top of page

Titolo grande

Avenir Light una delle font preferite dai designer. Facile da leggere, viene utilizzata per titoli e paragrafi.

Sole alto (2015)

  • Immagine del redattore: michemar
    michemar
  • 24 lug 2020
  • Tempo di lettura: 3 min

Aggiornamento: 18 feb 2024

ree

Sole alto

(Zvizdan) Croazia/Serbia/Slovenia 2015 dramma 2h3’

Regia: Dalibor Matanić

Sceneggiatura: Dalibor Matanić

Fotografia: Marko Brdar

Montaggio: Tomislav Pavlic

Musiche: Alen Sinkauz, Nenad Sinkauz

Scenografia: Mladen Ozbolt

Costumi: Ana Savic-Gecan

Goran Marković: Ivan / Ante / Luka

Tihana Lazović: Jelena / Natasa / Marija

Nives Ivanković: madre di Jelena / Zorka

Trpimir Jurkić: padre di Ivan / padre di Luka

Stipe Radoja: Bozo / Ivno

Slavko Sobin: Mane / Dino

Dado Cosic: Sasa

Mira Banjac: Ivanova baba

TRAMA: Tre differenti storie di amore proibito, della sua fragilità ma anche della sua forza. Tre storie che coprono tre decenni e che interessano due villaggi bosniaci vicini, separati da conflitti e intolleranza.

Voto 7,5


ree

La vita degli uomini è stata sempre condizionata dalle guerre, tante volte scoppiate in terre dove vivono etnie diverse, con religioni diverse e tradizioni diverse. Hanno lasciato sempre segni indelebili tra le popolazioni ma quando succede che due giovani, sui due fronti opposti, si innamorano allora si può misurare nello stesso tempo la fragilità e la forza del sentimento, capace di resistere nonostante tutto. Questo è un film particolare e originale, pur se narra dell’amore, tante volte oggetto e soggetto di cinema.


ree

Tre episodi, tre date differenti, tre amori giovanili: nel 1991, poco prima della guerra dei Balcani, mentre l’odio inizia a dipanarsi, si avverte già confusione, paura e incertezze. La gente si fronteggia e si guarda di traverso, un certo senso di razzismo serpeggia maleficamente. Basta un nulla per originare litigi, ma i due giovani di opposte fazioni, si amano e sognano di andar via assieme, lontano da queste meschinità.


Nel 2001, si può provare e trovare l’eros tra le brutali macerie post belliche ma le cicatrici sono ancora fresche. Una ragazza e un giovane pieno di volontà e gran lavoratore si incontrano/scontrano. Lei è scontrosa e sempre nervosa: avverte una certa attrazione per l’altro ma è troppo arrabbiata per ciò che le è successo anni prima. Il loro avvicinamento è più animalesco che sincero e si risolve in un rapporto sessuale furioso e forse inutile, ignorando volutamente un prosieguo all’insegna del sentimento. Chissà cosa potrebbe diventare e che non sarà mai.


Dieci anni dopo, nel 2011, l’amore tra due giovani può trovare terreno fertile ma il male e il sospetto non sono ancora completamente scomparsi dalle loro vite e si cerca di dimenticare tensioni mai spente. Lui torna al paese dopo tanto tempo e cerca il riavvicinamento alla donna da cui ha avuto un bimbo. Con la famiglia non c’è un buon rapporto e la tentazione di ammorbidire la rigidità della donna abbandonata, chissà per quale motivo: paura di essere genitore? voglia di vita diversa? fuga da una terra in cui il Male ha dominato per anni? I due esseri che ha rifiutato lo inteneriscono, è forse pentito, ma la resistenza della donna è aspra e coriacea. Lo perdonerà?


ree

Il problema dell’odio non scompare mai: ieri, oggi, domani (?) ci sono sempre motivazioni se si pensa all’islamofobia, al neonazismo, allo sciovinismo, al razzismo e al rifiuto degli immigrati. E mentre la storia si ripete, con il sole lì, in alto, a bruciare terre già arse, si può sperare che finalmente vinca solo l’amore.


ree

Dalibor Matanić firma un film inaspettato, sorprendente, forte, che graffia l’anima, iniziando piano con i due giovani che volevano scappare per amarsi liberamente, segue un interludio più istintivo e poco ragionato, si conclude con una rappacificazione difficile ma che suona melodiosa come l’amore, come la speranza di una vita migliore. Il merito della bellezza non è solo dell’autore ma anche di due attori che sanno personificare le due anime talmente bene che se ne rimani incantati e rapiti. Se Goran Marković, che è Ivan / Ante / Luka ha la faccia del buon ragazzo, adatto al ruolo che gli spetta e che cambia poco nei tre segmenti, Tihana Lazović è un’attrice che mi ha rapito: affronta i personaggi delle tre donne (Jelena / Natasa / Marija) con forza inusuale, con vigore, con il corpo e la testa, cambiando e adattandosi fino a parere tre attrici differenti, a tratti irriconoscibile. Carnale e volitiva, impetuosa e travolgente, piena di carattere: bellezza nascosta. Sogno di rivederla in altri ruoli e in film importanti.

Il bellissimo film ha ricevuto 13 premi e 8 candidature in tutta Europa, tra cui il Premio della giuria sezione Un Certain Regard a Cannes 2015.



 
 
 

Commenti


Il Cinema secondo me,

michemar

cinefilo da bambino

bottom of page