Snowden (2016)
- michemar

- 22 mag 2022
- Tempo di lettura: 3 min

Snowden
UK/Francia/Germania/USA 2016 biografico 2h14’
Regia: Oliver Stone
Soggetto: Luke Harding (The Snowden Files), Anatoly Kucherena (Time of the Octopus)
Sceneggiatura: Oliver Stone, Kieran Fitzgerald
Fotografia: Anthony Dod Mantle
Montaggio: Álex Márquez, Lee Percy
Musiche: Craig Armstrong
Scenografia: Mark Tildesley
Costumi: Bina Daigeler
Joseph Gordon-Levitt: Edward Snowden
Shailene Woodley: Lindsay Mills
Melissa Leo: Laura Poitras
Zachary Quinto: Glenn Greenwald
Tom Wilkinson: Ewen MacAskill
Scott Eastwood: Trevor James
Timothy Olyphant: ag. CIA di Ginevra
Ben Schnetzer: Gabriel Sol
Keith Stanfield: Patrick Haynes
Rhys Ifans: Corbin O'Brian
Nicolas Cage: Hank Forrester
Joely Richardson: Janine Gibson
Ben Chaplin: Robert Tibbo
Logan Marshall-Green: Catfish
TRAMA: Edward Snowden, impiegato della NSA, rivela al pubblico le tecniche di sorveglianza illegali compiute dall'agenzia distribuendo migliaia di documenti riservati alla stampa.
Voto 6,5

Deluso dalla comunità dell'intelligence, il top contractor Edward Snowden lascia il suo lavoro presso la National Security Agency: ora sa che una enorme quantità virtuale di dati viene aggregata per tracciare tutte le forme di comunicazione digitale, non solo dei governi stranieri e gruppi terroristici, ma anche di americani comuni. Quando decide di rendere pubbliche tutte queste informazioni “classificate”, cioè secretate, diventa un traditore per alcuni (in primis per il governo e quegli enti preposti allo spionaggio e alla sicurezza nazionale) e un eroe per altri. In ogni caso, un fuggitivo e un ricercato per la legge americana.

Ovvio che un personaggio con una tale storia alle spalle e una posizione così avversa alle politiche governative diventi facilmente l’oggetto dell’attenzione di un cineasta come Oliver Stone. D’altronde, l’ossessione per il “nemico” è tipica dei governi di qualsiasi tipo e su questo è facile per una persona come il nostro regista impiantare un film polemico che accende vieppiù le discussioni in merito a questa spinosa vicenda. Chiedendo scusa per la citazione letteraria di Curzio Malaparte (“La vendita di complotti è un’attività semplice e redditizia. Piace molto al pubblico perché lava i peccati del mondo”) che sembra ad hoc per il caso, l’interesse del regista è spiegato in maniera esauriente dalle sue dichiarazioni.

“Snowden voleva unirsi alle Forze speciali, ma si è rotto entrambe le gambe e quindi è entrato nella CIA e ha cominciato a fare carriera. Era un patriota convinto che la guerra in Iraq fosse giusta. Lui, come molti americani a quell’epoca, credeva che stessimo facendo la cosa migliore. Esiste un parallelismo con Nato il quattro luglio: lì raccontavo la vicenda di Ron Kovic, un ragazzo di Long Island che credeva nella guerra in Vietnam tanto da arruolarsi. Ne rimase completamente deluso e tornò negli Usa da contestatore. Alla fine venne considerato un eroe. Non so se la conclusione sarà la stessa anche per Snowden. È un terreno molto più difficile perché il suo è ritenuto un atto di spionaggio e le accuse a suo carico sono molto serie.” Ed infatti l’ex tecnico della CIA attualmente è riparato nella Federazione russa e non può tornare nel suo paese.

La scelta dell’attore protagonista è caduta sul bravo ed eclettico Joseph Gordon-Levitt, mentre il film si muove tra presente e recente passato con l’uso dei flashback e si concentra anche sul rapporto tra Snowden e la sua ragazza Lindsay Mills, interpretata da Shailene Woodley. Interessante anche la ricostruzione delle dinamiche interne alla CIA e alla NSA, con personaggi interpretati da un eccellente cast.

Inutile precisare che l’opera ha lasciato qualche dubbio a seconda di come si possa giudicare i comportamenti e la posizione del protagonista, anche perché l’atteggiamento e i giudizi di Oliver Stone sono sempre stati chiari con il suo cinema, che non ha mai mostrato zone grigie in alcun film: è il suo carattere (d)istintivo stare di qua o di là senza tentennamenti. Eppure, onestamente, lui anche questa volta è convincente e guardare questo film può essere anche molto istruttivo specialmente se non si conosce bene la storia del personaggio, che si trova, proprio in questo periodo, in una situazione molto simile ad un altro uomo al centro delle polemiche internazionali, anche se per differenti motivi: Julian Assange.


L’opera è inevitabilmente molto interessante e coinvolgente e soprattutto ben congegnata e ben recitata, mentre dal punto di vista tecnico si può notare che Oliver Stone sceglie di non adottare il suo tipico stile di macchina a mano e montaggio assillante, preferendo piuttosto un sistema di inquadrature classiche come se avesse voluto riferirsi al cinema classico di inchiesta degli anni ’70 dove il giornalismo dei grandi reporter portava a galla verità scomode. Nella sostanza ha scelto di raccontare la storia di Snowden concentrandosi sul momento in cui avviene la trasformazione che da rispettoso figlio di una famiglia militare lo porta a divenire il più grande "traditore" della nazione, costringendolo ad abbandonare tutto ciò che aveva in patria. Rispettando gli eventi realmente occorsi e ricostruendone fittiziamente altri, ha focalizzato la sua attenzione su ciò che è accaduto nella mente del protagonista, su ciò che lo ha spinto a rivelare i documenti segreti e sui costi che ciò ha implicato.






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