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Rocco e i suoi fratelli (1960)

  • Immagine del redattore: michemar
    michemar
  • 3 dic 2020
  • Tempo di lettura: 3 min

Aggiornamento: 3 feb 2024

Rocco e i suoi fratelli

Italia/Francia, 1960 dramma 2h57'


Regia: Luchino Visconti

Soggetto: Giovanni Testori (Il ponte della Ghisolfa)

Sceneggiatura: Suso Cecchi D'Amico, Pasquale Festa Campanile, Massimo Franciosa, Enrico Medioli, Luchino Visconti

Fotografia: Giuseppe Rotunno

Montaggio: Mario Serandrei

Musiche: Nino Rota

Scenografia: Mario Garbuglia

Costumi: Piero Tosi


Alain Delon: Rocco Parondi

Renato Salvatori: Simone Parondi

Annie Girardot: Nadia

Katina Paxinou: Rosaria Parondi

Alessandra Panaro: Franca

Spiros Focás: Vincenzo Parondi

Max Cartier: Ciro Parondi

Corrado Pani: Ivo

Rocco Vidolazzi: Luca Parondi

Paolo Stoppa: Cerri

Roger Hanin: Duilio Morini

Suzy Delair: Luisa

Claudia Mori: lavandaia

Adriana Asti: lavandaia

Enzo Fiermonte: allenatore di pugilato

Nino Castelnuovo: Nino Rossi

Renato Terra: Alfredo, fratello di Ginetta

Claudia Cardinale: Ginetta


TRAMA: La famiglia Parondi è arrivata dal Sud a Milano, dove vive in misere condizioni. Dei quattro fratelli, Rocco cerca fortuna nella boxe, ma il suo desiderio è quello di tornare al paese. Simone, travolto dalla passione per una giovane prostituta, Nadia, che in un secondo momento gli preferisce proprio Rocco, la uccide.


Voto 9

Così ridevano, dice un bellissimo film di Gianno Amelio narrandoci storie di migrazione di meridionali verso il freddo nord invernale. Così eravamo (citando Sidney Pollack) noi in Italia molto prima degli extracomunitari, proprio come la famiglia Parondi, una famiglia lucana che si trasferisce a Milano nella speranza di una vita migliore. Molto prima degli extracomunitari, questi migranti erano (o lo sono ancora?) guardati con diffidenza dalla gente del nord che già li appellava “Africa!”.

Visconti abbandona il neorealismo classico per entrare drammaticamente in una forma più melodrammatica, molto congeniale al suo modo di fare cinema. La trama segue passo passo le difficoltà di adattamento di una famiglia numerosa e molto affiatata nell’ambiente lombardo per loro così lontano, dal clima alle abitudini, mitigate però dalla facilità di trovar lavoro e dal fatto che si ritrova attorniata da tantissima gente che come loro è arrivata dal profondo sud. I personaggi sono tanti e Visconti ce li racconta tutti, nei minimi particolari, ognuno con il suo carattere, con una mamma che governa la famiglia in maniera tradizionale, ma che man mano che si ambientano, si adattano e si allontanano l’uno dall’altro, travolti da interessi personali e voglia di far soldi velocemente.

Alain Delon è Rocco, sicuramente uno dei suoi personaggi migliori di sempre, sin troppo bello per dedicarsi al pugilato, un ragazzo di cuore e di grande volontà. Apparentemente fragile ma forte di carattere. Opposto a Simone (Renato Salvatori), rude ragazzone di forte presenza e causa di dissidi ma sicuramente più fragile di quel che appare. Una splendida Annie Girardot è Nadia, ragazza emotivamente instabile, sensuale e attraente, al centro della disputa tra i due fratelli così diversi. Il dramma matura piano, incedendo tra le maglie della famiglia, che porta nel cuore la nostalgia invadente e la speranza di tornare a casa, chissà, un giorno. Nel sottoscala di quel palazzone dove abitano succede di tutti: loro vanno e vengono, si rincuorano e litigano, fin quando succede l’inevitabile.

Luchino Visconti cura la regia con mano da Maestro, con un cast perfetto a cui si aggiunge la perfezione di quello tecnico: il colore bianco e nero di Giuseppe Rotunno richiama subito alla mente la malinconia tipica del documentario e nello stesso tempo del noir; le musiche di Nino Rota riflettono eloquentemente le dinamiche emotive della storia a cui assistiamo.

Film capolavoro, indimenticabile, che rimane nel cuore, che rapisce fino al punto di non accorgersi della durata. Uno dei migliori lavori in assoluto del regista Luchino Visconti di Modrone, conte di Lonate Pozzolo.


Riconoscimenti

1960 - Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia

Leone d'argento a Luchino Visconti

1962 - Premio BAFTA

Candidatura miglior film straniero

Candidatura migliore attrice internazionale a Annie Girardot

1961 - David di Donatello

Migliore produttore

1961 - Nastro d'argento

Regista del miglior film

Migliore sceneggiatura

Migliore fotografia

Candidatura migliore produttore

Candidatura migliore soggetto

Candidatura migliore attore non protagonista a Paolo Stoppa

Candidatura migliore scenografia

Candidatura migliori costumi



 
 
 

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