Quasi amici - Intouchables (2011)
- michemar

- 22 apr 2022
- Tempo di lettura: 4 min
Aggiornamento: 11 mag 2023

Quasi amici - Intouchables
(Intouchables) Francia 2011 commedia 1h52'
Regia: Olivier Nakache, Eric Toledano
Sceneggiatura: Olivier Nakache, Eric Toledano
Fotografia: Mathieu Vadepied
Montaggio: Dorian Rigal-Ansous
Musiche: Ludovico Einaudi
Scenografia: François Emmanuelli
Costumi: Isabelle Pannetier
François Cluzet: Philippe
Omar Sy: Driss
Anne Le Ny: Yvonne
Audrey Fleurot: Magalie
Clotilde Mollet: Marcelle
Alba Gaïa Bellugi: Elisa
TRAMA: Dopo un incidente di parapendio che l'ha paralizzato dal collo in giù, il ricco aristocratico Philippe ha bisogno di qualcuno che si occupi costantemente di lui, che lo porti in giro e che accontenti ogni sua richiesta, e assume come badante Driss, un giovane senegalese dalla pelle scura appena uscito dal carcere. Driss, però, è la persona meno adatta a quel tipo di lavoro, andando incontro a una serie di imprevisti iniziali e di incomprensioni che, una volta superate grazie agli insegnamenti di Philippe, pongono la base per un rapporto di amicizia folle e inaspettato.
Voto 6,5

Una cosa è innegabile parlando di questo film a distanza di anni dall’uscita nelle sale: è sbagliato storcere il naso quando abbiamo a che fare con un film che rientra per forza di cose nel cinema popolare. Ne è la dimostrazione la pellicola dei due affiatatissimi Olivier Nakache e Eric Toledano che maneggiano con intelligenza e pragmaticità un soggetto che piacerà facilmente alla massa del pubblico, alternando momenti di comicità simpaticissima e altri che vorranno toccare le corde della emotività. Un trucco vecchio quanto il cinema ma che non è detto che riesca sempre. Loro invece centrano l’obiettivo e il film ha spopolato letteralmente gli schermi di tutto il mondo, stabilendo nuovi record d’incassi.

Tutto parte quando, a Parigi, l'aristocratico e intellettuale Philippe, che è un milionario tetraplegico, sta selezionando tra i tanti candidati che vuole assumere come badante personale, con la sua segretaria dai capelli rossi Magalie. Di punto in bianco si nota un ragazzone di colore che viene dalla banlieue, Driss, che salta la fila degli aspiranti e porta un documento della previdenza sociale chiedendo al padrone di casa di firmarlo per dimostrare che sta cercando lavoro in modo da poter ricevere il suo sussidio di disoccupazione. Philippe è perplesso e non prova fiducia in primo momento ma poi accetta il rischio e offre a quell’immigrato un periodo di prova di un mese per metterlo sotto osservazione. Il bello è che è proprio Driss ad essere indeciso ma accetta la sfida e si trasferisce nella villa. Nessuno in quell’istante, tra tutti gli interessati, può minimamente immaginare come si svilupperà la storia. Che tra l’altro pare sia tratta da una vicenda veramente accaduta.

Come succede non poche volte nella vita ma tante volte nelle trame del cinema, i due non possono essere più diversi (come in un buddy movie), a prescindere dallo stato fisico – per giunta uno su sedia a rotelle, l’altro atleticamente esuberante -, ma è proprio nei caratteri che sono agli antipodi. Il signore ricco è in uno stato psicologico quasi comatoso, rifiuta tutte le iniziative che lo staff ai suoi ordini cerca di offrirgli, è pessimista a proposito del suo futuro, è diventato apatico. Il nuovo assunto è un giovane travolgente pieno di iniziative e non ammette che il suo datore di lavoro non sfrutti le tante possibilità che gli offre la sua agiatezza economica.

Non solo è l’occasione per dare una svolta alla esistenza monotona e grigia che Philippe conduce, ma (e questa è la sostanza) può davvero diventare l’opportunità per la crescita morale di entrambi: l’uno impara dall’altro. L’uomo può riacquistare il gusto della vita permettendosi, con l’aiuto fisico, di fare ciò che ormai non fa più da anni, Driss si renderà conto che può essere utile con il suo carattere e dare gioia a chi non la prova più. E cresceranno, assieme.

Operazione furba, dal punto di vista dello spettacolo cinematografico? Sicuramente, ma siccome è costruita dai due autori, anche sceneggiatori, con arte e con facile comunicabilità, il pubblico si è fatto conquistare con entusiasmo. Giustamente fu scritto all’uscita del film che questo era semplicemente cinema d’autore popolare, quasi un ossimoro ma molto efficace, perché quando un film è fatto bene bisogna rendergliene atto anche se è materiale facile. E il botteghino ha dato loro ragione.

Successo strepitoso e incassi da record per questa storia quasi utopica di un'amicizia a primo sguardo impossibile. Si ride e a tratti ci si commuove anche, che poi è lo scopo che gli autori si erano prefissato. Se François Cluzet è l’attore che ben conosciamo e gli spetta solo dare una conferma, la vera sorpresa è la dirompente simpatia di Omar Sy: una irresistibile e piacevole scoperta. Quel viso sempre sorridente, quella risata che può ricordare il miglior Eddie Murphy (sia come poliziotto a Beverly Hills o poveraccio che a Natale fa il salto di vita), quel fisico da atleta che si ritrova, fanno sì che diventi un protagonista che si prende in mano il film e lo porta nell’olimpo.
Anche se a tratti si ha l'impressione che i registi abbiano davvero compiuto un'operazione un po' ruffiana e di facile emotività, il film è davvero piacevole. Tanto che si fa vedere anche più volte e si sorride ogni volta.
Golden Globe 2013
Candidatura miglior film straniero
Premi César 2012
Miglior attore a Omar Sy
Candidatura miglior film
Candidatura miglior regista
Candidatura miglior attore a François Cluzet
Candidatura migliore attrice non protagonista a Anne Le Ny
Candidatura migliore sceneggiatura originale
Candidatura migliore fotografia
Candidatura miglior montaggio
Candidatura miglior sonoro






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