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Sfera (1998)

  • Immagine del redattore: michemar
    michemar
  • 9 giu
  • Tempo di lettura: 3 min
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Sfera

(Sphere) USA 1998 fantascienza 2h14’

 

Regia: Barry Levinson

Soggetto: Michael Crichton (romanzo)

Sceneggiatura: Kurt Wimmer, Stephen Hauser, Paul Attanasio

Fotografia: Adam Greenberg

Montaggio: Stu Linder

Musiche: Elliot Goldenthal

Scenografia: Norman Reynolds

Costumi: Gloria Gresham

 

Dustin Hoffman: dr. Norman Goodman

Sharon Stone: dr.ssa Elizabeth “Beth” Halperin

Samuel L. Jackson: dr. Harold “Harry” Adams

Peter Coyote: capitano Harold C. Barnes

Liev Schreiber: dr. Theodore “Ted” Fielding

Queen Latifah: Alice Fletcher

Marga Gómez: Jane Edmunds

James Pickens Jr.: istruttore

 

TRAMA: Un’astronave ricoperta da coralli centenari viene scoperta sul fondo dell’oceano: all’interno si trova una sfera enigmatica

 

VOTO 6

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Diretto con tensione sostenuta da Barry Levinson e recitato in uno stile senza fronzoli da un cast stellare, l’elaborata versione cinematografica del romanzo di Michael Crichton si attiene a un formato chiaramente fantascientifico. Anche se non è la solita opera nelle preferenze di Levinson, è pur sempre un thriller solido con vistose sfumature scientifiche con forti colorature psicologiche. Ognuna delle star interpreta uno scienziato importante, a cominciare dal personaggio di Dustin Hoffman (un habitué del regista) nel ruolo del dottor Norman Goodman, uno psicologo di cui i protagonisti hanno sicuramente bisogno.


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Il motivo è semplice. Il dottor Norman Goodman è uno psicologo che viene chiamato solitamente dalle autorità quando avviene un incidente di grosse dimensioni, per offrire supporto psicologico ai sopravvissuti. Quando viene convocato in gran segreto in mezzo all’oceano dal misterioso ufficiale Barnes, scopre che il suo nome è stato scelto per via di un suo vecchio saggio, realizzato per il governo degli Stati Uniti, da utilizzare nell’evenienza di un contatto con una civiltà extraterrestre. Nel rapporto vengono citati tre scienziati: la biologa Beth Halperin (Sharon Stone), con la quale Norman ha avuto una breve relazione anni prima, il matematico Harry Adams (Samuel L. Jackson) e l’astrofisico Ted Fielding (Liev Schreiber), tutti chiamati a partecipare alla spedizione alle dipendenze del capitano Harold C. Barnes (Peter Coyote).


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Il vero problema è che sul fondo degli abissi è stata localizzata un’astronave di provenienza ignota e il compito della squadra è quello di ispezionarla ed eventualmente prendere contatto con le forme di vita aliene. In realtà l’astronave appare deserta ma rivela una tecnologia avanzata e dal diario di bordo gli scienziati scoprono che è di origine americana proveniente da un imprecisato futuro e che si trova sul fondo dell’oceano da circa trecento anni. Nel vano di carico trovano una misteriosa sfera di una decina di metri di diametro.


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Mentre sono bloccati nella stazione sottomarina a causa di una tempesta in superficie, uno dopo l’altro i membri della squadra cominciano a morire in strani incidenti, mentre cercano spiegazioni colloquiando, per tramite di un computer di bordo, con un’entità dal linguaggio semplice, apparentemente infantile, e che ritengono comunicare dall’interno della sfera, chiamata Jerry. Questo sembra divertirsi a scatenare contro gli scienziati e i militari varie creature marine senza uno scopo preciso.


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Nulla di innovativo, come si deduce. Siamo ancora una volta con il caso di un contatto anomalo tra i terrestri e le forze aliene, sconosciute e quindi ritenute pericolose, forse aggressive. La storia, poi, si complica con le varie difficoltà che si verificano e che danno maggior mistero alla trama. Tutto secondo il classico copione.


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La lunghezza del film è sicuramente ingiustificata ma la sceneggiatura a più mani (Kurt Wimmer, Stephen Hauser, Paul Attanasio) e la riconosciuta buona mano di Barry Levinson fanno sì che il film conquisti e tenga alta l’attenzione, anche per merito di alcune trovate come le meduse dagli effetti speciali e i paesaggi spaventosamente pittoreschi.


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Discreto film che si lascia seguire con interesse, senza grandi clamori, e comunque il celebre regista sviluppa una metafora subacquea filosofica dei misteri dell’universo, tutto partendo da una sfera apparentemente semplice.


 

 
 
 

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