mi ha trovata). La madre.
Tre riconoscimenti in terra americana in premi anche relativi all’impegno letterario e femminile.
Ma guardiamo nel trailer originale quanto è brava Helen Hunt! E occhio al ginecologo: è Salman Rushdie!


























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