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Space Cowboys (2000)

  • Immagine del redattore: michemar
    michemar
  • 1 apr 2022
  • Tempo di lettura: 3 min

Aggiornamento: 2 set

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Space Cowboys

USA 2000 fantascienza 2h10’


Regia: Clint Eastwood

Sceneggiatura: Ken Kaufman, Howard Klausner

Fotografia: Jack N. Green

Montaggio: Joel Cox

Musiche: Lennie Niehaus

Scenografia: Henry Bumstead

Costumi: Deborah Hopper, Gary Eastman


Clint Eastwood: Frank Corvin

Tommy Lee Jones: William "Hawk" Hawkins

Donald Sutherland: Jerry O'Neill

James Garner: Tank Sullivan

James Cromwell: Bob Gerson

Marcia Gay Harden: Sara Holland

William Devane: Eugene Davis

Courtney B. Vance: Roger Hines

Loren Dean: Ethan Glance

Rade Šerbedžija: gen. Vostow


TRAMA: Un gruppo di piloti collaudatori dell'Air Force, che formano il Team Dedalus, viene sciolto quando la ricerca spaziale viene affidata alla NASA. Dopo quaranta anni, il satellite russo Ikon ha un guasto che porterà la Russia ad un blackout totale delle comunicazioni. Un funzionario della NASA, Bob Gerson, sa che Ikon ha lo stesso sistema di orientamento che aveva lo Skylab, il cui progettista, Frank Corvin, dovrebbe, quindi, essere in grado di riparare. Ma Frank non accetta l'incarico se non potrà lavorare con la sua squadra. Il Team Dedalus si ricostituisce e l'impresa sarà storica.


Voto 6,5


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Ci si potrebbe anche meravigliare accorgendosi che Clint Eastwood sia capace di interpretare e dirigere film con soggetti lontani dai thriller, dalle armi e dai temi seri e si occupi di una storia più leggera, come la mano che usa questa volta, in una trama simpatica e perfino spiritosa, da compagnia agée. Eppure, negli anni ’80 aveva recitato in opere come Bronco Billy e Honkytonk Man, due film che, seppur malinconici come piacciono a lui, avevano un’anima più lieve e persino “musicarella”. Nell’occasione, lo vediamo all’opera con altre tre compagni di avventura attempati come lui (è settantenne quando esce il film) che si atteggiano a tardi giovanotti ancora in gradi di dire la loro.


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Siamo circa negli anni ’90 ma la storia parte 40 anni prima allorché negli USA il Progetto Dedalus mirava a portare degli uomini sulla Luna ma in un volo sull'aereo sperimentale X-2 il pilota William "Hawk" Hawkins commette un gravissimo errore facendo fallire il progetto e perdere il velivolo, tanto che i quattro uomini impegnati nel programma vengono esclusi. Tornando al presente, succede che un satellite russo in orbita inizia a virare fuori rotta e rischia di schiantarsi sulla terra e si scopre che il sistema di guida nel satellite sia di origine americana: è importante a questo punto cercare di risolvere il problema tecnico prima che il satellite entri nell'atmosfera. L'uomo NASA, Bob Gerson (James Cromwell) cerca di scoprire chi lo ha progettato e scopre che è stato progettato proprio da Frank Corvin (Clint Eastwood), uno dei quattro esclusi dal programma di 40 anni prima. Gerson chiede a Frank di aiutarlo, ma egli nutre ancora rancore, però dopo qualche sollecitazione acconsente ma ad un patto: solo se lui potrà andare in soccorso con la sua vecchia squadra, quella di allora. Gerson accetta con riluttanza e Frank recluta i suoi ex compagni.


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“Fly me to the moon / Let me play among the stars” cantava Frank Sinatra e il brano sembra dare ispirazione a Clint, che gioca con il film e il destino che riporta in auge e in forma fisica il gruppo degli improbabili astronauti. Frank (Clint Eastwood), Hawk (Tommy Lee Jones), Jerry (Donald Sutherland) e Tank (James Garner) hanno aspettato per quaranta anni il loro battesimo nello spazio e adesso, tra battute e sudate, si vogliono preparare al meglio. Nel frattempo, loro erano occupati in ben altre attività e decidere di rimettersi in gioco sembra davvero un salto mortale con alto coefficiente. Ma rieccoli con occhiali neri (ma si credono di essere Tom Cruise?), giubbotto e stivaletti, pronti per l’avventura, impegnati fino allo spasimo (attenti all’infarto!) in palestra, sui giornali e nei talkshow. E non è finita: allegri e felici per il nuovo incarico, si spingono anche a conquistare le simpatie delle donne con cui vengono in contatto, manco se fossimo in Cocoon.


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La seconda metà del film è però seriosa e difficile per i nostri eroi, perché non tutto fila liscio. Soprattutto quando i quattro scoprono che non è stata detta loro tutta la verità.‎ La realtà sarà sconcertante, non è un satellite per le telecomunicazioni, a bordo c’è ben altro. Per giunta, i danni tecnici aumentano e il rientro nell’atmosfera non è più possibile. L’unica soluzione per evitare il disastro è drastica e qualcuno deve sacrificarsi. La commedia diventa dramma.

Fly me to the moon / Let me play among the stars.


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Il film risulta simpatico e avventuroso come un thriller ed è, a mio parere, fuori dai soliti schemi clintiani, almeno come concetto di base, anche se poi, nello sviluppo, lo ritroviamo nei suoi binari classici (il titolo contiene la parola magica della sua carriera), dove coraggio e determinazione, se non proprio eroismo, determinano il finale. Altrimenti, come farebbe lui senza l’eroe di turno? (E stavolta non è Clint!)



Commenti


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