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Resistance - La voce del silenzio (2020)

  • Immagine del redattore: michemar
    michemar
  • 23 gen 2023
  • Tempo di lettura: 2 min

Aggiornamento: 27 mag 2023


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Resistance - La voce del silenzio

(Resistance) UK/Francia/Germania/USA 2020 biografico 2h


Regia: Jonathan Jakubowicz

Sceneggiatura: Jonathan Jakubowicz

Fotografia: M.I. Littin-Menz

Montaggio: Alexander Berner, Jonathan Jakubowicz

Musiche: Angelo Milli

Scenografia: Tomas Voth

Costumi: Katharina Ost


Jesse Eisenberg: Marcel Marceau

Clémence Poésy: Emma

Matthias Schweighöfer: Klaus Barbie

Félix Moati: Alain

Géza Röhrig: Georges

Karl Markovics: Charles

Vica Kerekes: Mila

Bella Ramsey: Elsbeth

Ed Harris: George S. Patton

Édgar Ramírez: Sigmund

Alicia von Rittberg: Regine


TRAMA: Durante la Seconda guerra mondiale, nella Francia occupata dai nazisti, il giovane attore ebreo Marcel Mangel è testimone delle atrocità commesse ai danni degli ebrei. Aderendo alla Resistenza francese, userà le sue abilità per salvare la vita a centinaia di bambini ebrei orfani e affinerà la sua arte prima di divenire famoso con il nome di Marcel Marceau.


Voto 6,5

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Prima di tutto è necessario ricordare chi era Marcel Marceau, all’anagrafe Marcel Mangel. È riconosciuto da tutti come il più straordinario mimo che abbia calcato i palcoscenici di tutto il mondo, ma fu anche attore teatrale. Celebre fu il passo denominato moonwalk, che venne ripreso e reso popolare da Michael Jackson, con la sua marcia contro il vento dove andava contro una corrente invisibile andando avanti, mentre Michael Jackson procedeva all'indietro.

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Ebreo di nascita (era di Strasburgo), mise la sua arte al servizio delle persone in pericolo. Negli anni terribili del secondo conflitto mondiale Marcel, innamorato dell’arte muta di Charlot, mette la vocazione di mimo al servizio di centinaia di orfani sottraendoli alla cattura e alla deportazione: le sue pantomime salvano loro prima il morale e poi la vita, salvando anche la sua. Dopo la guerra verrà insignito d’onori e medaglie.

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Il regista venezuelano Jonathan Jakubowicz gli dedica un film incentrato negli anni in cui si alternano scene di vera resistenza: fughe, salvataggi, crisi e prese di coscienza, interrogatori ed esecuzioni, ad opera del “boia di Lione” Klaus Barbie.

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Un film, che forse non ha grandi guizzi, che vede l’ottimo Jesse Eisenberg nel ruolo del protagonista esprimersi al meglio, con una grande interpretazione, molto compenetrato nel ruolo affidato, in quanto nipote di sopravvissuti all’Olocausto e con una madre che ha lavorato come clown professionista portando sorrisi e allegria ai bambini malati e ospedalizzati.



 
 
 

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