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Ricomincio da capo (1993)

  • Immagine del redattore: michemar
    michemar
  • 3 apr 2022
  • Tempo di lettura: 3 min

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Ricomincio da capo

(Groundhog Day) USA 1993 commedia 1h41’


Regia: Harold Ramis

Sceneggiatura: Harold Ramis, Danny Rubin

Fotografia: John Bailey

Montaggio: Pembroke J. Herring

Musiche: George Fenton

Scenografia: David Nichols

Costumi: Jennifer Butler


Bill Murray: Phil Connors

Andie MacDowell: Rita

Chris Elliott: Larry

Stephen Tobolowsky: Ned Ryerson

Brian Doyle-Murray: Buster Green

Marita Geraghty: Nancy Taylor

Angela Paton: signora Lancaster

Rick Ducommun: Gus

Rick Overton: Ralph

Robin Duke: Doris

Carol Bivins: presentatrice

Willie Garson: Kenny

Harold Ramis: neurologo

Michael Shannon: Fred

Hyden Walch: Debby


TRAMA: Phil, giornalista televisivo, si reca a Punxsutawney in Pennsylvania, per il "Groundhog Day", il giorno della marmotta. Realizzato il servizio, vorrebbe partire subito, ma una tempesta di neve lo blocca. Prende alloggio in una locanda e, la mattina, svegliandosi rivive tutti i fatti del giorno prima. Così anche le mattine successive. Dapprima incredulo, quindi allarmato, poi atterrito, Phil volge però a suo favore la situazione.


Voto 7

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I Got You Babe di Sonny & Cher, edita nel 1965, era una bellissima canzone che un giorno del 1993, a causa di questo simpaticissimo film, divenne ancora più celebre perché era il brano con cui la radio svegliava il protagonista Phil Connors ma diventò anche il simbolo di un comicissimo incubo. Perché una prima volta sembrò normale, poi all’ennesima rappresentò la ripetizione infinita della giornata del meteorologo.

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Lui deve recarsi controvoglia nella piccola città di Punxsutawney, in Pennsylvania, per fare un reportage sulla tradizionale ricorrenza del Giorno della marmotta (festa celebrata negli Stati Uniti e in Canada il 2 febbraio). Qui però rimane intrappolato in un circolo temporale: ogni mattina, alle 6 in punto, viene svegliato dalla radio che trasmette sempre lo stesso suddetto brano musicale e da allora la giornata trascorre inesorabilmente allo stesso modo della precedente. Gli eventi si ripetono esattamente uguali ogni giorno e lui ben presto impara a sfruttarli per passare una giornata stravagante, spendere soldi, conquistare donne. Ma ogni tentativo di sedurre la bella collega Rita fallisce invariabilmente. Nel rito celebrato quel 2 febbraio se la marmotta esce dalla tana, vede la sua ombra, si spaventa e torna nel rifugio, l’inverno sarà ancora lungo, altrimenti la primavera si preannuncia prossima.

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Quella cittadina coperta dalla neve e con le pozzanghere vicino ai marciapiedi è gelida in quei giorni, gelida come il cuore di Phil, uomo dal viso stufo già di suo ma che con l’incubo che gli ricade addosso peggiora sempre più. In contrasto c’è la normalità di Rita, la produttrice (la bellissima Andie MacDowell) che lo lui non riesce a conquistare nonostante le diverse tecniche che adotta nella ripetizione quotidiana.

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Il film è diventato ben presto un vero cult, imitato in tante occasioni e con qualche remake che non potrà mai raggiungere la perfezione ossessiva dell’originale. Perché la commedia scritta dallo sceneggiatore Danny Rubin è un perfetto congegno ritmato da gag pescate dal patrimonio storico della comicità, diventato il simbolo di un loop temporale infinito che ci lascia la dimostrazione che la vita è una inutile routine se non si corre in aiuto agli altri e che l’esistenza in solitaria non ha senso.

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Nel tempo il film ha assunto l’aspetto di un intrattenimento che non ci si stanca mai di riguardare, forse con l’intima speranza di ognuno di noi che vedendolo ancora una volta qualcosa possa succedere e dare una possibilità a Phil di uscire dall’incubo. Ed invece riecco il ripetersi che fa ridere ogni volta.

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Un film che ha il ritmo e il respiro dei classici che furono: più lo si vede, più vi si entra dentro. E anzi, più Phil pare meno antipatico. E più Bill Murray ci sembra bravo e inimitabile.

Applausi a lui e al caro Harold Ramis che lo ha diretto magnificamente.


 
 
 

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