Snowpiercer (2013)
- michemar

- 16 mar 2019
- Tempo di lettura: 3 min
Aggiornamento: 11 giu 2023

Snowpiercer
SudCorea/Rep.Ceca/USA/Francia 2013, fantascienza, 2h6'
Regia: Bong Joon-ho
Soggetto: Jacques Lob, Benjamin Legrand, Jean-Marc Rochette (Le Transperceneige)
Sceneggiatura: Bong Joon-ho, Kelly Masterson
Fotografia: Hong Kyung-pyo
Montaggio: Steve M. Choe, Kim Changju
Musiche: Marco Beltrami
Scenografia: Ondrej Nekvasil
Costumi: Catherine George
Chris Evans: Curtis
Jamie Bell: Edgar
John Hurt: Gilliam
Tilda Swinton: Mason
Octavia Spencer: Tanya
Song Kang-ho: Namgoong Minsu
Ed Harris: Wilford
Go Ah-sung: Yona
Ewen Bremner: Andrew
Alison Pill: insegnante
Luke Pasqualino: Grey
TRAMA: In un futuro non lontano, la Terra conosce una nuova Era Glaciale. Gli ultimi sopravvissuti del genere umano vivono confinati in un treno rompighiaccio in grado di correre perpetuamente attraverso il globo. L'inventore di questa macchina perfetta, il misterioso Wilford, ha anche determinato un sistema sociale su cui si regge l'equilibrio della comunità che abita i vagoni del treno. In coda stanno i miserabili sfruttati che salirono a bordo gratis, verso la testa del treno vivono invece nei privilegi i passeggeri di prima classe. Ma la rivolta degli oppressi dalla coda del treno è oramai imminente e il suo leader, Curtis, attende solo il momento giusto per tentare l'ardimentosa presa della testa del convoglio.
Voto 7

Con pochissimi film all'attivo, il regista coreano Bong Joon-ho ha cominciato a lavorare al film, adattamento del fumetto francese Le Transperceneige di Jacques Lob, nel 2005, dopo essere rimasto affascinato dal carattere prettamente cinematografico di una storia che - trattando di temi come la suddivisione sociale, l'oppressione e la resistenza - illustra lo spettro degli ultimi residui dell'umanità all'interno di un gigantesco treno metallico che funge da moderna "Arca di Noé". È anche la prima produzione in lingua inglese del regista e, frutto degli sforzi congiunti di diverse case di produzione internazionale, presenta un cast multilingue e variegato.

Una delle priorità assolute per Bong Joon-ho e la sua squadra di collaboratori è stata quella di capire come realizzare il treno e come farlo muovere, dal momento che il mezzo è presente nel 99% delle scene. Messa a punto una vettura lunga più di 100 metri e composta da almeno quattro scompartimenti, è stato progettato un enorme giunto cardanico (dispositivo di solito usato per simulare il movimento di grandi navi o sottomarini) per ricreare realisticamente l'andamento del treno e in grado di trasportare oltre 120 tonnellate di peso delle carrozze. Con l'installazione di 6 pistoni pneumatici per carrozza per controllare la frequenza e l'intensità del movimento, il treno dà la sensazione di muoversi su binari reali, curvandosi negli angoli e producendo sobbalzi realistici.

Il treno, poi, ha diverse parti che differiscono per aspetto e destinazione d'uso. La parte riservata ai passeggeri più ricchi, ad esempio, è ispirata al maestoso transatlantico Queen Elizabeth 2. La coda del treno, un tempo riservata al trasporto merci, invece ospita i passeggeri più poveri ed è caratterizzata da sovraffollamento e da mancanza di acqua e di riscaldamento, ricordando a tutti gli effetti una baraccopoli.

Parlando del contenuto, quel treno lanciato e che non si fermerà mai è il mondo, è il nostro mondo futuro. Classista e con due modelli di popolazione: i ricchi e i poveri (ci siamo già?). Solo la ribellione potrà riscattare questi ultimi.
Trasversale tra l'azione, il sci-fi, il thriller e il cinema politico impegnato, Bong Joon-ho scatena il suo talento, incurante del successo o del fallimento commerciale, anche perché è stato in quel momento il film più costoso sudcoreano della storia. Non è solo un'efficace opera di intrattenimento, è anche una profonda riflessione filosofica sulla natura dell'uomo e le sorti dell'umanità, cupa e inquietante, disperata e appropriatamente raggelante, ma al contempo venata - come spesso vediamo in Bong - di una sana ironia e (menomale) aperta, nel finale ad un abbacinante raggio di speranza.

E quindi, a fianco di un intensissimo Chris Evans, di un irrequieto Jamie Bell e un ineccepibile John Hurt, troviamo l'ineffabile Song Kang-ho e l'inattesa Go Ah-sung, nonché un'inarrestabile Octavia Spencer. Su tutti troneggia però Tilda Swinton, crudele, robotica e ironica: uno spettacolo a parte nello show del film. Osservatela e studiatevela attenti. Uno spasso!






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