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Smetto quando voglio (2014)

  • Immagine del redattore: michemar
    michemar
  • 15 apr 2023
  • Tempo di lettura: 3 min

Aggiornamento: 11 mag 2023


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Smetto quando voglio

Italia 2014 commedia 1h40’


Regia: Sydney Sibilia

Sceneggiatura: Valerio Attanasio, Andrea Garello, Sydney Sibilia

Fotografia: Vladan Radovic

Montaggio: Gianni Vezzosi

Musiche: Andrea Farri

Scenografia: Alessandro Vannucci

Costumi: Francesca e Roberta Vecchi


Edoardo Leo: Pietro Zinni

Valeria Solarino: Giulia

Valerio Aprea: Mattia Argeri

Paolo Calabresi: Arturo Frantini

Libero De Rienzo: Bartolomeo Bonelli

Stefano Fresi: Alberto Petrelli

Lorenzo Lavia: Giorgio Sironi

Pietro Sermonti: Andrea De Sanctis

Sergio Solli: professor Seta

Majlinda Agaj: Angelica

Neri Marcorè: Claudio Felici "Murena"

Guglielmo Poggi: Maurizio

Caterina Shulha: Paprika

Nadir Caselli: Ilaria


TRAMA: Un ricercatore universitario viene licenziato a causa dei tagli all'università. Per guadagnarsi da vivere, decide di produrre droga reclutando i suoi ex colleghi che, nonostante le loro capacità, vivono al margine della società.


Voto 6,5

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La società reale è quasi sempre il terreno fertile per i soggetti da portare sullo schermo, specialmente quando questa (s)offre dei problemi derivanti dai bisogni quotidiani ed essenziali delle persone. È allora che concede gli spunti migliori sia nel genere drammatico che nella commedia. Proprio nella seconda si sviluppa maggiormente l’idea dell’eccesso, dalla iperbole, a dimostrazione di come, in casi estremi, l’uomo è pronto a qualsiasi cosa pur di cavarsela. Il caso più tipico e frequente, ormai da qualche decennio, deriva dalla crisi economico-finanziaria che affligge il mondo intero, da cui scaturisce una delle peggiori malattie sociali: la disoccupazione. Ma il cinema sa estrarre, da un problema serio come questo, trame comiche e surreali per irriderne, per evidenziarlo maggiormente ed offrire una scappatoia almeno divertente

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Prendiamo nello specifico il caso di Pietro Zinni, un ricercatore trentasettenne, geniale e pieno di iniziative, il quale perde il posto di lavoro a causa dei tagli all'università imposti dai sacrifici decisi dal governo: una sforbiciata qui, una lì, e la gente a spasso. Per sopravvivere a questa situazione alquanto imprevista e scomoda ha un'idea tanto semplice quanto drammatica: mettere insieme una banda criminale, reclutando i migliori ex colleghi. Contando sulle nozioni di cui questa combriccola è esperta, quindi su macroeconomia, neurobiologia, antropologia, lettere classiche e archeologia, la banda ha un successo immediato, le cui conseguenze (soldi, potere e donne) saranno però difficili da gestire. Perlomeno perché sono persone (tipico della commedia) più avvezze alla miseria e alle sconfitte che al successo e al potere del danaro.

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Il film non vuole essere il luogo della retorica della disoccupazione e del precariato: è solo un intelligente pretesto per una commedia anche politicamente scorretta (perché così deve essere, altrimenti diventa conformista) dell’esordiente Sydney Sibilia, che con abilità mette assieme un buonissimo cast italiano – con attori adatti prelevati tra il web e la TV – per una divertente e irriverente commedia. Ritmata il giusto, colorata lisergicamente come da concetto di base, affollata da personaggi a cui non manca l’inventiva (anche troppa), con un villain sorprendente, piena di trovate. La loro bravura, le scelte del regista e la fotografia di Vladan Radovic, così carica e “allucinante”, ne fanno un prodotto che vibra e spiazza. E divertendo, anche per l’imprevedibilità delle vicende.

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È illegale l’attività a cui si dedicano? Una cosa certa è, come dice il personaggio di Edoardo Leo: “In Italia una droga per essere definita tale dev'essere censita nell'elenco delle molecole illegali del Ministero della Salute. Se una molecola non è in quella tabella allora la puoi produrre, la puoi assumere, ma soprattutto la puoi vendere.” Lapalissiano.

Per ora faranno così, poi, smetteranno. Quando ne avranno voglia. Forse.

Sydney Sibilia sa perfettamente il fatto suo e gli apprezzamenti sono puntualmente arrivati.


Riconoscimenti

David di Donatello 2014:

Candidatura miglior film

Candidatura miglior regista esordiente

Candidatura miglior attore protagonista a Edoardo Leo

Candidatura miglior attore non protagonista a Valerio Aprea

Candidatura miglior attore non protagonista a Libero De Rienzo

Candidatura miglior attore non protagonista a Stefano Fresi

Candidatura migliore sceneggiatura

Candidatura miglior produttore

Candidatura migliore canzone originale

Candidatura miglior montaggio

Candidatura miglior sonoro

Candidatura migliori effetti speciali

Nastro d'argento 2014:

Miglior produttore

Candidatura migliore commedia

Candidatura miglior regista esordiente

Candidatura migliore attore protagonista a Edoardo Leo

Candidatura miglior casting director

Ciak d'oro 2014:

Rivelazione dell'anno a Sydney Sibilia


 
 
 

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