Spectre (2015)
- michemar

- 12 mar 2022
- Tempo di lettura: 3 min
Aggiornamento: 6 giu 2024

Spectre
UK/USA 2015 spionaggio 2h28’
Regia: Sam Mendes
Soggetto: Ian Fleming
Sceneggiatura: John Logan, Neal Purvis, Robert Wade, Jez Butterworth
Fotografia: Hoyte van Hoytema
Montaggio: Lee Smith
Musiche: Thomas Newman
Scenografia: Dennis Gassner
Costumi: Jany Temime, Timothy Everest
Daniel Craig: James Bond
Christoph Waltz: Franz Oberhauser
Léa Seydoux: Madeleine Swann
Ralph Fiennes: Gareth Mallory / M
Ben Whishaw: Q
Naomie Harris: Eve Moneypenny
Dave Bautista: Mr. Hinx
Monica Bellucci: Lucia Sciarra
Rory Kinnear: Bill Tanner
Andrew Scott: Max Denbigh / C
Jesper Christensen: Mr. White
Alessandro Cremona: Marco Sciarra
Peppe Lanzetta: Lorenzo
Stephanie Sigman: Estrella
Judi Dench: M
TRAMA: Un messaggio criptico proveniente dal suo passato manda James Bond in missione contro una misteriosa organizzazione terrorista chiamata Spectre, e viene a sapere del coinvolgimento di quella negli eventi precedenti delle sue missioni più pericolose.
Voto 6,5

Un messaggio criptico proveniente dal suo passato - postumo della precedente M - manda JamesBond in missione prima a Città del Messico e poi a Roma, dove incontra LuciaSciarra, la bella e proibita vedova di un infame criminale. Infiltrandosi in un incontro segreto, Bond scopre così l'esistenza di una pericolosa organizzazione nota come Spectre. Nel frattempo, a Londra Max Denbigh, il nuovo capo del centro per la sicurezza nazionale, mette in discussione l'operato di Bond e contesta l'importanza del MI6, guidato da M. Bond, inoltre, arruola segretamente Moneypenny e Q per essere aiutato a stanare chi e cosa sia dietro a Spectre. Una ricerca che passa per Madeleine Swann, la figlia del vecchio nemico White, che potrebbe avere la chiave per districare la rete dell'organizzazione.

È anche una questione di numeri, oltre che di una trama spettacolare come sempre (non ai livelli dei precedenti, in verità): è infatti l’episodio n. 24 della serie infinita di 007, il n. 4 di Daniel Craig e il n. 2 di Sam Mendes, dopo il riuscito Skyfall. Oltre al nutrito gruppo di attori necessari per queste storie sempre piene di personaggi, misteriosi o meno, ma quasi tutti implicati in oscuri affari di finanza e criminalità.

È il ritorno del malefico Ernst Stavro Blofeld, alter ego di Franz Oberhauser, preannunciato da un prologo spettacolare con movimenti di macchina da presa che spazia in verticale e orizzontale anticipando la vertigine della scena in elicottero: dai film di Bond non ci si può aspettare che movimento fisico e tecnico. Ma è anche un tuffo nei ricordi dei film precedenti quando il regista inserisce riferimenti e citazioni: l’elicottero, appunto, il treno, la clinica alpina la base nel deserto, l’inseguimento in motoscafo sul Tamigi.


Dal suo film precedente, Sam Mendes fa anche tornare i personaggi di Q e di Moneypenny, impersonati rispettivamente da Ben Whishaw e Naomie Harris così come ritorna il nuovo M a cui presta il volto Ralph Fiennes. Ma soprattutto, e ciò è importante, per questa sua seconda prova, il regista ha continuato il suo percorso di reinvenzione della saga, approfondendo per esempio i suddetti personaggi, che erano stati introdotti ma erano rimasti grosso modo inesplorati e meglio spiegando i loro legami con 007.



La vera novità che brilla con tutta la luce della sua bellezza è l’introduzione di Léa Seydoux, una delle più appariscenti donne delle storie della super spia: la sua Madeleine Swann illumina il film quanto e forse di più del protagonista e inevitabilmente tra loro nasce, come da prassi, un legame molto forte. Meglio così, dal momento che non è quello che ci si attendeva dopo il precedente che era piaciuto molto a tutti: nonostante la sceneggiatura abbia più o meno le stesse firme, non appare così brillante come in altre occasioni. L’ultima annotazione è a proposito della durata, dato che evidentemente Sam Mendes non si sente mai soddisfatto se non supera le due ore abbondanti.

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