Quasi nemici - L'importante è avere ragione (2017)
- michemar

- 4 ago 2021
- Tempo di lettura: 3 min
Aggiornamento: 14 set

Quasi nemici - L'importante è avere ragione
(Le brio) Francia, Belgio 2017 commedia 1h35’
Regia: Yvan Attal
Sceneggiatura: Yaël Langmann, Victor Saint Macary, Noé Debré, Yvan Attal
Fotografia: Rémy Chevrin
Montaggio: Célia Lafitedupont
Musiche: Michael Brook
Scenografia: Michèle Abbé-Vannier
Costumi: Carine Sarfati
Daniel Auteuil: Pierre Mazard
Camélia Jordana: Neïla Salah
Yasin Houicha: Mounir
Nozha Khouadra: La madre di Neïla
Nicolas Vaude: presidente del Paris II-Panthéon Assas
Jean-Baptiste Lafarge: Benjamin
TRAMA: Una giovane studentessa arriva in ritardo a lezione e, nell'aula magna della sua università, Paris II, il professore l'apostrofa davanti a tutti e la sbugiarda. Accusato di razzismo, sessismo e quant'altro, portato davanti a una commissione d'inchiesta di colleghi, il professore, per ammendarsi, dovrà insegnare alla giovane l'arte della retorica. E così farà, attraverso una serie di episodi di natura diversa, fino al l'immancabile lieto fine, che consiste, per la ragazza in un completo successo accademico.
Voto 6,5

Siamo nell’era del “politicamente scorretto”, non c’è dubbio. Per via di quello che si legge nei social e per tutto il trash che si ascolta sulle reti televisive, non c’è dubbio. Questo interessante film si diverte a mostrarci come si possa invece arrivare al “corretto” percorrendo la strada della provocazione, quasi come per dimostrarlo per assurdo. Il titolo italiano, come succede spesso, è fuorviante – giocando con un altro e ben più famoso titolo francese che ha avuto incassi da record in tutto il mondo – quando anzi è molto più significativo quello originale: il brio, la vivacità. Termine adatto a significare l’importanza della parola e il modo di studiare l’oratoria per giungere a saper parlare efficacemente.

I personaggi a confronto sono due: una ragazza che proviene della famigerata banlieue, ma con le ottime intenzioni di uscirne dignitosamente e con la cultura, che frequenta l’università e l’altro è un professore borghese provocatore scorretto, che usa metodi brutali sia per carattere sia per arrivare al suo scopo. Il regista francese Yvan Attal (ma israeliano di nascita), noto attore e marito di Charlotte Gainsbourg, dirige due attori in gran forma plasmandoli affinché rendano al meglio i due “quasi nemici” mettendoli frequentemente a confronto. Il film diventa così un luogo di parole, di litigi, di scontri personali che andrebbe goduto ancor più in lingua originale per avere maggior impatto intellettivo e spettacolare. Anche perché i due attori sono stati bravissimi: di Daniel Auteuil sappiamo bene tutto, ma la vera sorpresa è Camélia Jordana, vincitrice del César: bella, spigliata e anche cantante. Lui le insegna a scandire bene le parole e ad avere il coraggio di sostenere le sue argomentazioni; lei gli insegna a guardare oltre il proprio naso borghese. Uno scontro non da poco, per cui ciò che conta parecchio è la scrittura dei dialoghi, i tempi di recitazione, le espressioni, la mimica corporea.

Dice il regista/attore Yvan Attal, spiegando bene le intenzioni alla base dell’opera: “Grazie a dialoghi, il film spinge al sorriso ma invita anche a porsi diverse domande. Si può dire che è un film politico e veicolante di ideali sociali ma allo stesso tempo si può affermare che è leggero e spiritoso. Si basa sulla storia di una francese di origini algerine, che è vittima del modo in cui le persone vengono oggi categorizzate o limitate dai pregiudizi ma che è anche vittima di se stessa e dell'ambiente che la circonda. Spesso dobbiamo fare uno sforzo per capire il posto in cui si vive per usarne l'eredità culturale e storica. Il contesto circostante ci deve arricchire, dobbiamo saper cogliere le opportunità che ci offre e, soprattutto, dobbiamo accettare che altri contribuiscano a migliorarci.”

Nel complesso è un film piacevole, con i ritmi della commedia francese, con due protagonisti che conquistano l’attenzione: un modo come un altro per osservare la realtà dei nostri tempi, tra cultura e riscatto, tra un professore che si atteggia a cattivo e una studentessa pronta a difendersi e attaccare.
Quando la retorica, intesa come comunicazione persuasiva, diventa un’arte letteraria di alto livello. Un film in cui c’è anche da imparare.

Riconoscimenti
Premio César 2018
Miglior promessa femminile a Camélia Jordana
Candidatura miglior film
Candidatura miglior attore protagonista a Daniel Auteuil






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